www.araldicacivica.it www.araldicacivica.it

Situato in un territorio già diffusamente abitato durante l'Impero Romano, l'odierno centro storico di Petritoli si venne formando lungo l'Alto Medioevo, quando, per opera di vari ordini monastici, in particolare i Farfensi, si verificò l'unione di tre precedenti villaggi, Petrosa, Petrania e Petrollavia. Questo processo, completato nel XI secolo, diede vita ad un castello dalla grande importanza strategica, avente ampia autonomia amministrativa sul territorio circostante, sotto la tutela diretta della Santa Sede.

Ma ben presto, sempre durante l'XI secolo, Petritoli perse l'autonomia, passando sotto il controllo dell'episcopato di Fermo, a cui legò le sue sorti per più di quattro secoli. In questo arco di tempo i petritolesi cercarono in tutti i modi, anche affrontando l'esercito fermano, di riconquistare la loro autonomia, ma sempre senza esito positivo. Contemporaneamente subì numerose scorrerie di diversi eserciti stranieri intenti alla conquista del territorio fermano.

La situazione cambiò profondamente quando nel 1537 papa Paolo III Farnese, riconoscente per l'aiuto che i petritolesi gli avevano offerto pochi anni prima, conferì a Petritoli il titolo di Terra. La comunità petritolese mantenne così la nuova autonomia fino alla fine del secolo, quando ritornò sotto il controllo di Fermo. Lungo il XVII e il XVIII secolo Petritoli rimase comunque uno dei "castelli maggiori" del fermano, grazie in particolare alle numerose ed importanti istituzioni religiose qui attive. Con l'arrivo delle truppe napoleoniche, sostenute dalla locale classe politica, Petritoli divenne sede di Cantone, uno degli otto centri amministrativi del napoleonico Dipartimento del Tronto. Lo spirito della rivoluzione diffuso dai francesi non venne meno con la restaurazione dello Stato Pontificio e con il ritorno del controllo del vescovo di Fermo. Petritoli fu infatti uno dei principali centri del Risorgimento marchigiano ed anche nazionale. Grazie a molti cittadini, in particolare alle figure di Filippo Mannocchi Tornabuoni, eletto deputato all'Assemblea Costituente della Repubblica Romana del 1849, e a Costantino Tamanti, che partecipò agli scontri armati anche tra le file dei garibaldini, Petritoli entrò a fare parte del nuovo stato unitario.

Dal 1861 la città conobbe una vivacità politica, culturale ed artistica viva ancora oggi in diversi edifici del centro storico e negli scritti lasciatici da un grande cultore del folklore piceno, Luigi Mannocchi. Gli eventi storici della prima metà del XX secolo lasciarono profondi segni indelebili negli animi dei petritolesi, i quali però non fecero mancare l'aiuto ai profughi provenienti dal comune trevigiano di Vidor, con cui è attualmente gemellato.


Negli ultimi cinquant'anni, nonostante i vari e rapidi cambiamenti della società, Petritoli ha continuato a mantenere una grande importanza sia sociale che economica nella valle dell'Aso e nel fermano. E tutto ciò si potrà constatarlo concretamente visitando i luoghi caratteristici, rivivendo le tradizioni, scoprendo le tipicità artigianali e gastronomiche, ma soprattutto incontrando la gente di questo "balcone sulla Valdaso" che è Petritoli. (Dott. Pierluigi Vitellozzi)

Da vedere:

Piazza Rocca e la Torre Civica
Nell'elegante contesto di Piazza Rocca domina maestosa con i suoi oltre quaranta metri di altezza la Torre Civica, dalla quale è possibile ammirare un panorama da mozzare il fiato. La torre venne eretta nel 1831 abbattendo alcuni edifici, probabilmente ciò che rimaneva dell?antico centro monastico. Recentemente restaurata, è possibile accederci nei giorni di apertura. Sempre in Piazza Rocca è possibile visitare lo studio del pittore Franco Tizi, uno dei più grandi maestri del colore in Italia.

Tre Archi
Incastonati tra due bastioni del XV secolo, i Tre Archi furono costruiti nel 1872 abbattendo l'antica porta Petrania. Realizzati in stile neogotico, i Tre Archi hanno una funzione eminentemente decorativa e celebrativa. Recentemente restaurati e dotati di una suggestiva illuminazione.

Porta Petrosa e le mura di difesa
Molte porte di ingresso al castello di Petritoli, tra cui la Porta Petrosa, furono demolite nel Novecento per agevolare il passaggio dei primi autoveicoli. Le uniche sopravvissute sono, oltre ai già citati Tre Archi, l'arretrato arco ogivale in largo Tre Archi e la porta quattrocentesca all?inizio del Borgo Vecchio. Oltre a queste porte di ingresso, si sono conservate estese porzioni delle mura di difesa, costruite nel XV secolo e riconsolidate nel tempo. In un itinerario lungo via del Teatro, via dei Muraglioni e lungo la strada detta ?sotto ripa? è possibile ancora ammirarle in tutto il loro splendore. Inoltre questa passeggiata è impreziosita verso sud da un suggestivo scorcio sulla Valdaso, verso nord da una stupenda e invidiabile vista panoramica, da dove è possibile ammirare il fermano e parte del maceratese, movendo lo sguardo dai monti Sibillini al monte Conero verso le acque dell'Adriatico.


fonte: www.comune.petritoli.fm.it

Altro in questa categoria:

Preferenze Cookie
Le tue preferenze relative al consenso
Qui puoi esprimere le tue preferenze di consenso alle tecnologie di tracciamento che adottiamo per offrire le funzionalità e attività sotto descritte. Per ottenere ulteriori informazioni, fai riferimento alla Cookie Policy.Puoi rivedere e modificare le tue scelte in qualsiasi momento.
Analytics
Questi cookie ci permettono di contare le visite e fonti di traffico in modo da poter misurare e migliorare le prestazioni del nostro sito. Ci aiutano a sapere quali sono le pagine più e meno popolari e vedere come i visitatori si muovono intorno al sito. Tutte le informazioni raccolte dai cookie sono aggregate e quindi anonime.
Google Analytics
Accetta
Declina
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Salva la corrente selezione