Tra le vallate del Metauro e del Foglia, alle pendici dei Monti della Cesana, su una collina a 210 metri sul livello del mare è adagiata Isola del Piano, così chiamata per la sua posizione geografica tra due torrenti, di un "planus" terrazzato.
L’attuale comune si estende su una superficie collinare che va da un’altitudine di 110 m ad una di 610 m. (M. della Cesana), sulla destra del Metauro a 30 Km da Fano.Il capoluogo sorge su un poggio, situato al centro di un bacino di colline, coronato da borghi, castelli e case rurali, conservante ancora intatta la cinta muraria in pietra delle Cesane. I principali nuclei sono Scotaneto e Castelgagliardo. Il paesaggio è quello tipico della collina marchigiana: dolci rilievi, campi di grano, vigneti, appezzamenti incolti, pianta da semi e da foraggio, ancora delimitati da siepi, piante, querce secolari. Sono nate ad Isola le prime e, ancora oggi, le più importanti associazioni nazionali per l'agricoltura biologica (Alce Nero, l’Isola del grano, Campo).
Buona parte del territorio è ricoperto dai boschi dei Monti delle Cesane. In località Montebello vi è un’area floristica protetta, con un buon grado di naturalità che rende significativa l’area. Inoltre chi percorra la bassa valle del Metauro è costantemente accompagnato nel suo viaggio da un susseguirsi di piccoli centri abitati posti alla sommità delle dolci colline che dominano la valle: Montemaggiore, S. Giorgio, Piagge, Orciano, Mondavio, Barchi, Sant'Ippolito, Sorbolongo, Reforzate, da un lato, Saltara, Serrungarina, Montefelcino, Montemontanaro dall'altro. Sono centri nati dal dissolversi dell'organizzazione romana del territorio: in periodi lontani e difficili impararono a vivere di una vita autonoma; il palazzo pubblico, la chiesa del santo patrono, le piazze per le assemblee e i mercati, le torri e i fortilizi costituirono a lungo i punti nodali di una vita scandita dal lavoro dei contadini, dalle molteplici attività degli artigiani, dal periodico incontro con i mercanti venuti da altri luoghi. Questi centri conservano ancora, sotto una veste moderna, un sapore antico, un fascino discreto, un'atmosfera particolare.
Chi voglia sperimentare quell'atmosfera non deve far altre che abbandonare la veloce via della valle, risalire la strada delle colline, inoltrarsi nelle piccole vie dei borghi chiusi ancora fra calde mura di di cotto rossastro: potrà fare incontri inaspettati: il corteo variegato delle piccole case affacciate sui vicoli, una chiesa col dipinto di un autore famoso, il nome di una stradina evocatore di consuetudini scomparse, una torre pronta a difendere un'antica autonomia. E poi molti musei in cui gli abitanti del luogo hanno voluto raccogliere e conservare le memorie del loro passato. Musei di varia dimensione e natura: chi vorrà visitarli si troverà inavvertitamente a disporre delle tessere variegate utili a ricomporre il complesso mosaico che per secoli ha caratterizzato la vita degli antichi castelli del Metauro.