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Montelupone è nelle Marche uno dei piccoli centri che meglio ha conservato le testimonianze della sua ricca storia, con le mura castellane e le quattro porte d'ingresso che nei secoli passati venivano chiuse al tramonto e riaperte all'alba, e l'originale pavimentazione in pietra.

Sulla bella piazza-salotto, cuore del borgo, si affaccia il Palazzetto del Podestà (o dei Priori) con la torre civica. è un edificio trecentesco di grande valore architettonico a forma rettangolare, in cui si evidenzia l'influenza lombarda.

Il loggiato a cinque archi è sovrastato da altrettante bifore ogivali poste nel salone principale del piano nobile, che custodisce un affresco devozionale del Cinquecento nello stile espressivo tipico della Controriforma. Parte integrante del monumento è l'adiacente Torre Civica con merlatura ghibellina che accoglie lo stemma più antico della città, l'orologio civico e la grande campana in bronzo fuso.

All'interno del piano nobile si trova la Pinacoteca Civica, da visitare in un ideale percorso di conoscenza del borgo insieme con il Museo d'Arti e Mestieri Antichi, che ha sede nei sotterranei del Palazzo Comunale.

Sorto su di una preesistente struttura medioevale e realizzato nella veste architettonica odierna dall'architetto Ireneo Aleandri nel 1800, il Palazzo Comunale si affaccia sulla piazzetta-salotto con il suo loggiato di stile neoclassicheggiante. Al suo interno si dischiude una vera sorpresa: il Teatro Storico Nicola Degli Angeli, ideato dallo stesso Aleandri ed eseguito nel progetto definitivo risalente al 1884 da Giuseppe Sabbatini. Di forte impronta neoclassica con influenze palladiane, due ordini di tredici palchi e il piccolo loggione, il Teatro è cinto dall'etereo soffitto dipinto nel 1887 da Domenico Ferri, che lascia come sospeso in un cielo di nuvole, un gruppo di giovani fanciulli improvvisatisi angeli musici. Curiosando per le vie di Montelupone, si scorgono diverse residenze di antiche famiglie: i palazzi Tomassini-Barbarossa, Chigi-Celsi-De Sanctis, Narcisi-Magner, Fresco, Emiliani, Giachini e altri ancora. 

In Palazzo Emiliani è da vedere un fregio del pittore Biagio Biagetti raffigurante le Quattro stagioni interpretate attraverso il ciclo vegetativo del grano, dalla semina fino alla produzione del pane. Inquadrate da flessuosi tralci di gusto Liberty, le scene rivelano l'eclettica cultura del maestro piceno.

La Chiesa di S. Francesco, eretta per opera della Confraternita Francescana nella seconda metà del Duecento e poi rimaneggiata in stile tardo-barocco, vanta un coro ligneo settecentesco, quattro statue delle Virtù teologali realizzate in stucco nel 1752 e un organo del 1753. Sull'altare maggiore era collocata la splendida Madonna del latte di Antonio da Faenza (1525), ora ospitata all'interno della Chiesa Collegiata, che custodisce anche la Cappella Addolorata ridipinta da Cesare Peruzzi tra il 1934 e il 1941. La Madonna Immacolata del fiammingo Ernest Van Schayck (1631) è pervasa di accenti devoti sostenuti da un'attenta lettura dei modelli del classicismo bolognese.

La Chiesa di S. Chiara, sede dell'antico convento delle Clarisse, fu edificata tra i secoli XV e XVIII. Vi si ammirano le porte intarsiate da Cristoforo Casari nel 1796, e la grande tela dell'Annunciazione della Vergine, copia del Barocci del XVIII secolo.

La cinta muraria percorre tutto il perimetro del centro storico per circa un km di lunghezza. Essa ha conservato i suoi spazi medioevali, anche se alcuni tratti sono stati ricostruiti nei secoli successivi. Le torri presenti sono di due tipi, a pianta rettangolare o a puntone (a pianta pentagonale): queste ultime sono la testimonianza dell'avvenuta dominazione malatestiana.

La Porta Ulpiana nel medioevo era annessa al castello; restaurata nel XVI secolo, è stata modificata nel periodo barocco, quando vi è stato aggiunto davanti un arco decorativo, conservando però all'interno il rivellino del XV secolo.

Fuori le mura, a circa 4 km dal centro, si trova l'Abbazia benedettina di S. Firmano. Costruita nel IX secolo in stile romanico a tre navate, si presenta con la preziosa lunetta del portale in stile bizantino. All'interno, sotto l'alta scalinata, si trova l'incantevole cripta con le reliquie e la statua del Santo in terracotta policroma. Al recanatese Giacomo di Nicola è riferito l'affresco raffigurante la Vergine in trono fra i Santi Rocco e Sebastiano, già attribuito alla scuola di Gentile da Fabriano per i toni cortesi della messa in scena.

fonte: www.borghitalia.it

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