Teatro e Danza
10 Maggio ore 18.30 e ore 21Teatro Sperimentale Pesaro (PU)0721.387621www.teatridipesaro.it

Descrizione

La Gloria
Progetto primavere
primo capitolo
 
di Fabrizio Sinisi
con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Marina Occhionero
regia Mario Scandale
video Leo Merati
luci Camilla Piccioni
assistente alla regia Marialice Tagliavini
produzione La Corte Ospitale 
con il sostegno di MiC e Regione Emilia-Romagna
 
spettacolo vincitore di Forever Young 2019/20 – La Corte Ospitale
 
nomination UBU 2021 per la categoria “Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica (messi in scena compagnie o artisti italiani)”.
 
Marina Occhionero e Alessandro Bay Rossi, protagonisti de La Gloria, in nomination UBU 2021 come miglior attrice/attore under 35.
 
Alessandro Bay Rossi è premio Ubu 2022 come Miglior attore under 35.
 
La gloria racconta la vicenda di Adolf Hitler in un periodo quasi sconosciuto della sua biografia: quando, nel 1907, appena ventenne, insieme all’amico August Kubizek, si trasferì da Linz a Vienna con lo scopo di entrare all’Accademia di Belle Arti e diventare un grande pittore. Il sogno di gloria dell’aspirante artista cadrà nel vuoto:
respinto per ben due volte dall’Accademia, ma incapace di ammettere la propria mancanza di talento, Adolf monterà nei confronti di Kubizek – unico suo amico e probabilmente suo primo, inammissibile amore – un formidabile castello di bugie. Ma la finzione finirà per crollare: scoperto e umiliato, Adolf romperà il rapporto con Kubizek, sprofondando nella miseria più nera e riducendosi per ben tre anni allo stato di senzatetto nella periferia viennese. La disperazione della sua condizione lo spingerà poi, allo scoppiare della Prima Guerra Mondiale, a recarsi a Monaco e ad arruolarsi nell’esercito, dando così inizio al suo tragico percorso politico.
 
Il lavoro su La gloria ha per noi sicuramente un valore politico; ci accomuna una forte esigenza di lavorare sulla memoria storica della cultura europea, sui fondamenti psicologici e storici che stanno alle radici di una dittatura ed analizzare in cosa consista esattamente questo “terreno fertile” che permette la crescita e la presa di potere di comportamenti e meccanismi pericolosi, ora più che mai attuali. Vorremmo portare il pubblico a chiedersi, inoltre, quale sia e quanto sia sottile il confine che esiste fra un rivoluzionario ed un dittatore, fra un visionario ed un mitomane. Il testo inizia con l’incontro tra il giovane Adolf e August al Teatro dell’Opera di Linz, durante il terzo atto del Tristano di Wagner. I due discutono della musica, di quanto i compositori tedeschi siano ineguagliabili, di architettura, pittura e del teatro di prosa, di cui Adolf dichiara di trovare insopportabile soprattutto il pubblico: “Guardali li vedi / seduti appollaiati/ soddisfatti / vengono qui / senza spirito critico/ vengono qui senza partecipare/ subiscono lo spettacolo”. Partendo proprio da questo gioco di teatro nel teatro immagino un allestimento prettamente metateatrale. Il luogo unico della rappresentazione sarà quindi il teatro stesso. Lo svelamento dell'artificio illusorio dell'evento teatrale renderà palese l'intero impianto fittizio dell'azione scenica, mostrando l'illusorietà, non solo della rappresentazione, ma anche della realtà tangibile dagli spettatori. L’intento è quello di stimolare per l’appunto lo spirito critico dello spettatore. Il cuore dell’operazione saranno quindi gli attori, che con la recitazione porteranno gli spettatori in tutti i luoghi dello spettacolo. Un meccanismo scenico simbolico e antinaturalistico, supportato dallo stile drammaturgico dell’opera. La gloria, infatti, è un testo poetico scritto in versi e questo ci darà la possibilità di avviare una ricerca sulla forza letteraria, melodica, musicale della nostra lingua, una lingua scenica più adatta ad esprimere concetti che la psicologia dei personaggi. Proprio questa parola sarà il centro della messinscena che diventerà azione, slancio, figura, carne, forma, storia, e pensiero. Ad incarnare i versi del testo, tre interpreti, quali Alessandro Bay Rossi per il ruolo di Adolf Hitler, Dario Caccuri per il ruolo di August Kubizek e Marina Occhionero per il ruolo di Stefanie, giovane allieva di August.
Mario Scandale
 
 
Incendi
Progetto primavere
secondo capitolo
 
di Fabrizio Sinisi
con Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Andrea Sorrentino
e con Zoe Zolferino
regia Mario Scandale
luci Camilla Piccioni
video Leo Merati
assistente alla regia Marialice Tagliavini
produzione La Corte Ospitale, Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico
con il sostegno di MiC e Regione Emilia-Romagna
 
Alessandro Bay Rossi è premio Ubu 2022 come Miglior attore under 35
 
 
Dopo La gloria, ambientato a Vienna e incentrato sulla vicenda del giovanissimo Hitler e delle sue ambizioni artistiche, il secondo capitolo della trilogia s’intitola Incendi e si svolge a Berlino all’inizio degli anni Trenta. In una sera di gennaio, la giovane Sabine arriva dalla provincia austriaca in una Berlino gelida e innevata per iniziare l’università. Incontra un ragazzo, Marinus, che le offre un alloggio e la propria amicizia. Appena arrivata nella Facoltà di Lettere, Sabine si lega anche a due sovversivi studenti, Helmut e Ralf. Le sue giornate passano così tra Marinus, il gentile e malinconico amico che nutre un’ossessione per il nuovo cancelliere, e gli eccentrici Helmut e Ralf, che predicano l’avvento del nuovo e l’importanza del superuomo. Potrebbe essere una storia come tante. Però non lo è: il giorno del suo arrivo a Berlino è infatti il 30 gennaio 1933, l’anziano presidente Hindeburg ha appena nominato cancelliere Adolf Hitler, capo del partito nazionalsocialista. Helmut e Ralf non sono solo due esteti, sono anche membri di spicco della Gioventù Hitleriana. L’amico Marinus è in realtà Marinus Van der Lubbe, un giovane comunista ritenuto il presunto autore dell’incendio del Reichstag. Sabine si ritrova così a vivere e formarsi in una Berlino teatro di inquietudini, fantasmi e desideri, al bivio tra la sfrenata libertà della Repubblica di Weimar e la cupa tragedia dell’inferno nazista. La Berlino dell’ascesa di Hitler, dove chiunque è costretto a schierarsi da una parte o dall’altra: quale sarà la scelta di Sabine? Incendi è un’educazione sentimentale al contrario, un romanzo di formazione su una gioventù smarrita e crudele. Un’indagine sulla seduzione della violenza che percorre ogni società, compresa la nostra. La storia di quattro ragazzi, quattro diverse declinazioni del vuoto esistenziale che spinge l’essere umano ad aggrapparsi tenacemente a degli ideali e a identificare un nemico. Ma quali sono gli ideali giusti? E chi sarà, alla fine, il capro espiatorio, la vera vittima sacrificale di questo tempo?
Dopo La gloria, Sinisi e Scandale realizzano con Incendi un secondo capitolo volto a indagare quel fragile territorio di frontiera che è la giovinezza e la sua relazione, ora come allora, con il mondo esterno: le potenti dinamiche genitoriali da troncare e gli altrettanto potenti movimenti politici e sociali in cui si è immersi, movimenti che influenzano scelte e cambi di direzione e che a volte possono essere fatali.
 

Luogo

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