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Recanati si estende sulla dorsale di un lungo e tortuoso colle a 296 metri sul livello del mare, fra le valli dei fiumi Potenza e Musone. L’ Adriatico è vicinissimo e la città vi si affaccia come un balcone, con vedute panoramiche anche verso l’ Appennino che sono fra le più pittoresche di tutte le Marche. Patria di numerosi uomini illustri tra cui il poeta Giacomo Leopardi e il tenore Beniamino Gigli, conserva importanti monumenti, palazzi, chiese, pinacoteche, musei e biblioteche. La particolare mitezza del clima, la ricchezza del patrimonio artistico e la cordiale ospitalità dei cittadini ne fanno un gradito luogo di villeggiatura.

Luoghi di interesse:

Palazzo Leopardi

Nel XVII secolo l’architetto Carlo Orazio Leopardi riunificò due palazzi esistenti e ideò l’elegante facciata con i balconi che guardano verso mezzogiorno. All’interno, dove a tutt’oggi vivono i discendenti del poeta, si può accedere alla preziosa e ricchissima Biblioteca, nella quale sono conservati più di 20.000 volumi, ivi raccolti e ordinati dallo stesso Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, oltre una vasta raccolta di documenti, manoscritti e ricordi. Vi si accede salendo un ampio scalone del Settecento, anch’esso costruito dall’architetto Carlo Orazio Leopardi. Sulle pareti sono murati alcuni reperti archeologici raccolti dal padre del poeta.

Centro Nazionale di Studi Leopardiani

Costruito alla fine degli anni Trenta su progetto di Guglielmo de Angelis d’Ossat con uno stile architettonico oggi rivalutato, è sede di continue manifestazioni culturali di livello internazionale, convegni, seminari, conferenze. Dal Centro sono partiti il progetto “Leopardi nel mondo” e la costituzione del Centro Mondiale della Poesia presieduto da Mario Luzi. Si può visitare un originale museo didattico-artistico dedicato alla vita, ai luoghi, ai personaggi e alle città di Giacomo Leopardi. Al Centro Studi sono conservati il Ritratto del Poeta, dipinto da Domenico Morelli, la maschera di morte, calco in gesso del volto del poeta defunto, manoscritti e numerose opere dedicate da artisti italiani e stranieri a Giacomo Leopardi.

Colle dell'infinito

È la sommità del Monte Tabor da cui si domina un panorama vastissimo, ispiratore dell’omonimo idillio composto da Leopardi a 21 anni. Il colle era meta delle passeggiate di Giacomo che vi accedeva direttamente dal giardino di casa, passando attraverso l’orto del convento di Santo Stefano. Attualmente è aperto al pubblico come sede del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura G. Leopardi. Una stradina tra il verde conduce lungo il muro di cinta di Casa Leopardi; in una casetta di fronte al giardino, d’inverno abitava Nerina, figura centrale delle Ricordanze. Un'esedra, emiciclio verde di fronte ai monti azzurri, segna l'inizio del Parco Letterario “Giacomo Leopardi”; il viale interrotto da scalinate conduce nel cuore dei luoghi leopardiani tra il verde e squarci di cielo. La salita conduce al Sacello, ricomposizione simbolica di elementi architettonici e significati letterari che, nella sua concezione aperta, diviene urna non del corpo del Poeta ma della sua memoria. Tre sono i principali elementi di cui si compone il sacello: il cemento, l'acqua e le pietre, che acquistano, inseriti in questo contesto, significati simbolici. Le pietre di cui si compone il sacello provengono dalla originaria tomba di Giacomo Leopardi, situata nel pronao della Chiesa di San Vitale Fuorigrotta a Napoli.

Palazzo Antici Mattei

Casa natale della marchesa Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi, e nella cui Galleria avvenne il matrimonio con Monaldo. L’edificio, risalente al XVI secolo, è caratterizzato da linee semplici ed eleganti; le iscrizioni in latino sugli architravi delle finestre richiamano il lustro della famiglia, prima “Antiqua” e poi “Anticia”. Nell’edificio è custodito tra l’altro un importante archivio, in parte proveniente per eredità dalla famiglia romana dei Principi Mattei, cui apparteneva il cardinale Carlo Mattei, il quale siglò con Napoleone l’importante trattato di Tolentino. Da questa casa uscirono illustri uomini d'armi, di lettere e di fede, come i cardinali Tommaso e Ruggero, Rinaldo, capitano dei crociati, e il marchese Giulio, al cui nome è legata l'amministrazione della città di Recanati per circa venticinque anni. Di fronte all'ingresso del palazzo, il cardinale Tommaso Antici fece costruire una scuderia, ornata di un tipico prospetto con alcune statue e busti provenienti dal circo Flaminio di Roma.

Palazzo Venieri

L’edificio fu fatto erigere dal Cardinal Venieri su disegno di Giuliano da Majano, il quale diresse anche i lavori di costruzione. Il palazzo, situato sul punto più alto della zona centrale di Recanati e a cavallo delle mura urbiche, fu concepito come una costruzione a metà tra residenza e castello urbano. Nell’agosto del 1497 la morte del cardinale pose fine ai lavori del palazzo, che rimase così incompiuto. Nel XVIII secolo i nuovi proprietari ripresero i lavori e il palazzo assunse un nuovo aspetto, quello che conserva tuttora: venne innalzato un altro piano e le logge e gli archi del portico, con colonne in pietra d’Istria e raffinati capitelli con lo stemma cardinalizio, vennero chiusi nella facciata. Il cortile interno, che conserva ancora il disegno originale, si apre ad ali sul paesaggio collinare seguendo un modello che si riscontra frequentemente nelle architetture rinascimentali marchigiane; un arco-balcone si affaccia sulla fascia costiera e sopra di esso spicca un orologio con l’iscrizione «Volat irreparabile tempus». A Palazzo Venieri furono ospiti due Papi, Paolo III nel 1539 e Pio VII nel 1814. Con questo palazzo Giuliano da Majano sperimentò la soluzione che poi rimise in atto con la Villa di Poggioreale costruita per Alfonso d’Aragona a Napoli. Di fronte al palazzo una delle zone verdi della città, i giardini pubblici, che si snodano su tre livelli e aprono un vasto sguardo sull’Appenino e l’entroterra marchigiano.

Piazza Giacomo Leopardi e Palazzo comunale

Il secondo centro artistico-culturale di Recanati è la piazza intitolata a Giacomo Leopardi, con il neoclassico Palazzo Comunale, costruito alla fine dell' Ottocento in occasione del primo centenario della nascita del poeta, su progetto di Pietro Collina. L'Aula Magna, nella quale risuonò il discorso commemorativo di Giosuè Carducci nel 1898 e dove è tuttora conservato il pianoforte di Beniamino Gigli, fu decorata dall'architetto Gaetano Koch, stesso autore del palazzo della Banca d'Italia a Roma. D'interesse all'interno del Palazzo Comunale sono anche la Sala di Rappresentanza con il busto del Poeta eseguito da Giulio Monteverdi, la Sala degli Stemmi con le insegne delle città che parteciparono al primo Centenario Leopardiano del 1898 e l'Aula Consiliare decorata da Matteo Tassi.Il Palazzo Comunale ospita altresì Il Museo della Chitarra “Oliviero Pigini”, le Sale Leopardiane, dove possono vedersi antichi carteggi e lettere del giovane Giacomo e dei suoi amici e parenti e inoltre quadri, cimeli e perfino reliquie donate da Beniamino Gigli. Al centro della piazza è posto il monumento del poeta eseguito da Ugolino Panichi mentre nel lato sud svetta la Torre del Borgo, torre ghibellina la cui primitiva costruzione, simbolo della fusione in un unico Comune degli antichi castelli, risale al XII secolo. Sui lati di questa costruzione spiccano il leone rampante nello stemma cittadino, scolpito da Jacopo Sansovino, lo stemma della città di Fermo, regalato ai recanatesi nel XIII secolo in segno di alleanza, il bassorilievo bronzeo di Pier Paolo Jacometti raffigurante la Traslazione della Santa Casa di Loreto (1634), un orologio, il cui quadrante in pietra bianca risale al 1562 e la targa ai caduti di Guido Cirilli (1923).

Villa Colloredo Mels

Di impianto medievale, l'edificio assunse la fisionomia di palazzo, e villa insieme, verso la fine del Cinquecento, divenendo oggetto di continue trasformazioni nel corso dei secoli, fino a ottenere l'aspetto attuale in epoca neoclassica, quando l'architetto Leopardi ne disegnò la facciata; l'intonaco, poco usato nelle architetture recanatesi, assurse qui al compito di copertura per le precedenti stratificazioni. Dall'estate del 1998 la Villa è sede della Pinacoteca Comunale. Una parte delle cantine, la zona più antica della villa, risalente al XV secolo, è occupata dagli studi di registrazione Màlleus e dall'Antica Bottega Amanuense dello stesso Màlleus, unico Scriptorium esistente in Italia e il maggiore in Europa. Verso il lato posteriore dell'edificio si apre il parco a più piani, con percorsi attraenti tra il verde intenso di alberi ad alto fusto e vegetazione abbondante. Una zona del parco era un tempo destinata a cimitero degli ebrei mentre fino a pochi anni fa è stata sede dello zoo di Recanati. Oggi il parco ospita il WWF e il CEA (Centro Educazione Ambientale) del Ministero dell'Ambiente.

fonte: www.recanatiturismo.it

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