Farrotto, bocconcini di cinghiale con datteri, pinoli e alici e frittelle di formaggio, sono solo alcuni dei piatti dell’archeocena che, insieme allo street food organizzato dalla Cna ed il concerto dei “Brutti di fosco”, saranno i momenti clou della “Rievocazione della Battaglia delle Nazioni 2023”. Manifestazione che con il supporto di un centinaio di rievocatori riporterà alla vita l’antica Sentinum venerdì 28 luglio, sabato 29 e domenica 30 luglio.
“Un evento che si svolge in uno dei parchi archeologici tra i più innovativi delle aree tematiche italiane con i suoi allestimenti multimediali e le nuove soluzioni architettoniche - afferma il sindaco Ing. Maurizio Greci – l’idea di dotare il parco di soluzioni tecnologiche ha permesso di rendere questo luogo di cultura più appetibile e più leggibile per il grande pubblico, guidati dalla Soprintendenza, inoltre sono state migliorate le modalità di fruizione e di visita”
L’evento declina la Storia e la vita quotidiana degli accampamenti dei legionari romani e degli antichi popoli sconfitti protagonisti della battaglia che, nel 295 a.C., segnò l’inizio della storica supremazia di Roma. Protagonisti sono i rievocatori di Colonia Ivlia Fanestris di Fano, della X Legio di Roma, del Teuta Cenomani di Padova e del Contubernium X^ Sentinum del Gaaum di Sassoferrato dal pomeriggio di venerdì alla tarda serata di sabato.
«Inoltre - spiega il Vicesindaco Lorena Varani – la rievocazione è tappa del Grand Tour delle Marche proposto da Tipicità insieme ad ANCI e rientra negli eventi dei “Borghi più belli d’Italia” e, da quest’anno, Sassoferrato è tra i Comuni membri della Rete Destinazione Sud, la Rievocazione della Battaglia fa parte del progetto “2023 Anno del turismo del Ritorno” che, oltre a rilanciare l’immagine dell’Italia, invita gli italiani all’estero a tornare in Italia per turismo e a interessarsi al Paese e investire nelle sue competenze e nei suoi talenti».
Di fatto, la rievocazione rientra nel programma proprio per il suo scopo di divulgazione del mondo antico, far conoscere attraverso la cucina, l’ eredità dei popoli nell’identità della nostra attuale società in un connubio che offre cultura tradizione ed emozioni (il Prof. Catani nel suo intervento, venerdì alle 17.00 a Palazzo degli Scalzi, tratterà de “La carriera militare del cavaliere C. Etrio Nasone e i rapporti con la sua Sentinum” , sabato alle 21.30 Giuseppe Cascarino tratterà il “Racconto della Battaglia di Sentinum”)
La Manifestazione è organizzata dal Comune di Sassoferrato, con il comitato tecnico scientifico composto dalla Soprintendenza, dall’associazione Sassoferratesi nel mondo e dall’Istituto Internazionale di Studi Piceni “Bartolo da Sassoferrato; patrocinata dalla Regione Marche, dalla Fondazione Cassa di risparmio Fabriano e Cupramontana, dalla Bcc di Pergola e Corinaldo, dall’Unione Montana dell’Esino-Frasassi. E’ tappa del Grand Tour delle Marche organizzato da Tipicità e Anci Marche, gode del supporto di Confcommercio, Confartigianato, Cna Ancona, Camera di Commercio delle Marche, de Le piazzette dei mestieri e dei sapori ed in collaborazione con cooperativa Happennines, il Gaaum e la Pro Loco.
Partner tecnici: l’acqua minerale Frasassi e l’azienda agricola Monterosso.
Il Programma:
Venerdì 28 luglio, alta gastronomia con la Cena del Legionario curata da Ristorart di Fabriano. Serata allietata da “Sine Tempore Ensemble “con i maestri di musica Andreina Zatti e Marco Agostinelli (prenotazione obbligatoria entro giovedì 27 luglio ore 20)
Sabato 29 luglio, lo street food di produttori esclusivamente marchigiani “Antica Roma” coordinato dalla Cna nel quadro de “le Piazzette dei Mestieri e dei Sapori. Il che fa di Sentinum la vetrina della recente scoperta a Pompei del Termopolio del Regio V, un luogo con resti del cibo da strada e delle bevande da asporto. Animano la serata il gruppo Sine Tempore Ensemble e quello di danze storiche “Quam Pulchra es”.
Sabato 29 alle ore 19,00 presso il Parco Archeologico di Sentinum, l’autore Mauro Fiorentini presenterà il volume: “Armamenti e tattiche militari nella battaglia del Sentino”
Domenica 30 luglio, concerto dei “Brutti di Fosco” (ingresso gratuito con prenotazione consigliata)
Nel corso delle tre giornate sono organizzate visite guidate del Parco archeologico di Santa Lucia e Civita e delle sale espositive dove un allestimento multimediale immersivo riproduce gli ambienti delle terme, della fonderia, e della domus.
Prenotazioni e Info :
Punto I.A.T. Sassoferrato 0732956257 – 3337300890
iat.sassoferrato@happennines.it
www.sassoferratoturismo.it/battaglia-delle-nazioni/
Approfondimenti
La vita quotidiana ai tempi della Battaglia delle Nazioni
Venerdì 28 e Sabato 29 luglio, i rievocatori di Colonia Ivlia Fanestris di Fano, della X Legio di Roma, del Teuta Cenomani di Padova e del Contubernium X^Sentinum del Gaaum di Sassoferrato faranno rivivere la vita quotidiana dei popoli antichi con una serie di laboratori didattici.
“Come la Legione romana, Invincibile macchina da guerra”; didattica sul reparto militare (Epoca Regia, Repubblicana ed Imperiale); “evoluzione delle armi, armamenti, tecniche e tattiche di battaglia della Legione Romana”; le armi da lancio in uso nell'esercito (modellini in scala); come giocavano i bambini dell’Antica Roma; giochi e passatempi dei Romani, gli strumenti musicali nella Roma Antica; la viabilità con “tutte le strade portano a Roma”; gli attrezzi; la misurazione del tempo; la numismatica romana; la numismatica in uso ai popoli Celti; arti e mestieri dei Romani; la misura del tempo e dello spazio; la forgiatura del ferro; la tessitura e il telaio; armi e armamenti celti.
L’archeocena di Venerdì 28 luglio
Curata da RistorArt, il catering fabrianese, l’intento è mettere in evidenza la storia di cibi e la loro identità all’interno della cucina attuale». Il menù è stato studiato con la Soprintendenza dei Beni Archeologici delle Marche.
Antipasto: Insalata di pane bruscato, cubetti di formaggio pecorino, con olio evo e capperi; Frittelle di formaggio; Caciofiore: crostone di pane tostato con miele e formaggio di pecorino romano fuso; farotto. Primo: antica lasagna con strati di carne e spezie. Secondo: Bocconcini di cinghiale con sedano,carota, cipolla, datteri, cumino, pinoli senape e colatura di alici. Contorno: erbe selvatiche amare. Dessert: dulcia simulae, un dolce di semolino già cotto con latte, miele pinoli, uova e pepe. La cena sarà accompagnata da pane artolagamus: farina, olio evo, uva passa, mandorle, miele, sapa, pepe e sale.
Sabato 29 luglio, lo Street food “Antica Roma”
Organizzata dalla Cna fa parte dell’iniziativa “Le piazzette dei Mestieri e dei Sapori” e ricorda il Termopolio del Regio V, un luogo con resti del cibo da strada e delle bevande da asporto recentemente scoperto a Pompei. “Stiamo lavorando da diversi anni – spiega Andrea Cantori della Cna agroalimentare di Ancona - nella costruzione di una cordata di imprese marchigiane per lo street food, un segmento che sta riscuotendo un discreto successo. Per questo Cna e Copagri di Ancona e Macerata hanno costruito il raggruppamento “Le piazzette dei Mestieri e dei Sapori”. In questo 2023, grazie al contributo della Camera di Commercio delle Marche, questo progetto sta organizzando mercatini e street food in tutta la provincia, sia autonomamente che in collaborazione con istituzioni e associazioni. Mira così a promuovere il prodotto tipico sempre più testimonial del territorio, inteso come sviluppo economico. La sua caratteristica principale è la presenza esclusiva di produttori marchigiani, piccole imprese del territorio che si organizzano per questa tipologia di mercato”. Nel Parco Archeologico Sentinum saranno presenti sei stand: i salumifici di Franco Properzi di Colmurano e Moroni di Camerano, l’azienda Bio Legalasino di Filottrano (Pizza), Non solo Pasta di Macerata, il Birrificio Millecento di Fabriano e la carne di Fuori Tempo di Fabriano.
Domenica 30 luglio
Concerto dei “Brutti di Fosco” - Dalle Marche la nuova band del panorama alternativo della Celtic Music!
CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DELLE NAZIONI 295 a.C.
Verso la “Battaglia del Sentino”
Nel 295 a.C. nell’agrum Sentinas (territorio sentinate) fu combattuta una memorabile battaglia. In quegli anni Roma era impegnata nella terza Guerra Sannitica, che sarebbe giusto ricordare come prima Guerra Italica, dato che non fu combattuta contro i soli Sanniti, ma coinvolse le popolazioni dell’Italia centro-meridionale che si trovarono per la prima volta unite con i Romani o contro il “pericolo romano”. I Sanniti erano già dal 302 a.C. in guerra coi Romani nel territorio della Lucania, mentre gli Umbri avevano visto fondare nel proprio territorio nel 299 a.C. la colonia latina di Narnia (Narni). Le città etrusche dal canto loro erano minacciate nei propri interessi commerciali. Umbri ed Etruschi avevano quindi buoni motivi per temere di dover rinunciare all’indipendenza, mentre i Galli Senoni vedevano addirittura in pericolo la propria esistenza. Stratega della federazione antiromana fu il capo sannita Gellio Egnazio. I Piceni invece, abitatori delle Marche centro-meridionali, nel 299 a.C. stipularono un’alleanza coi Romani, forse perché nutrivano avversione nei confronti dei Galli.
Il Senato affidò ai consoli Quinto Fabio Massimo Rulliano e Publio Decio Mure il comando di quattro legioni per affrontare l’esercito dei nemici e obbligarli alla battaglia. Dopo uno scontro nei pressi di Chiusi, gli eserciti si spostarono sul versante orientale dell’Appennino. Fabio riuscì ad infrangere la compattezza degli avversari, costringendo Etruschi ed Umbri a tornare verso Chiusi e le aree interne, nel frattempo attaccate dai Romani. Così, a fronteggiarsi sul campo di battaglia in un caldo giorno d’estate, rimasero da una parte i Romani con i loro alleati Latini, Campani e alcune tribù sabelliche, mentre dall’altra i Sanniti e i Galli Senoni.
Gli eserciti in campo
La legione romana in quest’epoca era composta da una falange di circa 3.000 opliti cui si aggiungeva la cavalleria e la fanteria leggera. E’ probabile che per la battaglia del Sentino la formazione fosse schierata con un’organizzazione manipolare, composta da unità piccole e mobili che si disponevano a scacchiera sul terreno.
La prima linea era composta da dieci manipoli di hastati, ognuno con 120 fanti divisi in due serrate centurie. La seconda linea era quella dei principes identici per numero ai fanti della prima linea, ma disposti in file più aperte. L’ultima linea era costituita dai triarii, i soldati veterani, sempre divisi in dieci manipoli però di 60 fanti ognuno. Ogni manipolo era preceduto da un numero variabile di velites, fanti armati alla leggera che disturbavano il nemico con lanci di giavellotti e ghiande-missile. A fianco della legione si disponevano dieci turmae di cavalieri. Accanto ai cittadini romani, sulle ali esterne dello schieramento stavano gli alleati. Ogni console aveva il comando supremo di due legioni.
In questa battaglia è quindi probabile che i Romani schierarono quattro legioni di 4.200 fanti e 300 cavalieri ognuna, più un numero di fanti alleati ancora superiore insieme a 1.000 soldati campani a cavallo, per un totale di circa 40.000 uomini in campo.
Dall’altra parte c’era un numero superiore di Sanniti e Galli Senoni. I Sanniti adottavano una tattica manipolare simile a quella romana e schieravano anche la legio linteata, un corpo d’elite che indossava tuniche di lino bianco e portava scudi coperti d’argento. I Galli si disponevano invece senza formazione fissa e, oltre ad un armamento d’avanguardia, potevano disporre di cavalleria e carri da guerra con cui spostarsi sul terreno di battaglia.
La battaglia
Narra la leggenda che, prima della battaglia, davanti alle truppe comparve una cerva inseguita da un lupo: la cerva si diresse verso i Galli che la trafissero, mentre il lupo corse verso le fila romane dove fu accolto come un messaggero del favore degli dei.
Alla sinistra dello schieramento Decio si trovò di fronte i Galli, mentre Fabio si scontrò coi Sanniti. La tattica cauta di Fabio portò allo sfondamento del fronte nemico, mentre l’irruenza di Decio mise in seria difficoltà le legioni, che furono salvate dal soccorso del collega e da un gesto rimasto famoso: Decio Mure, mettendo in atto un antico rituale, la devotio, votò sé stesso agli dei inferi pregando di trascinarsi dietro i nemici. Così, disarmato, si gettò nel mezzo della mischia e si fece uccidere. I Romani conseguirono una netta vittoria, infliggendo ai nemici 25.000 morti e 8.000 prigionieri. Decio rimase nella memoria del popolo romano per la sua suprema abnegazione e la Battaglia del Sentino cambiò le sorti della penisola, aprendo a Roma la conquista dell’Italia centro-settentrionale.
La battaglia si svolse probabilmente su un terreno semipianeggiante nei pressi del fiume Sentino, da cui poi avrebbe preso il nome la città romana. Secondo Paolo Sommella, l’accampamento romano si sarebbe trovato nella zona di Stavellina, mentre quello avversario tra Monterosso e Civitalba e la pianura nel mezzo, percorsa dal torrente Sanguerone, avrebbe visto lo svolgimento dello scontro.
Altre ipotesi sono state fatte per identificare il sito; recentemente Giulio Firpo, stravolgendo le tesi tradizionali, ha proposto il “piano del Sentino” nel comune di Rapolano, in Toscana, nel cuore dell’Etruria.