www.araldicacivica.it www.araldicacivica.it

Morrovalle, caratteristica cittadina di origine medioevale, è notevole soprattutto per i suoi antichi e pregevoli palazzi gentilizi delle caratteristiche linee architettoniche, per le chiese con le interessanti opere d'arte, per i conventi con i loro particolari eventi storici, per un museo - pinacoteca internazionale del presepio.

Il centro storico:

Porta Alvaro è l'ingresso principale del centro storico. Il monumento architettonico risale al secolo XIV. Di esso si parla negli Statuti del 1570. La porta ha subito diverse trasformazioni. Nei secoli passati, ad essa era unita un'alta cinta muraria e le porte in ferro che serravano l'ingresso alla sera. C'erano persino, uomini addetti alla chiusura e all'apertura della porta: venivano chiamati "Clavigeri". Anche il nome della porta ha subito modifiche. Dapprima denominata "Porta Maris" (perché rivolta verso il mare); poi "Porta dell'Alba" (perché vedeva il sorgere del sole); poi "Porta Alvaro" a ricordo di una battaglia avvenuta nel 1445 tra gli Aragonesi, difensori del Papato e le truppe di Francesco Sforza, usurpatore del potere temporale della Chiesa. Lo Sforza asserragliato nel centro storico combattè contro Alvaro, condottiero aragonese, che cadde ai piedi della porta di questa città. Sul fronte della Porta si può notare lo stemma di S. Bernardino: la Santa Eucaristia; un' iscrizione lapidaria indica al viandante che questa è "Civitas Eucharestiae" definizione voluta dal Consiglio Comunale nel 1960 a ricordo del Miracolo Eucaristico avvenuto nel 1560 nel Convento Francescano.

La Porta delle Fonti o San Bernardino è la seconda porta d'accesso al centro storico. Di origine medioevale, del XIV secolo, è stata più volte restaurata. E' inserita in un insieme scenografico, legata alla deformazione collinare scoscesa. E' caratterizzata da una lunga scalinata attraverso la quale si giunge ad un arco a tutto sesto sovrastato da un arco semi-acuto ogivale. Sul frontone, si nota il simbolo di S. Bernardino: la S. Eucaristia. Un documento d'archivio del 1428 testimonia che il Santo entrò da questa porta ed uscì da Porta Maris (Porta Alvaro). Vicino alla Porta S. Bernardino era situata anche Porta S. Donato. Questa che si apriva verso la Valle del Chienti. Soltanto dopo la metà del 1800 fu costruita una strada di circonvallazione che univa le tre porte: S. Bernardino, S. Donato e porta Alvaro. La Porta è stata demolita dopo la guerra contro lo Sforza nel 1445. A testimonianza di questa porta è rimasta soltanto una strada in salita con balaustra mattonata.

Il Palazzo Comunale sorge di fronte al Palazzo Podestà ("Palazzotto del Podestà"). Lo spazio su cui fu costruito questo edificio fu acquistato dalla comunità morrovallese nel XIV secolo. Fu edificata una casa di terra di piccole dimensioni che doveva servire da Cancelleria ossia da Segreteria del municipio. Non sappiamo per quanto tempo l'edificio rimase di queste dimensioni ma sappiamo che nel XIX secolo e precisamente nel 1802 la nuova sede fu adattata ad esigenze municipali. L'esterno del palazzo presenta un lungo porticato ad archi a tutto sesto poggiato su tozze e squadrate colonne. I due piani superiori hanno un numero di finestre quanti sono gli archi sottostanti intervallate due a due da una leggera lesena. Al centro dei due piani compare l'orologio. Le bianche lapidi di marmo, esaltano le gesta legate al sacrificio di uomini semplici al patriottismo di quanti hanno creduto alla grandezza dell'Italia nell'epoca risorgimentale o nelle guerre coloniali. Nella facciata laterale sono inseriti lo stemma del cardinale Mimo (1312) e una lapide a ricordo delle ultime vicende militari (39/44). All'interno il Palazzo non conserva niente di clamoroso. Fino al 1964 esisteva un teatrino affrescato con tre ordini di palchi e il telone del sipario dipinto dall'artista Gaetano Galassi di Fermo. È andato tutto distrutto, la stanza è adibita a Sala Consigliare. Nei locali della Segreteria Comunale in pareti diverse sono murate due pietre scolpite. Una evidenzia l'immagine di un grosso volatile con una scritta non facilmente decifrabile, si tratta di uno stemma di famiglia. L'altra è lo stemma di una persona che ha rivestito dignità cardinalizie, con in alto un ampio cappello cardinalizio e al centro un'aquila coronata segno di regalità e potenza. In basso sono scolpiti due marchingegni bellici a difesa di un patrimonio di Fede contro gli scimastici e a salvaguardia di un potere temporale acquisito. Accanto alla sede municipale è la trecentesca Torre Civica. tozza, squadrata e con merli ghibellini alla sommità.

L'angolo Paglialunga è un angolo caratteristico vicino alla chiesa di S. Bartolomeo. Si arriva a questo punto attraversando un vicolo costeggiato da case antiche e oltrepassando un arco, così da giungere allo spiazzo - cortile di "casa Paglialunga". Ha preso questo nome dall'ultimo proprietario Ettore Paglialunga, artigiano del ferro battuto. La casa appartenne in precedenza a Filippo Porfiri, patrizio prefetto dei cavalieri della terra di Morro, come si nota dall'iscrizione posta sopra l'arco d'accesso alla casa. Questa casa è in puro stile rinascimentale. Il portale e le tre finestre superiori sono molto sobrie senza decorazioni tranne nell'ingresso; le colonne che sostengono l'arco a tutto sesto hanno capitelli leggermente scanalati e nello spazio laterale all'arco ci sono due fioroni (tipico elemento ornamentale rinascimentale ). Al di sopra l'iscrizione e a concludere l'architrave leggermente sporgente. Quest'ultimo componente lo si ritrova anche al disopra delle finestre caratterizzate da una cornice con un doppio profilo poggiante sopra un sottile davanzale. All'interno la casa era impreziosita da una bella caminiera e da soffitti a cassettoni con fregi ornamentali lignei ormai smontati e svenduti.

Casa Romagnoli è segnalata tra le più antiche case di questa cittadina. Questa struttura in pessimo stato, testimonia la presenza nella zona di maestranze dalmate che lavoravano per committenti veneti. Nell'archivio storico, difatti esistevano carteggi (ora trafugati) con sigilli in pasta e lacci in seta che testimoniano il rapporto con la "Serenissima". Quindi, Morrovalle come molte altre cittadine delle Marche testimoniano il legame Marche - Veneto nell'attività architettonica, conseguenza di quel più stretto rapporto delle due regioni nell'attività pittorica, con le scuole sanseverinate e tolentinate. In facciata, il portale d'ingresso posto centralmente e le finestre nel piano superiore, per i loro aspetti qualitativi, riferiscono di una stagione tardo gotica. Il portale d'accesso è la risultante di due sistemi di copertura: ogivale esterno profilato con delle sottili cornici e un arco ribassato interno decorato con motivi a girali. Anche le finestre trilobate alcune con degli elementi ornamentali, sono un tipico esempio di tradizione gotica. Tutti questi abbellimenti conferiscono una certa dignità all'edificio considerando soprattutto che si tratta di una casa privata. A sinistra, al piano terra si può notare una piccola porta ora tamponata.Questa veniva chiamata la "porta del morto" e serviva a far transitare la bara di un familiare defunto.

Sempre nel centro storico troviamo il Palazzo Lazzarini. Costruito nel XIV secolo è stato più volte trasformato per cui presenta una commistione di elementi originali insieme a quelli ricostruiti in stile neo-gotico. L'origine di questo palazzo è collegata alla venuta del capostipite dei Lazzarini, il conte Werner della famiglia dei conti di Lenzburg, calato in Italia dalla Germania nel 1053 con Federico di Lorena in aiuto del Papa San Leone I. Costui si impossessò del castello di Morro e lo ampliò. Da qui complessa e ricca è la storia della famiglia Lazzarini. Il castello di Morro fu diverse volte conteso tra questa famiglia e il vescovo di Fermo. Nel 1164 Guarmiero IV della famiglia Lazzarini perse il castello di Morro in favore del vescovo di Fermo Baligano. Poi vennero Gualtiero e Lazzarino da cui ebbe origine il cognome dei Lazzarini. All'interno del palazzo c'era una lapide del 1247 a ricordo di un restauro avvenuto dopo la battaglia del 1245 combattuta tra le fazioni legate alla Chiesa di Roma e quelle all'imperatore Federico II di Svevia. Il restauro avvenne per volere di Lazzarini dopo aver conquistato il castello. Lo perse nel 1248 perché cacciato dalla comunità di Morrovalle. Sul fronte del palazzo una ulteriore lapide testimonia di un secondo restauro avvenuto nel XVIII secolo. Questa iscrizione è posta sopra il portale centrale d'accesso all'edificio. Quest'ultimo costituisce l'elemento più importante del complesso. In stile gotico con colonne a torciglione rappresenta il riutilizzo di un materiale più antico inserito in un architettura neo-gotica. Esso apparteneva ad un castello che i Lazzarini avevano nella frazione di S. Lucia, fatto demolire nel 1500 da Papa Giulio II (imparentato ai Lazzarini) per alcuni misfatti operati dai membri di quella famiglia. Al centro della facciata si nota anche lo stemma della famiglia: un grande delfino abboccante un delfino piccolo. Nei due piani superiori una serie di finestre incorniciate con elementi decorativi, alla sommità un cornicione con motivi incrociati e una lunga fila di merli ghibellini aggiunti in epoca recente.

fonte: www.comune.morrovalle.mc.it

Altro in questa categoria:

Preferenze Cookie
Le tue preferenze relative al consenso
Qui puoi esprimere le tue preferenze di consenso alle tecnologie di tracciamento che adottiamo per offrire le funzionalità e attività sotto descritte. Per ottenere ulteriori informazioni, fai riferimento alla Cookie Policy.Puoi rivedere e modificare le tue scelte in qualsiasi momento.
Analytics
Questi cookie ci permettono di contare le visite e fonti di traffico in modo da poter misurare e migliorare le prestazioni del nostro sito. Ci aiutano a sapere quali sono le pagine più e meno popolari e vedere come i visitatori si muovono intorno al sito. Tutte le informazioni raccolte dai cookie sono aggregate e quindi anonime.
Google Analytics
Accetta
Declina
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Salva la corrente selezione