Cittadina della Provincia di Macerata, è situata quasi a conclusione dell’Alta Valle del fiume Potenza, in un ambiente naturale piuttosto gradevole, costituito da una serie di rilievi collinari, che terminano con la quinta montana preappenninica formata dai Monti Primo, Gemmo e di Crispiero. Ad annunciarla da lontano è il Cassero, torre medievale in origine merlata e alta 37 metri, vestigia di un passato illustre e suggestivo.
La presenza dell’uomo nella zona è certificata da reperti archeologici del Mesolitico o Neolitico e d’origine romana, ma solo nei secoli del Basso Medioevo si hanno i primi documenti storici che attestano l’esistenza dell’Ospedale di Rotabella e della chiesa di San Bartolomeo, citati con certezza sin dal 1290.
Le frazioni:
Brondoleto
L’abitato conserva ancora l’assetto della villa medievale, citata sin dal 1272. Nel nucleo centrale, a m. 399 s.l.m., persiste il complesso ecclesiastico di San Lorenzo, il cui interno presenta un ricco apparato decorativo e una pala d’altare raffigurante la Vergine con Bambino, San Lorenzo Martire e San Giovanni Battista; interessante nel quadro è la rappresentazione dei committenti con abiti seicenteschi. Di fronte alla chiesa, la Villa dei Conti Barboni del XIX secolo è circondata da un gradevole parco.
Corneto
Nella Villa di Corneto, a m. 431 s.l.m., distrutta dai Sanseverinati nel 1272 e censita in un catasto camerinese del secolo XIII, è ubicata la romanica chiesa di San Pietro, con tracce di affreschi realizzati dopo il 1585. La facciata a capanna, con conci squadrati di pietra locale, ha un esile campanile a vela, la cui campana è custodita nel Museo Diocesano di Camerino.
Seano
La Villa di Seano, posta a m. 408 s.l.m., distrutta nel 1272 nella lotta tra Camerinesi e Sanseverinati, conserva la trecentesca chiesa di San Pietro e la quattrocentesca chiesa di Sant’Anna, all’interno della quale un gruppo ligneo del ‘600 raffigura Sant’Anna e Madonna bambina.
L’ambiente circostante, con strade ricche di querce secolari, è preferito per escursioni e passeggiate all’aria aperta.
Sant'Angelo
Alle falde del Monte di Castel Santa Maria, a m. 549 s.l.m., sorge la frazione di Sant’Angelo, la cui origine longobarda è testimoniata dal relitto di toponimi quale “vallis castalde” e dalla Chiesa di San Michele Arcangelo, che contiene un altare in marmo policromo e un organo a canne “Fedeli” del 1782, entrambi provenienti dalla distrutta chiesa di Sant’Angelo di Camerino.
Castel Santa Maria
Il nucleo fortificato, posto a m. 539 s.l.m., di notevole interesse storico, ambientale e paesistico, è citato sin dal 1212. I Signori del castello nel 1263 procedono alla vendita del castello, dei suoi gironi, della torre e del palazzo medievale al Comune di Matelica. L’impronta urbanistica risulta praticamente intatta e certificata da molti edifici con archi ogivali e da notevoli porzioni di mura di cinta e di torrioni.
La chiesa di Santa Maria Assunta conserva una ricca pinacoteca, costituita da una tavola di Giovanni Boccati del 1463, raffigurante la Incoronazione della Vergine e Santi Sebastiano e Venanzio di Camerino, da altri dipinti su tela riproducenti i Santi della tradizione locale, Caterina d’Alessandria, Carlo Borromeo, Maria in Via, da una statua lignea policroma di San Sebastiano del 1585 e da un fonte battesimale del cinque-seicento. La facciata della chiesa evidenzia resti di archi a sesto acuto dell’originaria struttura medievale.
Di grandi dimensioni è l’antico palazzo “comunale”, recentemente restaurato, sede nei secoli passati della Comunanza dei Massari del castello.
Nelle vicinanze dell’abitato, altre località quali Marzolari, Vasconi, Valle Conca e Monte Gemmo sono interessanti dal punto di vista paesaggistico e ambientale.
Rustano
La Villa di Rustano sorge su di un colle a m. 371 s.l.m., posizione che evidenzia, nonostante si tratti di un insediamento medievale aperto, una concreta volontà difensiva, paragonabile a quella di un “castrum”.
La chiesa di San Martino è menzionata sin dal 1198, sottoposta al Monastero di Sant’Angelo infra Ostia di Santa Anatolia. Dal 1272-1299 le citazioni della villa e della chiesa si susseguono con frequenza e denotano la rilevanza dell’abitato, ricordato anche nel 1356 nella “Descriptio Marchiae Anconitanae” del tempo del cardinale Egidio Albornoz. L’interno della chiesa è caratterizzato da un ornato barocco con un altare del 1686, corredato da una pala del 1585 raffigurante la Crocefissione con Madonna, San Martino di Tours e la Maddalena. Gli altari laterali contengono altre due tele rispettivamente con la Madonna del Rosario, San Domenico, Santa Caterina e i quindici misteri, la Deposizione con la Madonna e i Santi Francesco, Giuseppe e Bartolomeo.
Collina
La frazione di Collina è collocata, a m. 463 s.l.m., a ridosso della strada provinciale di Crispiero. Scomparsa è la chiesa di Sant’Elena, citata sin dal 1103, soggetta al Monastero di San Michele Arcangelo di Domora di San Severino. L’attuale edificio di culto, dedicato a Santa Maria Assunta, è menzionato dal 1603 e contiene un bell’altare barocco con tela raffigurante la Vergine Assunta, Sant’Ansovino e San Venanzio di Camerino.
Torricella
Superata la località di Collina, a m. 516 s.l.m., si incontra la contrada di Torricella, antico nucleo la cui origine deriva dalla presenza in loco di una piccola torre. Non è più rintracciabile la chiesa di Santo Stefano, soggetta dal 1171 alla Pieve di San Zenone di Gagliole. In via di dispersione sono i resti della chiesa di Sant’Ansovino del 1701, edificata probabilmente per tramandare la memoria dell’eremita e Vescovo di Camerino, Sant’Ansovino, penitente nel secolo IX proprio in questo contesto.
Crispiero
Di origine romana, l’insediamento di Crispiero, a m. 610 s.l.m., ha subito notevoli trasformazioni notevoli e un probabile trasferimento della sua ubicazione.
Nel 1171, è ricordata la chiesa di Santa Barbara, dipendente dalla Pieve di San Zenone di Gagliole. Nel 1272 compare il nucleo fortificato del castello e delle cosiddette Torrette di Crispiero, allora dette Rocca di Fanula o Castello di Guardia, strutture dismesse nel 1306. Il Castello dopo un breve periodo di permanenza sotto l’autorità della città di San Severino, è passato sotto l’egida di Camerino, che destina diversi castellani atti alla sua custodia e alla protezione.
In sequenza, tre sono le chiese dedicate a Santa Barbara nel corso dei secoli. La prima, parrocchiale e prepositurale, posta fuori del castello, è scomparsa tra il ‘700 e l’800; la seconda, posta all’interno del circuito murato, è caduta con il fortissimo terremoto del 1799, mentre la terza, l’attuale parrocchiale, è frutto di una recente costruzione ottocentesca e conserva notevoli testimonianze artistiche: tele dei secoli XVII- XIX, raffiguranti una Madonna del Rosario e Santi, il Martirio di Santa Barbara e Sant’Antonio da Padova, un organo a canne di Francesco Santilli da Caldarola del 1843-44, una croce astile in lamina d’argento e d’oro del 1457.
Poco fuori le mura, esiste la chiesa di San Martino, contenente una statua lignea policroma della Madonna “Auxilium Christianorum”, realizzata da qualificate maestranze camerinesi nel ‘400.
La scomparsa Torre di Beregna del 1381 e le Torrette di Crispiero del 1272, in posizione particolarmente panoramica, impervia e suggestiva, dominavano e dominano tuttora il territorio circostante a difesa della città di Camerino.