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Montefortino è uno dei più signficativi insediamenti della Comunità Montana e del Parco Nazionale dei Sibillini. L'anfiteatro delle montagne è spettacolare, con cime che raggiungono i 2000 mt. come la Priora o il Pizzo Berro, Ma la presenza più fascinosa è quella del Monte Sibilla, la profetessa che predisse la nascita di Cristo. La figura della Sibilla è una trasformazione cristiana e medievale della dea Cybele, rappresentata con il capo turrito ed infatti "corona" è chiamata una cintura rocciosa che corre intorno al monte omonimo. La grotta della Sibilla ha ispirato tradizione colta e popolare fin dal Medioevo, il racconto del francese Antoine de la Sale, il Paradiso della Regina Sibilla, Guerrino detto il meschino di Andrea da Barberino, il poema il Meschino detto il Guerrino di una raffinata poetessa rinascimentale come Tullia d'Aragona.

Il territorio di Montefortino è un documento straordinario per leggere la storia economica della montagna picena. Un'economia silvo-pastorale persistente testimoniata dall'ampiezza dei pascoli comunali di Castel Manardo, dalla diffusa presenza delle comunanze, legate ad una fruizione comunitaria, collettiva delle risorse. Ad iniziare dal XVI Secolo avanza l'agricoltura cerealicola. Sale dal fondo valle a piè di monte il modello del podere mezzadrile con il suo tessuto geometrico dei terreni ed i poli sparsi di casali e case. I capitali accumulati fino al '4oo nelle attività mercantili e manifatturiere sono riversati nei nuovi investimenti agricoli sostenuti anche da una densità di popolazione ragguardevole. Le case-torri di cui la più antica è datata 1504 testimoniano esemplarmente tale appoderamento precoce. Possenti nel loro andamento chiuso e verticale, che richiama le strutture difensive delle torri gentilizie urbane, le case-torri sono costituite da un piano terra adibito a stalla, da un primo piano dove risiede la famiglia colonica e da un sottotetto dove vengono allevati i colombi, indispensabili alla fertilizzazione del fondo con la produzione del concime detto, appunto, palombina. Ed è questa sezione della casa che, con la presenza di rosoni e di posatoi in cotto, destinati a facilitare l'accesso dei volatili, introduce elementi di estetico alleggerimento. Essi persisteranno, ulteriormente impreziositi, nelle bellissime colombaie del XVII e XVIII Secolo, di cui un raffinato esemplare è la casa a sviluppo orizzontale e torre centrale in contrada Ponti. Oggi l'agricoltura è specialistica, come la produzione della "mela rossa", mentre fin dal '500 è attestata nei documenti la raccolta di tartufi.

Montefortino possiede un significativo patrimonio di beni culturali diffusi nel territorio, ma anche un luogo deputato alla conservazione e alla manutenzione delle opere d'arte: la Pinacoteca Civica intitolata a Fortunato Duranti (1797-1863), romantica personalità di pittore bohémien e raffinato collezionista di opere d'arte che provvide a donare al Comune.
Le opere della Pinacoteca coprono un vasto arco temporale, dal gotico al neoclassico. I quadri e i disegni di Fortunato Duranti, "artista di genio stravagante" come appare in un affascinante autoritratto, costituiscono un corpus originale e sostanzioso; interessantissime le opere di Corrado Giaquinto (1703-1756), di Cristoforo Unterberher (1732-1798), Filippo Roose (1655-1705), di C. Munari (1667-1720), di G.T. Castelli detto "Lo Spadino" (sec. XVII-XVIII), Francesco Solimena (1657-1747), Carlo Maratta (1626-1712), Giulio Vergari di Amandola (notizie dal 1502 al 1556).

Tra i gioielli del '400: una Croce di scuola veneta, Tavole di Pietro Grill detto l'Alamanno (attivo nelle Marche dal 1475), in ragione della sua provenienza da Gotebei in Austria, una lunetta di Nicola di Maestro Antonio ( attivo dal 1472) enigmatico artista anconetano, una tavola di petrus Franciscus Fiurentunus del 1497, opera del botticelliano Francesco Botticini (1444.1497).
Palazzo leopardi sede della Pinacoteca è un pregevolissimo esempio di architettura nobiliare cinquecentesca, appartenne a Sir Desiderio Leopardi creato Corte Palatina nel 1533 e curatore dello Statuto di Montefortino.
Alla stessa famiglia appartenne Leopardo Leopardi, autore di "Memorie Istoriche di Montefortino nella Marca" (1783), che si definisce "Patrizio Recanatese" e cittadino di essa (Montefortino) terra.

fonte: www.montefortino.com - www.pinacotecafortunatoduranti.it

 

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