liberamente tratto da "Lo cunto de li cunti" di Giambattista Basile
testo e regia Emma Dante
con Salvatore D’Onofrio, Carmine Maringola
elementi scenici e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro
assistente alla regia Manuel Capraro
produzione Festival di Spoleto 60, Teatro Biondo di Palermo
in collaborazione con Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone
Emma Dante rilegge in chiave originale una delle novelle più celebri della raccolta con cui Giambattista Basile creò un capolavoro della tradizione letteraria italiana e mondiale. Il napoletano del Basile, nutrito di espressioni gergali, proverbi e invettive popolari, produce modi e forme teatrali, tra lazzi della commedia dell’arte ed echi shakespeariani.
La novella parla di un re che s’innamora, ingannato, di una vecchia. Trasformata in una splendida ragazza dall’incantesimo di una fata, la “giovane” dirà all’altra sorella di essersi fatta scorticare per diventare così bella…
Seguendo la tradizione settecentesca, Emma Dante affida a due uomini i tre ruoli delle sorelle e del re. In uno spazio segnato da pochi arredi, con un castello in miniatura ad evocare il sogno, le due “vecchie”, per trascorrere il tempo, mettono in scena quell’antica fiaba che vorrebbe insegnare alle donne a non esser vanitose, alle vecchie ad avere il senso del ridicolo e agli uomini a non inseguire le apparenze.