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Camerino si trova a 670 metri di altitudine, a cavallo tra le valli del Potenza e del Chienti e a poca distanza dai rilievi dei Monti Sibillini. La posizione di dominio ha permesso alla città di mantenere per lungo tempo una notevole autonomia da tutti i centri di potere del territorio circostante, fin dai tempi dell’assoggettamento al dominio romano. Per molti anni Camerino ha svolto un ruolo importante nella storia politica e culturale dell’Italia centrale, specie nei secoli in cui la signoria dei Da Varano governò la città, improntando l’attuale aspetto urbanistico e favorendo lo sviluppo dell’università che è ancora oggi uno dei fiori all’occhiello della città.

La conformazione urbana della città medievale è visibile anche ai giorni nostri, dato che il cuore delle attività politiche e commerciali era rappresentato dall’odierna Piazza Cavour, sulla quale si affacciavano il Palazzo del Comune, quello del Podestà e la Cattedrale, e dalla grande Piazza Garibaldi, unite dall’asse viario un tempo denominato Arengo. Di epoca medievale è anche la grande opera difensiva dell’Intagliata, fortificazione di circa 10 chilometri realizzata alla fine del XIV secolo. L’attuale assetto di Piazza Cavour è frutto dei lavori cinquecenteschi di rifacimento, dei quali è traccia evidente la statua di Sisto V.

Il Duomo è stato pesantemente colpito dal terremoto che due secoli fa rase al suolo gran parte della città (Camerino è situata in una zona a rischio sismico). Le ferite hanno risparmiato qualche opera che vale la pena vedere, come la notevole scultura lignea della “Madonna della Misericordia”. Nella cripta è possibile ammirare due leoni in pietra, Angelo Gioni e del fratello prodotti dalla bottega del Bernini e il sarcofago di S. Ansovino di stile gotico toscano, dedicata al Santo che fu vescovo della città camerte nel IX secolo, con particolari figure di animali scolpite alla base del sarcofago. Accanto alla chiesa si trova il Palazzo Arcivescovile, con i suoi portici e le sue forme rinascimentali. Al suo interno è possibile visitare il museo diocesano “Giacomo Boccanera”.

Il Palazzo Ducale è stato la dimora della signoria dei Da Varano, oggi è la sede dell’Università di Camerino. Dal cortile rinascimentale, voluto da Giulio Cesare Da Varano, si accede alle terrazze (da cui si gode di un bel panorama sui Monti Sibillini) e agli ambienti interni tra i quali meritano una visita le scuderie e le sale d’armi del XV secolo. Da una bella scala elicoidale si può arrivare all’Orto Botanico dell’Università, fondato nel 1828 dal medico pontificio Vincenzo Ottaviani, che ha un’importante collezione di piante officinali oltre alle caratteristiche serre ricavate all’interno di alcune grotte che si aprono alla base delle mura. oggi corso Vittorio Emanuele II, a pochi metri dalla piazza si trova il Palazzo Bongiovanni. L’edificio di impianto rinascimentale, fu sede dei vescovi di Camerino e fu ceduto alla città nel 1573 da Berardo Bongiovanni. All’interno si possono ammirare le pregevoli stanze decorate. Oggi è la sede del Comune di Camerino. si trova l’ottocentesco Teatro Filippo Marchetti. Il teatro presenta attualmente una forma a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e il loggione. Nel soffitto, dipinto dal Ferranti, sono state rappresentate, quattro scene dell’opera Ruy Blas, mentre sopra il boccascena, decorato con putti e ninfe, si intitolato nel 1881. Un restauro accurato del teatro, eseguito negli anni ‘80 su progetto dell’architetto Ezio Mariani, ha consentito nel 1990 la riapertura. Nel cuore della città è situato uno degli edifici religiosi più antichi: la chiesa di S. Francesco (oggi sconsacrata), la quale racchiude al suo interno parti della struttura originaria romanico-gotica. Poco distante si trova la chiesa di San Filippo, chiesa barocca, restaurata di recente, all’interno della quale è conservata la tela “Madonna e S. Filippo Neri” di G.B. Tiepolo.

Attaccata alla Chiesa di San Filippo si trova la chiesa di San Giovanni in Peschiera, un gioiello recuperato con i lavori di ricostruzione post terremoto del 1997. Il complesso del Convento San Domenico, edificato dopo il sacco svevo del 1259 nel borgo San Venanzio, ha subìto nel tempo diversi cambiamenti d’uso. Ora è sede della Pinacoteca e Museo civici e del Museo Universitario di Scienze naturali. Il Museo archeologico raccoglie reperti dal paleolitico all’età romana, mosaici (pavimento) e frammenti di affresco, iscrizioni dedicatorie e funerarie, raccolte numismatiche, collezioni di vasi greci ed italici.

La Pinacoteca conserva opere di pittori camerti del Quattrocento. Tra i dipinti si può ammirare la splendida tavola dell’Annunciazione e Cristo in Pietà, il manifesto più sorprendente del quattrocento marchigiano, di Giovanni Angelo d’Antonio. In questa zona della città è situato anche il Monastero di Santa Chiara, la cui è da sempre legata al casato dei Varano. Giovanni Varano, nonno di Camilla Battista, pose a custodia delle porte della città alcune comunità religiose e il 18 luglio 1384 istituì il Monastero di Santa Maria Nova, che solo successivamente fu dedicato a Santa Chiara. Successivamente Giulio Cesare Varano amplierà quel Monastero che avrebbe ospitato la figlia prediletta, entrata a far parte della comunità delle clarisse in Urbino. Il 4 gennaio 1484 Camilla Battista - che il 17 ottobre verrà proclamata Santa - torna a Camerino. E sarà proprio lei a dare lustro al Monastero del quale fu abbadessa per parecchi anni. Dopo alterne vicende, ancora oggi il convento è abitato da una attivissima comunità delle sorelle povere di Santa Chiara. La chiesa di San Venanzio, anch’essa duramente colpita dal terremoto del 1799, ha conservato la facciata, l’abside e il campanile della seconda metà del Trecento, con il bellissimo portale in stile gotico fiorito sormontato da un grande rosone. Nella lunetta Madonna con bambino; due leoni su mensola; nella cripta Arca di San Venanzio in stile gotico.

A pochi metri è possibile visitare il Tempio dell’Annunziata, edificato dai da Varano all’inizio del ‘500 su una struttura preesistente, in segno di ringraziamento per il loro ritorno in città dopo la breve parentesi borgesca. E proprio Cesare Borgia, il famigerato Duca di Valentino celebrato da Macchiavelli, ha lasciato una significativa traccia del suo passaggio: la Rocca borgesca. Voluta da Alessandro VI B o r g i a ‘per sos p e t t o ’ dei camerti sottomessi nel 1502 dal figlio Cesare, progettata da Lodovico Clodio, figura poliedrica ed inquietante di prelato, fu quasi ultimata col lavoro di manuali convocati da molte città tra il maggio e l’agosto 1503, prolungando i muri di sostegno che cingevano già il convento di San Pietro in Muralto ed inglobandolo. la mise in comunicazione sotterranea col palazzo ducale. Nel 1532 essa ospitò il tesoro di Loreto, minacciato dalle razzie turche. Colmati i fossati, demoliti gli edifici interni e rimosse le merlature, la rocca si qualifica come superbo belvedere. Il giardino fu realizzato 1924, integrando alberi piantati già nell’800.

Poco distante il santuario di Santa Maria in via. Eretto per munificenza del card. Giori da Camillo Arcucci, sostituto di Borromini a Roma come progettista o direttore dei lavori, accoglie dal 1643 la splendida venerata icona con Madonna e Bambino, secondo la tradizione acquisita a Smirne da crociati camerti (c. 1345), secondo la critica opera di maestro locale della metà del ‘200, epoca alla quale risaliva l’oratorio con lo stesso titolo abbattuto per edificare il tempio a pianta ellittica. All’interno pregevoli tele di scuola romana del ‘600 e coeva fastosa cornice argentea (‘nuvola’) per esporre l’icona; volta dipinta da Rinaldi (XIX s.) e presbiterio da Orazio Orazi. Usciti dal nucleo urbano della città si raggiunge Renacavata, dove si adagia il convento dei frati Cappuccini. Questa è la casa madre dell’Ordine, nato e sviluppatosi a Camerino sotto la protezione e nel palazzo stesso della famiglia Da Varano nel 1528. Il complesso conserva nella chiesa una magnifica mala mise in comunicazione sotterranea col palazzo ducale.

Nel 1532 essa ospitò il tesoro di Loreto, minacciato dalle razzie turche. Colmati i fossati, demoliti gli edifici interni e rimosse le merlature, la rocca si qualifica come superbo belvedere. Il giardino fu realizzato 1924, integrando alberi piantati già nell’800. Poco distante il santuario di Santa Maria in via. Eretto per munificenza del card. Giori da Camillo Arcucci, sostituto di Borromini a Roma come progettista o direttore dei lavori, accoglie dal 1643 la splendida venerata icona con Madonna e Bambino, secondo la tradizione acquisita a Smirne da crociati camerti (c. 1345), secondo la critica opera di maestro locale della metà del ‘200, epoca alla quale risaliva l’oratorio con lo stesso titolo abbattuto per edificare il tempio a pianta ellittica. All’interno pregevoli tele di scuola romana del ‘600 e coeva fastosa cornice argentea (‘nuvola’) per esporre l’icona; volta dipinta da Rinaldi (XIX s.) e presbiterio da Orazio Orazi.

Usciti dal nucleo urbano della città si raggiunge Renacavata, dove si adagia il convento dei frati Cappuccini. Questa è la casa madre dell’Ordine, nato e sviluppatosi a Camerino sotto la protezione e nel palazzo stesso della famiglia Da Varano nel 1528. Il complesso conserva nella chiesa una magnifica maiolica invetrinata e colorata, attribuita a Mattia della Robbia (prima metà del ’500) raffigurante la Madonna, il Bambino e i SS. Francesco e Agnese. Bello il tabernacolo di noce finemente lavorato e adornato di madreperla e d’avorio, opera di un cappuccino maceratese. Rarissimo nel suo genere il museo, che conserva antichi oggetti dei Cappuccini.

Una passeggiata per i colli e la campagna che contornano Camerino può essere l’occasione per ammirare l’imponente opera difensiva che i Da Varano realizzarono edificando rocche, castelli, pievi e centri fortificati. Il consiglio è di non lasciarsi sfuggire una visita alla Rocca Varano, arroccata in cima ad uno scoglio, al Castello di Beldiletto, con le grandi torri rotonde a difesa del recinto fortificato, e al Castello di Pievefavera, che racchiude entro le sue mura con la triplice cinta di torri di guardia il borgo medievale.

fonte: www.comune.camerino.mc.it

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