Lo spettacolo contempla la partecipazione di un folto gruppo di uomini anonimi. Questi uomini – chiamati dalla strada – sono i protagonisti assoluti. Ciascuno di loro, per poter partecipare allo spettacolo, deve firmare un protocollo a cui promette di attenersi fedelmente. Anche dopo la firma del protocollo, gli “attori” rimarranno all’oscuro dello spettacolo. A pochi minuti dall’inizio, a ciascuno di loro viene consegnata una divisa da poliziotto e un auricolare senza fili. All’apertura del sipario, devono scrupolosamente eseguire gli ordini impartiti loro per via auricolare. I comandi sono ricevuti individualmente. Il costume degli “attori” è quello delle uniformi della polizia, a indicare simbolicamente la comune forza che governa tutto e tutti e, allo stesso tempo, a stagliare l’irriducibile risposta individuale che si dà alla sorte, quando questa si presenti in termini obbliganti. In gioco c’è l’acquisizione immediata di una parte “da recitare”: azioni da compiere anche quando non sono comprensibili le intenzioni. (…) Le potenzialità comiche – che inevitabilmente qui si scatenano – curvano alfine verso una dimensione oscura e perturbante. Nella pièce la schematica determinazione dei comandi costringe a un serrato confronto con l’indeterminatezza del tempo di esecuzione che, scorrendo, reca con sé il caso e l’inesperienza, il tremore e la lotta per la fermezza. La comicità e la violenza, l’una il sembiante dell’altra.
Romeo Castellucci è conosciuto in tutto il mondo per aver dato vita a un teatro fondato sulla totalità delle arti e rivolto a una percezione integrale dell’opera. Il suo lavoro è presentato nei più prestigiosi teatri internazionali. Insignito del titolo di Chevalier des Arts et des Lettres della Repubblica Francese è membro dell’Accadémie Royale de Belgique e ha ricevuto, tra gli altri riconoscimenti internazionali, il Leone d’oro alla Biennale di Venezia e due Golden Mask per la lirica.