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Gabicce Mare è un comune rivierasco di quasi 6000 abitanti della provincia di Pesaro Urbino, di cui occupa l’estremo lembo settentrionale, al confine con l’Emilia-Romagna. Geograficamente si trova in una piccola insenatura, tagliata dal torrente Tavollo, compresa nel Golfo di Rimini, mentre la sua parte alta, Gabicce Monte, sorge a 150 m. s.l.m., sui primi contrafforti del Monte San Bar-tolo. Da qui si può godere di un ampio panorama che si distende dalla Riviera Romagnola ai mas-sicci del Titano e del Monte Carpegna.

Sembra che il nome di Gabicce derivi, per corruzione, dai Ligabizi, signori che dominavano il ca-stello di Gabicce Monte nel X secolo. Il nome sarebbe diventato col tempo Ligabicci, Le Gabicce e infine Gabicce. Nel castello fu eretta, già prima del Mille, la chiesa dedicata a S. Ermete. Il prege-vole Crocifisso ligneo in essa conservato risale al Trecento, mentre l’affresco della Madonna del Latte agli ultimi anni dello stesso secolo. 
Il piccolo centro fu soggetto all’autorità del vescovo di Ravenna fino al 1271, anno in cui si sotto-mise al Comune di Rimini. Tuttavia la propria posizione di confine tra l’area di influenza riminese e quella pesarese avrebbe fatto subire a Gabicce le alterne dominazioni dei Malatesta di Rimini, degli Sforza di Pesaro, dei Montefeltro di Urbino e dei Della Rovere.

Una leggenda vuole che in tempi remoti (forse medievali) sorgesse nella Baia Vallugola una città chiamata Valbruna, sommersa dalle acque in seguito a un fenomeno di bradisismo. Sembra che questo racconto popolare sia stato alimentato da numerosi ritrovamenti di reperti archeologici nelle acque antistanti la cittadina. 
Gabicce (o Le Gabicce) divenne famosa nel Cinquecento grazie all’arte di due esperti vasai, Giro-lamo e Giacomo Lanfranco, padre e figlio, che realizzavano vasi in ceramica impiegando deco-razioni in oro zecchino.

Con la devoluzione del ducato di Urbino (1631) Gabicce passò sotto il dominio diretto della Chiesa. Seguì un lungo periodo di stagnazione economica anche perché essa non riuscì a dotarsi di un vero porto fino agli inizi del Novecento. Per secoli il rifugio per le piccole imbarcazioni che esercitavano la pesca a strascico era stato costituito da varie palizzate in legno lungo gli argini del Tavollo.

Con la costruzione di un porto dotato di banchine fu possibile incrementare le attività di pesca e da-re inizio allo sviluppo turistico della città bassa. Sviluppo che diventò significativo già negli anni Venti e Trenta, così che nel 1942 si decise di trasferire la sede comunale da Gabicce Monte a Ga-bicce Mare. Il comune contava allora 2000 abitanti. Intanto nacque un cantiere navale e fu costi-tuita una piccola flottiglia di pescherecci. 
I decenni del secondo dopoguerra hanno visto un rapido e vigoroso sviluppo del turismo balneare legato a quello della Riviera romagnola. Sono sorti chalet, alberghi, ristoranti, bar, locali notturni per i numerosi turisti che affollano la cittadina nei mesi estivi. Da giugno a settembre si tengono i “Martedì dell’arte”, che trasformano la piazza di Gabicce Monte in una piccola Montmartre.


a cura di Pierluigi Cavalieri

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