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Montemonaco è un piccolo comune appenninico della provincia di Ascoli Piceno. Sorge nell’alta valle dell’Aso, di fronte al Monte Sibilla, ad un’altitudine di 988 m. s.l.m. e conta 660 abitanti. Notevoli sono i valori paesistici di questo territorio montano. Vi si trova il Lago di Pilato, unico specchio d’acqua naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi glaciali dell’Appennino.
Il nome di Montemonaco sembra derivare dagli insediamenti dei monaci benedettini farfensi, testi-moniati in documenti del X secolo. Il piccolo aggregato di case sorto intorno al monastero farfense crebbe fino a passare nelle mani dei Nobili di Montepassillo nel XII secolo.

Alla fine di questo secolo Montemonaco era un comune soggetto alla S. Sede. Ben presto ventitré castelli passarono sotto il suo controllo allargandone notevolmente il territorio, mentre, a partire dal Duecento, veniva costruita la potente cerchia di mura scandita da grossi torrioni, ancora oggi in parte esistente. Sulle mura si aprivano tre porte chiamate di S. Biagio, S. Giorgio e S. Lorenzo, che insieme a S. Maria, davano il nome ai quartieri di questa piccola, ma ben strutturata città medievale. Essa acquisì importanza grazie al controllo di vie di comunicazione e di transitati passi appenninici.

La piena autonomia goduta da Montemonaco la pose spesso in conflitto con i comuni vicini: Co-munanza, Montefortino, Arquata e soprattutto Norcia. L’isolamento geografico ne fece anche una terra di asilo di personaggi che sfuggivano a persecu-zioni, come alcuni membri della sette ereticali dei Fraticelli e dei Clareni. Forse per questa sua par-ticolarità, il territorio di Montemonaco ha alimentato diverse leggende. La più nota è quella della Sibilla Appenninica, sorta di vaticinatrice abitante in una grotta del monte che da lei avrebbe pre-so il nome. La fonte di questa leggenda è letteraria, attraverso il poema di Andrea da Barberino Guerrin Meschino e parzialmente “storica”, attraverso i diari del cavaliere Antoine de La Sale, in-viato a Montemonaco nel 1420 dalla duchessa di Borgogna per acquisire informazioni su questa mi-steriosa profetessa, la cui fama doveva aver raggiunto la Francia. Nel Quattrocento il Lago di Pilato (allora sotto Norcia) era detto anche Lago della Sibilla ed era considerato luogo di ritrovo di maghi e negromanti.

Un’altra presenza “non ortodossa” nel territorio di Montemonaco è rappresentata da misteriosi ca-valieri spagnoli e del regno di Napoli dediti all’alchimia che, alla metà del Quattrocento, attirarono una denuncia e una scomunica papale sui priori e sull’intero Comune. Nel 1453 gli accusati furono tutti assolti, ma l’episodio testimonia della diffusione di pratiche magiche legate alla conoscenza delle proprietà curative delle piante officinali.

Nei secc. XV e XVI, i più floridi per Montemonaco, furono edificati i suoi principali monumenti religiosi e civili: la chiesa di S. Biagio intra moenia, oggi addossata alla parrocchiale di S. Bene-detto, e S. Giovanni Battista. Il notevole Palazzo dei Priori (oggi Palazzo Comunale), fu co-struito all’inizio del Quattrocento e portato alle forme attuali alla fine del secolo successivo.
Oggi Montemonaco, che nel corso del Novecento ha subito un notevole decremento della popola-zione, vive di turismo oltre che della tradizionale economia della montagna. Tutti gli anni, l'ultima domenica di ottobre vi si tiene la tradizionale Sagra Mercato della Castagna.

a cura di Pierluigi Cavalieri

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