Montegallo è un piccolo comune dei Monti Sibillini che sorge a 870 m. s.l.m., ai piedi del massi-cio del Vettore, in provincia di Ascoli Piceno. Conta 600 abitanti sparsi tra ben ventitre frazioni, tra cui la sede comunale di Balzo. Fa parte della Comunità Montana del Tronto. Come Montemona-co, si trova al margine orientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Già sede di insediamenti monastici benedettini, nei primi secoli dopo il Mille in questa area sorse un piccolo centro abitato raccolto intorno al Castello, che la tradizione vuole fondato da un marche-se Gallo. Nel 1250 esso accettò la protezione di Ascoli, che vi mandò un castellano ad ammini-strarlo. Ogni anno, in occasione della festa di S. Emidio, Castello doveva offrire ad Ascoli un “pallio”.

Nei pressi di questo centro abitato, ora scomparso, sorgeva e sorge tuttora la chiesa di S. Maria in Pantano, documentata nel XIII secolo, nel cui interno si trovano affreschi secenteschi con episodi evangelici e con le quattro Sibille. La chiesa si trova a un’altitudine di 1160 m. ed è difficilmente raggiungibile, mentre nel Medioevo era prossima a uno dei valichi appeninici del territorio piceno ed era luogo d’incontro di pellegrini, pastori e mercanti, tanto che vi si teneva una grande fiera, continuata fino ai primi anni del Novecento.

Nel XIV secolo il nome ufficiale del piccolo centro divenne Mons Sanctae Mariae in Lapide, come appare nelle Costituzioni Egidiane del 1357. A quell’epoca contava circa 1000 abitanti, come la vi-cina Montemonaco. Della chiesa di S. Maria in Lapide, che dava il nome al comune, restano oggi il capocroce e alcune componenti della facciata. L’imponente edificio, dalle chiare caratteristiche difensive, è stato ricostruito nella seconda metà del XV secolo e restaurato nel secondo Novecento.

Solo tra il Quattrocento e il Cinquecento gli abitanti del Castello scesero più a valle, dove fondaro-no il nuovo centro di Balzo e poi, via via, le numerose località che oggi punteggiano il territorio. Molte di esse presentano ancora oggi portali e finestre in pietra scolpita risalenti a quei secoli. Fon-ditore ha dato i natali al Beato Marco (1425-1496), a cui si devono i primi Monti di Pietà. Uscer-no, posta vicino al fiume Fluvione, che solca il territorio di Montegallo, conserva un vecchio muli-no e il caratteristico rione Le Tofe.

Come la confinante Montemonaco, anche Montegallo è legata alla leggenda della Sibilla Appenni-nica e viene menzionata in relazione ad essa da vari scrittori tra XV e XVII secolo. Tra XV e XVII secolo Montegallo conobbe un periodo di prosperità dovuto alle risorse agricole e silvo-pastorali, testimoniato da edifici come il palazzetto Branconi a Balzo, attualmente sede della Casa del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e del Centro di Educazione Ambientale di Montegallo (C.E.A.), con la sua armoniosa facciata.

Fino ai primi decenni del Novecento le ventitre frazioni di Montegallo hanno conservato e anche incrementato la loro popolazione. In seguito il comune ha subito, come tutta l’area appenninica delle Marche, un forte spopolamento causato dell’emigrazione. Oggi la sua economia si basa sul tu-rismo, sulla produzione del tartufo, delle castagne e di altri prodotti della montagna.

a cura di Pierluigi Cavalieri


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