Assumo su di me un regno in cui l’impossibile è sovrano. Voglio mischiare il cielo e la terra, confondere l’orrore e la bellezza, far scaturire il riso dalla sofferenza. Il mondo così com’è non è sopportabile. Per questo ho bisogno della luna, o della felicità, o dell’immortalità, di qualcosa di dissennato, forse, ma che non sia di questo mondo. Caligola
Caligula’s party è il terzo spettacolo del progetto coreografico Indagini sulla mostruosità, che si sviluppa intorno alla figura del mostro e interroga i concetti di nemico, antieroe e paura, il valore negato all’inammissibile e all’errore nel presente. Partendo dall’opera teatrale di Albert Camus, lo spettacolo rielabora una propria scrittura scenica intorno al suo protagonista, in un componimento tra danza e drammaturgia, corpo e parola.
Chiuso nelle sue stanze C. è un imperatore in lutto per aver perso il senso della vita, in guerra con le logiche della società e del potere che egli stesso rappresenta, ossessionato dall’impossibile, in una dialettica interiore che lo frattura. Dalla sua solitudine infestata di fantasmi, riemerge una creatura provocatoria e indifferente che si svela al mondo attraverso una condotta immorale e oscena, impopolare e mostruosa. I controvalori che lo muovono, sfidano la norma e le regole approvate, processandone i limiti, le forzature, le ipocrisie, le false speranze, che spesso, silenziosamente, conducono all’infelicità. C. è mostro perché si assume il compito di mostrare ciò che non vuole esser visto, rovesciare la pubblica morale, mosso da una segreta, profonda, celestiale fame di libertà e verità. C. non è il mostro esiliato, custode del confine e dell’ombra, ma il re della festa a cui tutti sono invitati, un anarchico incoronato che scende in piazza come puro esempio di un’umanità che la società non è in grado di sopportare.
C. sta per Camus: affondando a piene mani dentro il suo testo straordinario, è immediatamente chiaro quanto la trama e i personaggi da lui creati parlino alla società contemporanea, ancora (e per sempre) intrisa da una tragica dialettica tra ordine e libertà, logiche di controllo e anarchia. C. sta per Caligola: puro esempio di ribellione, antieroe investito dei più alti poteri, folle dittatore che fa della provocazione il senso intero della sua esistenza, la verità a tutti i costi un’arma per svelare ipocrisia e convenienza. Il potere di cui è investito innesca un’anarchica gestione della sua carica: “nulla è più anarchico del potere.” diceva Pasolini. Tuttavia Caligola è umano, ciò che lo muove è un comune, seppur disperato, dolore. C. sta per Cherea, garante del senso, antitesi e assassino di Caligola. Potere e disordine, la violenza della verità, la sensatezza del compromesso, sono i concetti che agitano lo spettacolo. C. sta per Chiara: abitare le contraddizioni della società significa domandarsi quanto e come abitare il compromesso tra desiderio e realtà, tra possibile e impossibile, quanto siamo disposti a rinunciare di noi stessi nell’ubbidire ai valori imposti della società. Quale prezzo paghiamo come individui? Ma quali i privilegi? Il pubblico è invitato a gettare uno sguardo dentro le stanze dell’imperatore, a un party che è un’ipotesi di realtà, e riflettere … su quanto pericoloso o liberatorio sia interpretare la verità secondo un nostro personale senso di giustizia, su quali rischi ci siano se potessimo vivere e agire anteponendo in modo assoluto la nostra libertà individuale, e le nostre passioni, che cosa sia il potere, e nelle mani di chi è posto, ieri come oggi
lo spettacolo contiene scene di nudo integrale
liberamente ispirato a Caligola di Albert Camus
creazione e performance Chiara Ameglio
drammaturgia Aureliano Delisi
collaborazione alla creazione Marco Bonadei
musiche e progetto sonoro Gianfranco Turco
disegno luci Fabio Bozzetta
costumi Elena Rossi
produzione Fattoria Vittadini
coproduzione Festival Internazionale La Sfera Danza
con il sostegno di NEXT Regione Lombardia | Fondazione Cariplo
con il supporto di Festival L’Altra Fedora