Castelfidardo, nota come patria della fisarmonica, è ancora oggi tra i più importanti centri di produzione industriale di strumenti musicali.

Sorge su un colle a 212 m s.l.m., tra le vallate dei fiumi Aspio e Musone. Dista 22 chilometri da Ancona, 8 km dalla riviera del Conero e tutt'attorno, a pochi chilometri, le città di Porto Recanati, Loreto, Recanati ed Osimo.

La collina su cui sorge la città era già abitata prima che i Romani conquistassero le Marche (III - II sec. a.C.). Alcune tombe picene, rinvenute nella zona delle Fornaci, risalgono con certezza al V - IV sec. a.C.

Dopo le invasione barbariche, passata sotto il controllo longobardo, la collina era ricoperta da un ampio bosco a cui si deve il nome Valdum (dal longobardo wald, bosco) de Fico. Non lontano dal Valdum de Fico, poco dopo il Mille, sorse un castello indicato come Castrum Guicardi o Giccardi e poi Castrum Ficardi o Ficcardi.

Il castello fu menzionato sotto vari nomi, il più illustre dei quali è l'appellativo "De Castro Ficardo".

Scontri con i centri limitrofi nel periodo di lotta per il potere tra i fedeli del Pontefice (Guelfi) e i sostenitori dell'Imperatore (Ghibellini) provocarono la distruzione della città per mano di re Enzo nel 1240.

Nel XIV secolo, alla mai placata lotta tra guelfi e ghibellini si aggiunsero le miserie legate alla comparsa delle compagnie di ventura. Con l'avvicendarsi delle signorie ai comuni, Castelfidardo divenne soggetta ai Malatesta di Rimini. Protettorato anconetano nel 1449, Castelfidardo tornò definitivamente sotto il controllo della Chiesa nel 1451.

Nel 1588 furono codificati regolamenti e leggi con la pubblicazione degli Statuti. Il potere temporale del Papa portò finalmente un certo ordine ed un allargato benessere alla popolazione castellana, che superò i 5.000 abitanti all'inizio dell'Ottocento.

Il 18 settembre 1860, Castelfidardo fu teatro di uno scontro decisivo tra le truppe dell'armata piemontese del generale Cialdini e quelle pontificie: la sconfitta di quest'ultime nella Battaglia di Castelfidardo determinò l'annessione dell'Umbria e delle Marche al Regno d'Italia.

Verso la metà del XIX secolo ebbe origine, grazie all'ingegno di Paolo Soprani, l'attività di costruzione delle fisarmoniche che trasformerà l'economia di Castelfidardo.

La comunità locale ne ebbe beneficio per oltre un secolo e la città si espanse notevolmente portando i residenti ai quasi 18.000 abitanti attuali. Nel 1988 ottenne il titolo di "città".

La piazza principale della città è Piazza della Repubblica dove si affacciano il palazzo comunale e la chiesa Collegiata di Santo Stefano con annessa cripta.

Il Palazzo Comunale ospita anche il museo internazionale della fisarmonica. Allo strumento è dedicato anche un monumento sito lungo via Matteotti voluto da Alberto Bacchiocchi, industriale fidardense e realizzato dall'artista fidardense Franco Campanari. Di fronte a questo monumento c'è Palazzo Soprani. Paolo fu il fondatore dell'industria della fisarmonica. Oggi al suo interno ospita appartamenti, ma a pian terreno grazie all'artigiano Giancarlo Francenella è possibile ammirare alcuni esemplari di fisarmoniche di Castelfidardo. Su tutte la fisarmonica più grande del mondo realizzata dallo stesso Francenella, entrata di diritto nel guinness dei primati.

Tra le piazze più importanti di Castelfidardo anche piazzale Don Minzoni, comunemente chiamata Porta Marina è il balcone della città che si affaccia appunto sul mare Adriatico. Caratteristico il famoso arco, una delle principali vie d'accesso alla città e la pavimentazione sottostante recentemente riportata alla luce.

Da visitare inoltre c'è: il vecchio acquedotto in Piazza Garibaldi, il monumento nazionale delle Marche, in ricordo della battaglia di Castelfidardo ad opera dello scultore veneziano Vito Pardo, il Museo del Risorgimento, e l'Ossario in località Crocette. Nelle vicinanze anche la Selva vero polmone verde della città.

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