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Terra d’arte e di castelli, Caldarola stupisce il visitatore con il sapore fiabesco del suo antico maniero dalle merlature guelfe, con il il suo raffinato assetto urbano che ne fa un autentico gioiello di architettura e urbanistica cinquecentesca, con le sue importanti testimonianze romane e medievali che riempiono di storia gli affascinanti scenari naturali del territorio circostante.

Luoghi di interesse:

Castello di Croce

L'epoca ed il taglio delle opere fanno pensare alla scuola folignate del primo '400. Straordinario il complesso pittorico per la quantità e la qualità delle opere nonché per l'arco di tempo che le ha prodotte (oltre un secolo e mezzo).. Simone De Magistris illustrò con dovizia cromatica la transenna absidale con tre grandi affreschi: Ascensione, Crocifissione, Assunzione intervallati da due riquadri più piccoli con S.Giorgio e S. Martino. Suoi anche i Misteri del Rosario d'ispirazione lottesca attorno al presepio dipinto dal padre. Di Andrea De Magistris sono: Madonna, Bambino, S.Rocco e S.Sebastiano al centro della navata di sinistra (1538); S.Giorgio salva la principessa e S.Martino dona il mantello al povero (1551), sul fondo; il Presepio entro un rettangolo di lesene con l' annunciazione nei pennacchi, nella nicchia ad angolo (1553).

Castello di Vestignano

I Longobardi che occuparono la zona nell' VIII sec. costruirono un tempio al loro protettore S.Giorgio. Di questa costruzione restano i dipinti del catino absidale, la duecentesca scultura di S.Martino ed altre parti interessanti. Il paese coincide con il castello. Nell'abside della chiesa sono conservati tre affreschi di difficile lettura perchè consumati: un Santo con l'aureola a punte, una Madonna con Bambino e una Adorazione dei Magi. L'epoca ed il taglio delle opere fanno pensare alla scuola folignate del primo '400. Straordinario il complesso pittorico per la quantità e la qualità, con opere di Simone e Andrea De Magistris e Nobile da Lucca.

Castello Pallotta

Riaperto dopo anni di lavori eseguiti a causa delle lesioni dovute al terremoto del 1997, l´antico maniero conserva ancora intatte le mura, la merlatura guelfa, i cammini di ronda ed il ponte levatoio. La visita riguarda gli ambienti della residenza storica tra pian terreno e piano nobile, dove ogni arredo, ogni soprammobile, ogni minimo dettaglio è collocato nel proprio contesto originale. La sala d´armi contiene una ricca collezione di cimeli di famiglia come alabarde, spade, armature e fucili. L´esposizione di splendide carrozze e la selleria, odorosa di cuoio, riguardano una vasta collezione di grande valore culturale. Gli ambienti residenziali contengono arredi del XVI e XVII secolo insieme a rivestimenti e tendaggi originali. Inoltre nel percorso guidato è possibile visitare l´antica cucina, con la tipica dotazione di utensili in rame e stoviglie in ceramica e terracotta, il salone dei ricevimenti, l´elegante camera da letto dedicata agli ospiti, la sala da pranzo con le bellissime e rarissime ceramiche settecentesche di produzione marchigiana ed infine, il delizioso salotto giallo impreziosito dal fregio attribuito a Simone De Magistris, grande pittore manierista caldarolese.

Palazzo Pallotta

Il paese coincide con il castello: una sola porta d'ingresso, finestratura e rocchette agli angoli, il tutto cinto da mura cui fa cerniera un torrione cilindrico e varie torrette a base quadrata. Straordinaria è l'evocazione castellare nell'ingresso. I possenti edifici tagliati da porte e piccole finestre sono impostate su grandi archi o, appena entrati, da un'alta galleria sopra le arcate della via. Un' attenta ricerca fa anche scoprire una cerchia muraria su una lunetta appena l'ingresso, Nobile da Lucca affrescò a colori vivi la Vergine e i Santi protettori della gente. E' un piccolo dipinto dei primi anni del '500 che richiama forse certe testine affioranti nella chiesa "extra moenia"del castello. Nell'abside della chiesa sono conservati tre affreschi di difficile lettura perchè consumati: un Santo con l'aureola a punte, una Madonna con Bambino e una Adorazione dei Magi.

Stanza del Paradiso

Così denominata per le scene raffigurate dagli affreschi, dedicate all'arte venatoria (paradisòs in greco indica appunto il giardino, il luogo di caccia); questa stanza è un piccolo gioiello incastonato nel Palazzo comunale, quasi nascosto e remoto, luogo di meditazione del Cardinale dove la realtà si sublima nella favola attraverso un paesaggio altamente lirico, che rappresenta una flora e una fauna esotiche e scene di caccia animate da cavalli impennati, levrieri, cacciatori... Gli storici maceratesi l'attibuiscono a Simone de Magistris; nonostranti i fitti richiami alle sue aopere e la riconosciuta capacità di trasferire la realtà nel mondo lirico della favola, i critici pensano che l'opera sia da attribuire a Domenico Malpiedi e antonio Tempesta.

fonte: www.comune.caldarola.mc.it

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