Le Marche sono caratterizzate dalla presenza di moltissimi piccoli centri con un patrimonio storico immenso, sia per quantità che per qualità. E non si parla solo dei siti a cielo aperto, che costituiscono l’ormai notissimo museo diffuso, ma anche della miriade di raccolte museali, spesso numerose all’interno di uno stesso centro e che propongono diverse tipologie di oggetti, aprendo in questo modo una finestra sulla vita e sul passato di quel paese.
Sassoferrato illustra molto bene questa realtà marchigiana, in quanto il centro di appena 7000 abitanti ospita sei musei che sono un documento della sua storia: il Museo Civico Archeologico, che mostra la prossimità dell’abitato moderno con la romana Sentinum; la Raccolta Perottiana, donata dall’umanista Nicolò Perotti; il Museo delle Arti e Tradizioni popolari, che conserva il ricordo di mestieri e tradizioni che la modernità ha fatto e sta facendo scomparire; il Museo della miniera di Zolfo, che ha trasformato un luogo di archeologia industriale in un documento di tutto ciò che ruotava intorno alla più importante attività economica locale.
In questa sede ci soffermeremo sulla Civica Raccolta d’Arte e sulla raccolta Incisori marchigiani, che sono state inaugurate da poche settimane all’interno di Palazzo Oliva, fatto costruire dal Cardinale Alessandro Oliva nel Quattrocento nella sua città natale.
Il corpus della Civica Raccolta d’Arte non nasce in occasione di questo allestimento, ma ha oltre 100 anni: è costituito da un cospicuo numero di dipinti finora conservati in deposito e provenienti da chiese, confraternite, conventi e collezioni private della città e dei dintorni che, come spesso accadeva in quei primi anni dell’unità d’Italia, si sarebbero irrimediabilmente dispersi senza la volontà di conservare nel territorio i beni delle comunità religiose soppresse in seguito alle leggi laiche del nascente stato italiano.
Tra le opere, databili dal Quattrocento alla fine del Settecento, si ricordano quelle di Pietro Paolo Agabiti (1465/70 - 1540) e di Giovan Battista Salvi (1609 – 1685), conosciuto come il Sassoferrato dal nome della sua città natale, i cui modelli compositivi hanno avuto un successo straordinario al punto di essere continuamente replicati, anche nei secoli successivi.
Di grande interesse è anche la raccolta Incisori marchigiani, trasferita al comune dai coniugi Mirella e Franco Paglierini. La collezione presenta oltre 400 opere grafiche (di cui 17 disegni), databili dal 1550 a oggi, di importanti artisti marchigiani, tra i quali si possono citare Luca Ciambellano, Domenico Peruzzini, Simone Cantarini, Carlo Maratta, Adolfo De Carolis, Anselmo Bucci, Bartolini, Mario Tozzi, ecc. Il percorso museale comprende una selezione di circa ottanta opere, mentre le restanti saranno conservate in un archivio allestito all’interno dello stesso Palazzo Oliva.
Monia Marzetti
Foto dal sito www.sassoferratocultura.it