Teatro e Danza
20 Ottobre ore 17Teatro Gentile Fabriano (AN)0732.3644www.comune.fabriano.an.it

Descrizione

Roberto Zucco, basato sulla storia reale di un giovane, è l’ultima opera del drammaturgo francese Bernard-Marie Koltès, definito dal “Times” «un pioniere di uno stile di scrittura drammatica completamente nuovo». Koltès morì nell’aprile del 1989. L’autore aveva iniziato a scrivere la pièce nel 1988, dopo che la sua attenzione era stata catturata, nella metropolitana di Parigi, da un manifesto di ricerca di un criminale coinvolto in una serie di incidenti: l’italiano Roberto Succo. All’età di 18 anni, era stato mandato in prigione dopo aver ucciso violentemente i suoi genitori. Cinque anni dopo è evaso e si è dato alla fuga, sfidando la polizia di tre nazioni. Cambiando più volte identità, si è imbarcato in una serie di crimini per due anni, senza essere scoperto. Ricercato e arrestato, si è infine suicidato nella sua cella del penitenziario di Vicenza, in Italia, il 28 maggio 1988.
L’opera ha suscitato scandalo alla sua prima rappresentazione, poiché basata in parte su eventi reali, tragici e ancora recenti. L’opera di Bernard-Marie Koltès viene presentata per la prima volta alla Schaubühne di Berlino nell’aprile 1990, con la regia di Peter Stein.

Roberto Zucco arriva per me dopo anni di lavoro sulla riscrittura della tragedia greca.
Ho sempre amato riscritture non convenzionali di figure deboli, miti minori controversi, al centro di un possibile discorso sulla solitudine in cui si è abituata a vivere la nostra società. Grimaldelli per parlare del vuoto di senso che ci divora.
Dopo Tiresia, Filottete e Pilade, dopo aver attraversato le visioni di Kae Tempest, Sofocle, Adrienne Rich, Heiner Muller e Pier Paolo Pasolini arrivo a Bernard-Marie Koltès. Lo sguardo stavolta è su un antieroe, su un personaggio che del mito prende la capacità di mettere in luce pieghe oscure dell’umano, le più turpi come il matricidio, per esempio.
Koltès rispetto alla sua scelta di raccontare la storia di un omicida seriale come Roberto Succo disse «c’est la première fois que je m’inspire de ce qu’on appelle un fait divers, mais celui-là, ce n’est pas un fait divers».
Zucco non è un fatto diverso, ma la stessa figurazione del teatro, nella sua essenza, nella sua dimensione politica di raccontare il mondo a partire dal suo scandalo. Non è un fatto diverso, perché per Koltès è, «un personaggio mitico, un eroe, come Sansone o Golia, mostri di forza, uccisi infine da un sasso o da una donna», è un’ispirazione che viene dritta dal reale e dalla letteratura insieme, iscrivendosi in una linea del crimine che li accomuna.
Anche per me Zucco non è un fatto diverso: è l’incarnazione contemporanea dell’ossessione della sfida come forma di follia del nostro tempo, incisa in un mondo impari e costitutivamente violento.
E quest’asfittica dimensione dell’esistere viene raccontata in questo testo da uno straordinario coro di personaggi intorno, di rara raffinatezza psicologica e capaci di attraversare ulteriori universi oscuri abitati da donne, reietti e corrotti.
Questa miriade di volti avvolge Zucco dentro a un ritmo serrato, a un découpage che assomiglia a quello di una sceneggiatura cinematografica.

Di Bernard Marie Koltès
traduzione Francesco Bergamasco
adattamento, regia, scene e video Giorgina Pi
colonna sonora originale Valerio Vigliar
ambiente sonoro Collettivo Angelo Mai
con Valentino Mannias
e Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Sylvia De Fanti, Gaia Insenga
Giampiero Judica, Monica Demuru, Dimitri Papavasiliou
Alessandro Riceci, Alexia Sarantopoulou
produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Metastasio di Prato
e RomaEuropa Festival
un progetto di Bluemotion
in accordo con Arcadia & Ricono Ltd
per gentile concessione di François Koltès
in collaborazione con AMAT & Comune di Fabriano
 

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