Teatro e Danza
15 Novembre ore 20,30Teatro delle Muse Ancona (AN)071.52525www.marcheteatro.it  biglietteria@teatrodellemuse.org

Descrizione

Compagnia Zappalà Danza & Munedaiko

regia e coreografia Roberto Zappalà
musica live Munedaiko
soundscape Giovanni Seminerio
danza e collaborazione i danzatori della Compagnia Zappalà Danza
drammaturgia Nello Calabrò
scene, luci e costumi Roberto Zappalà
assistente alle coreografie Fernando Roldan Ferrer
realizzazione costumi Majoca
management Vittorio Stasi
direzione generale Maria Inguscio

una produzione Scenario Pubblico | Compagnia Zappalà Danza – Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza | in coproduzione con Fondazione Teatro Comunale di Modena | in collaborazione con Civitanova Danza, Marche Teatro e Fuori Programma Festival | con il patrocinio di INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia | con il sostegno di MiC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo

I fratelli del titolo della nuova creazione di Roberto Zappalà in progetto per il 2025 sono il Fuji e l’Etna, i due vulcani per eccellenza della storia e dell’immaginario simbolico del mondo. La nuova creazione pone l’attenzione in maniera forte e vigorosa sul rapporto tra la performance dei danzatori della Compagnia Zappalà Danza e quella dei Munedaiko, musicisti consacrati alla pratica e valorizzazione del tamburo tradizionale giapponese “Taiko” (? tai ? ko: grande tamburo) dove la postura, il movimento e la concentrazione sono fondamentali. Così come i vulcani sono all’origine dell’attuale conformazione del pianeta, la percussione è all’origine dell’arte musicale e culturale creata dall’uomo, a partire dal ritmo del battito cardiaco. I tamburi provocano bolle di suoni, di ritmi che “scoppiano” nelle orecchie e nel cervello degli spettatori; ritmi che i danzatori seguono e provocano allo stesso tempo in un fluire incessante, un respiro comune che armonizza i corpi, con le civiltà di origine e con le civiltà tra di loro, con la speranza oggi sempre più auspicabile che, come dice Fosco Maraini, possiamo essere “imbevuti di quell’olio confuciano necessario a lubrificare le ruote della convivenza civile”.

Tra ogni battito e ogni movimento si cela una pausa naturale, simile alla quiete che segue un’eruzione vulcanica: un momento di silenzio nel ritmo dell’esistenza. Questo equilibrio tra movimento e immobilità, tra suono e silenzio, riflette l’armonia presente in natura. Sebbene il corpo e lo spirito umano siano spesso guidati dall’energia e dal dinamismo, esiste una profonda connessione con i ritmi di pace che la natura offre: un ritmo che, come il silenzio tra i colpi del tamburo Taiko, invita alla riflessione, al rinnovamento e al ritorno alla calma interiore.

Silenzio e caos, movimento e quiete, Oriente e Occidente, natura e cultura: dualità che permeano questa creazione e riecheggiano un detto amato in Oriente: “Due è uno e uno è due.”

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