di e con Alessandro Bergonzoni
regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
scene Alessandro Bergonzoni
produzione Teatro Carcano
I tempi sono colmi, i Dunque stanno arrivando. Bergonzoni corre, intorno al tavolo, unico elemento in scena, e intorno alla platea, perché non c’è più tempo da perdere, ma lui non vorrebbe lasciare indietro nessuno. Nel suo ultimo capolavoro ci chiede di «non coprire la distanza, ma scoprire la vicinanza, non infrangere le regole, ma rifrangere nuove regole».
Dopo il lunghissimo tour di Trascendi e Sali Alessandro Bergonzoni torna in teatro con il suo nuovo spettacolo.
«Un'asta dei pensieri dove cerco il miglior (s)offerente per mettere all'incanto il verso delle cose: magari d'uccello o di poeta».
Un luogo scenico, multifunzionale, dove proseguire la sua ricerca artistica nei territori che in questi anni lo hanno visto partecipare attivamente in prima persona ad avvenimenti sia artistici sia sociali applicando fattivamente la «congiungivite dove varco il fraintendere, fino all’unità dismisura, tra arte e sorte, fiamminghi e piromani, van Gogh e Bangkok, bene e Mahler, sangue fuori mano e stigmate, stigmate e astigmatici, Dalì fino Allah».
E se in questo nuovo allestimento vogliamo trovare un'altra cifra bergonzoniana, insieme ovviamente alla scrittura comica, dovremo cercarla nella “Crealtà”, altra sua invenzione, che esplicita, in un pensiero che si fa neologismo, la vera tensione morale di questo artista unico: il tentativo di ricreare una realtà che non solo non ci basta più ma che possiamo/dobbiamo reinventare giorno per giorno alla ricerca di un futuro di pace assoluta
e definitivamente più accogliente fino alle soglie di nuove percezioni e di altri significati.