Mostre d'Arte
dal  28 Giugno
al  07 Settembre
sabato e domenica 18-20
TOMAV, Torre Moresco Centro Arti Visive Moresco (FM)351.5199570

Descrizione

Il TOMAV EXPERIENCE – Torre di Moresco Centro Arti Visive, in collaborazione con Ipsumars, espone la personale di Matteo Costanzo dal titolo American Drumpf a cura di Barbara Caterbetti,
Matteo Costanzo (Roma, 1985) torna al Tomav di Moresco - del 2022 è la sua personale "Nessuno e' padre ad un altro" a cura di L. Madaro - con un  progetto rimodulato e implementato ad hoc per gli spazi della torre. La mostra dal titolo "American Drumpf" a cura di Barbara Caterbetti - lavoro già presentato, ma nella versione più "compressa", come evento collaterale della fiera PaviArt 2025 - darà vita con sticker_painting, video loop, installazioni  ad una sorta di incursione corsara tra le icone e i simboli americani colpiti da una crisi così profonda da rimettere in discussione i nostri modelli di vita, di progresso e di democrazia.
In questo periodo di forte inquietudine l'arte, per Costanzo, può essere il campo di battaglia per riflettere su nuove possibili direzioni che apportino quei radicali cambiamenti in grado di minare uno status quo al tramonto.
 
Testo critico di Barbara Caterbetti

«Sono io il fottuto presidente, portatemi a Capitol Hill.», «È che io ti ho dato il potere di mostrarti duro, e non credo che lo saresti senza gli Stati Uniti.», queste frasi sono state pronunciate da Donald Trump durante l’assalto a Capitol Hill e il suo incontro con Zelensky. Ci aveva avvertito George Orwell: «Il partito ti spinge a negare ciò che i tuoi occhi vedono e le tue orecchie sentono.» Solo che il partito oggi non ha bisogno di imporre nulla: il caos si impone da solo. Tale insensatezza, che si cela dietro la maschera sorridente della democrazia, mostra la faccia brutta e reale del capitalismo americano e del suo primogenito, l’Imperialismo. È l’American Drumpf, termine coniato dagli avversari di Trump, riferendosi al cognome originario della sua famiglia, prima dell’arrivo a New York dalla Renania, giocando per consonanza con la parola tedesca trumpf, che in italiano può essere tradotta con carta da briscola, paragonando la corsa alla nomination di Donald al cosiddetto gioco delle tre carte: un trucco, una menzogna, l'illusione di una libertà indotta dalla manipolazione del prestigiatore.
Là dove il linguaggio fallisce e il potere si aggroviglia in automatismi e istruzioni vacue, si apre la crepa da cui prende avvio il primo atto discendente di Matteo Costanzo: l’installazione epicfail [ground control] attinge dalla ballata fantascientifica Space Oddity di David Bowie, lanciata pochi giorni prima dell’allunaggio dell’Apollo 11. «Ground Control to Major Tom. Ground Control to Major Tom. Take your protein pills and put your helmet on.» Il centro di comando tenta di comunicare con Major Tom, ma l’astronauta esce dalla capsula, stacca il contatto con la Terra e, come il computer HAL 9000 di 2001: Odissea nello spazio, diserta la sua missione scegliendo di disconnettersi dall’ipercomplessità della Terra. Nell’opera di Matteo Costanzo, il fallimento è già consumato e il potere balbetta slogan, non emette più direttive e si dissolve nel codice del cartello posto sulla parete che si camuffa da istruzione, tradendo ogni logica informativa. A terra, in questa zona liminale, sono disposte stampe raffiguranti momenti grotteschi della politica statunitense, alla mercé del calpestio del flusso degli spettatori, mentre dall’alto fa capolino Skeletor: mascella serrata, orbite vuote, action figure intrappolata nella punta dell’installazione-scultura self_redemption [soft power], un blob corrosivo, in poliuretano espanso, che, come una ferita, si infiltra verticalmente nel corpo architettonico della torre, incarnando visivamente la retorica pervasiva, soffice e capillare di un potere che non impone, ma seduce e si traveste da scelta.
Ma Skeletor qui non è solo un feticcio pop, l’artista lo assume come autoritratto paradossale: il villain teatrale e caricaturale della serie He-Man, nato per rappresentare il male assoluto, non è né eroe né martire, ma simbolo precario e sincero, goffamente in fuga dalla massa ideologica imperante. L’opera diventa così un gesto plastico, co-protagonista spettacolare, una trappola visiva in cui tutto resta impigliato, proprio come le forme del pensiero contemporaneo, che tentano di emergere da un magma simbolico amorfo.
 
Moresco (FM), TOMAV EXPERIENCE – Torre Moresco Centro Arti Visive
Dal 28 giugno al 7 settembre
Apertura sab e dom ore 18-20 o su appuntamento
Info: tel. 351.5199570 - tomav.expe@gmail.com
Instagram | torre_moresco
https://www.facebook.com/TorreMorescoCentroArtiVisive
 
 
 
 
 

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