Jesi 1729 - ?
Non è raro che la memoria di un personaggio sopravviva ai secoli non tanto per la sua vita quanto per la sua opera. E’ il caso, questo, di Gentiluccio Rocchi, estroso osservatore della natura che con la raccolta dei suoi disegni “a trompe-l’oeil” ci ha lasciato un piccolo patrimonio di artistica osservazione della natura, testimonianza del tentativo, riuscito, di stupire l’osservatore e di dimostrare l’effettiva capacità di analisi dell’autore.
Gentiluccio Rocchi nacque a Jesi da antica e nobile famiglia locale nell’aprile del 1729. Studiò diritto civile e canonico e nel 1756 si sposò con Lucrezia Honorati, di altra nobile famiglia jesina, dalla quale ebbe sette figli.
Tutte qui, sostanzialmente, le notizie relative alla sua vita. Da aggiungere una grande passione: la pittura, legata all’osservazione della natura, insetti e fiori principalmente, con una predilezione per la tecnica allora molto in voga del trompe-l’oeil, quasi un “divertissement” per dimostrare le capacità del pittore di ingannare l’occhio dell’osservatore.
Il pittore jesino utilizzò tale tecnica di “indistinguibile commistione di inganno e di verità” per valorizzare i suoi veri interessi verso la natura, tipico anche questo del periodo storico in cui visse.
Qualche tempo fa la Regione ha ristampato in anastatica il quaderno con i disegni di Gentiluccio Rocchi pervenuto a noi grazie alla cospicua donazione dell’ultimo suo discendente, il conte Luigi Rocchi Camerata Passionei, che alla sua morte (1906) donò alla biblioteca Passionei di Fossombrone molte opere d’arte appartenute alla sua famiglia, imparentata con il cardinale che fondò la raccolta forsempronese.
L’album di Fossombrone, 38 carte, rappresenta un unicum nel suo genere. Una raccolta che è felice sintesi di osservazione della natura (le farfalle tornano costantemente) nell’inganno di una composizione che presenta elementi bucolici e della quotidianità che, a dimostrazione del gusto fantasioso dell’autore, nascondono o scoprono il nome dell’autore citato in biglietti, lettere, notazioni, quasi a ricordare a chi guarda che Rocchi sbircia dal disegno ed osserva… chi osserva.
Non sappiamo qundo Gentiluccio Rocchi morì. Uno dei disegni contiene un sonetto nel quale l’autore rimpiange la sua giovinezza: “son otto lustri (da quando giovincello si divertiva con i compagni, n.d.r.) e pur mi sembran ore / oh come dell’età presto è il viaggio! / Uom nasce appena che s’invecchia e muore”, una melanconia che stride con l’ammiccante ottimismo che pervade i suoi disegni.
Giovanni Martinelli