Teatro e Danza
06 Dicembre Teatro Comunale Penna San Giovanni (MC)378 4085870teatropennasangiovanni.it

Descrizione

Ugo Dighero rivisita due grandi monologhi di Dario Fo: Il primo miracolo di Gesù bambino e La parpaja topola.
Tra i più famosi del repertorio di Fo, questi due brani uniscono un grande divertimento a un forte contenuto, il tutto condito con la leggerezza e la poesia tipici dei racconti dell’autore italiano più rappresentato nel mondo. Il ritmo incalzante e l’interpretazione simultanea di tutti i personaggi delle due storie, narrate utilizzando un miscuglio di dialetti padani e di grammelot – il linguaggio inventato dal Premio Nobel – consentono a Dighero di mettere in campo tutte le sue capacità attoriali, dando vita a una galoppata teatrale che lascia senza fiato. 

Il primo miracolo di Gesù Bambino è tratto dallo spettacolo “Storia della tigre e altre storie “del 1977. Dario Fo costruisce questa storia prendendo spunto dai “Vangeli apocrifi”, quell’insieme di storie legate alla vita di Gesù e degli apostoli, alla base di tutta la letteratura paleocristiana. Durante la fuga in Egitto Gesù, Giuseppe e Maria si fermano a Jaffa, dove vagano per la città cercando lavoro. Gesù rimane da solo in mezzo alla strada e tenta di fare amicizia con i ragazzini del posto per giocare con loro. Purtroppo viene deriso in quanto “foresto”, un povero emigrante figlio di emigranti che parla un dialetto incomprensibile. Gesù si trova nella condizione del “diverso”, cerca di vincere il rifiuto che gli altri ragazzini gli oppongono e, pur di farseli amici, di riuscire a giocare e ridere con loro, decide di compiere un piccolo miracolo. Subito i bimbi entusiasti lo eleggono “capo dei giochi”, ma quel divertimento fantastico viene distrutto dall’antipatico figlio del padrone della città. 

La parpaja topola è tratto da “Il fabulazzo osceno” del 1982. Narra di un giovane e sempliciotto capraio, Giavan Pietro, divenuto improvvisamente ricco per l’eredità ricevuta dal suo padrone. Costui, unico contatto umano di Giavan Pietro, soffriva di una specie di idiosincrasia per le donne ed era in sostanza un misogino paranoico. Il povero pastore, terrorizzato dai racconti del padrone, appena vedeva delle ragazze si andava a nascondere, accucciandosi in mezzo alle pecore. Ovviamente la notizia della sua ricchezza si diffonde velocemente e il poveretto si trova circondato da aspiranti spose. Tra tutte ha la meglio Alessia, che con la sua bellezza vince le paure di Giavan Pietro. La splendida ragazza non disdegna i favori di Don Faina sotto lo sguardo compiacente della madre. Quest’ultima obbliga il prete a trovare un marito alla ragazza prima che sia troppo tardi ed ecco entrare in gioco il giovane pastore. La prima notte di nozze tutto viene combinato perché il povero Giavan Pietro rimanga a bocca asciutta e faccia posto al prelato, ma l’ingenuità del capraio tocca a tal punto il cuore della ragazza che tutto si conclude in suo favore trasformando il tema “osceno” della storia in una favola poetica di grande purezza.

Luogo

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  • Questo teatro rappresenta l’unico esemplare di costruzione teatrale interamente in legno esistente della provincia di…
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