Il Festival Storie torna ad animare le serate estive con il secondo appuntamento de “Il Salottino del Musical”, format che porta il grande teatro in una dimensione intima e conviviale. Giovedì 28 agosto, alle 21.30 (ingresso libero), la cornice di Piazza Castello a Grottazzolina ospiterà l’incontro speciale che vedrà protagonista Chiara Noschese, attrice, regista e figura di spicco del musical italiano. A fare gli onori di casa sarà il direttore artistico del Festival Saverio Marconi, che accoglierà la sua ospite in un dialogo autentico, ricco di ricordi e riflessioni sul mondo dello spettacolo. Un legame personale e professionale con Saverio Marconi rende questo incontro un’occasione unica: un salottino speciale, da vivere insieme tra storie, emozioni e passione per il teatro musicale. L’incontro sarà condotto dalla giornalista Chiara Fermani. Diplomata al Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti, Chiara Noschese ha collaborato con grandi maestri e interpretato ruoli memorabili in spettacoli diretti proprio da Marconi, tra cui “Cantando sotto la pioggia”, “Dance”, “Le notti di Cabiria” e “Giorno della tartaruga”, che le è valso il Premio Flaiano nel 2008. Oggi è anche direttore artistico della Musical Academy Milano presso il Teatro Nazionale, un punto di riferimento internazionale per la formazione nel settore.
Chiara, con Saverio Marconi la lega un rapporto artistico e umano che dura da anni. Cosa significa per lei condividere il Salottino del Festival Storie proprio accanto a lui?
“Con Saverio ci vediamo saltuariamente, ma spesso in estate passo qualche giorno da lui nelle Marche. Condividere questa serata insieme è il massimo: posso considerarlo uno dei miei migliori amici. Ci vogliamo bene da tanti anni”.
Da interprete nei suoi musical a regista, ora siete colleghi.
“Fondamentalmente siamo amici. Certo, fa un po’ strano, ma è stato un percorso lento, quasi naturale”.
Quindi si riescono a creare delle amicizie vere grazie al teatro?
“È raro. L’importante è che il rapporto vada al di là del lavoro. Personalmente le chiacchiere dei teatranti che parlano solo di quello mi annoiano tantissimo. Con Saverio, che la pensa come me, evitiamo di parlare di lavoro, parliamo di tutt'altro”.
Ha attraversato generi e palcoscenici diversi, come attrice e come regista. C’è un’esperienza che considera davvero rappresentativa del suo modo di vivere il teatro?
“Una in particolare no, perché è come se ogni volta si diventasse una persona nuova. Saverio mi dice sempre: “Ti devi innamorare di quello che stai facendo”. Spesso capita che uno spettacolo, all’inizio, non sembri nelle tue corde. A me è successo, per esempio, con ‘Chicago’: pensavo non mi piacesse e invece ci ho vinto il Premio Flaiano. Col tempo impari ad innamorarti di ciò che stai facendo, anche se all’inizio non ti convince. Devi cercare di difendere la prima idea che ti viene in mente: se riesci a seguirla, al di là degli incassi, hai già vinto nel tuo cuore”.
Il musical è stato il suo primo amore?
“Amavo molto cantare e ho scelto la scuola di Gigi Proietti anche per questo. I suoi allievi dovevano uscire come lui: attori e cantanti insieme. Non sono mai stata una “mitomane” del musical, ma mi è capitato di farne tanti, come attrice e come regista. Piano piano ti rendi conto che la musica diventa indispensabile, perché arriva dritta al cuore, e per questo me ne sono innamorata. Il musical lo devi proprio amare. Nell’ultimo spettacolo che ho diretto, ‘November’, la musica mi è mancata molto”.
A proposito di legami con le Marche, in ‘Enea’ di Pietro Castellitto ha recitato con il fermano Giorgio Montanini…
“Giorgio è un attore bravissimo, gigantesco, con una personalità scoppiettante. Abbiamo girato solo una scena insieme, ma poi abbiamo condiviso l’esperienza della Mostra del Cinema di Venezia ed è stato molto bello”.