Teatro e Danza
14 Novembre ore 21Teatro Rossini Pesaro (PU)0721 387621www.vivaticket.com
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Descrizione

coreografie Carlos Kamizele e Carolina De Almeida
regia, scene e luci Gerardo Lamattina
drammaturgia Tahar Lamri
interpreti Bubakare Charty, Carolina De Almeida, Petra Audry Mangoua Youaleu
Gabriel Andrea Presutti, Jibril Alessandro Touré
produzione Associazione Avvertenze Generali
in collaborazione con Protection 4 kids
 
 
Descendants è una compagnia emergente composta prevalentemente da italiani afrodiscendenti, fondata e guidata da Carlos Kamizele, ballerino e coreografo congolese nato a Kinshasa, arrivato in Italia a sette anni dove ha iniziato a ballare a quattordici. In questa nuova produzione è affiancato dalla ventenne Carolina De Almeida,
eccelsa interprete nata ad Imola con radici brasiliane. Insieme creano Nyumbani, una parola swahili che significa ‘casa’ e che evoca il senso di appartenenza o, al contrario, lo smarrimento provocato dal mancato riconoscimento delle proprie radici.
 
Nyumbani è uno spettacolo di teatro danza che celebra le storie, le esperienze e le eredità culturali degli interpreti afrodiscendenti. Attraverso una combinazione di danza, musica e testi poetici, gli artisti portano in scena un viaggio di riconnessione con le proprie origini, di crescita personale e di affermazione della loro identità divisa tra l’essere italiani oggi e loro radici africane.
La parola "Nyumbani" in lingua swahili significa "casa". La casa, intesa come luogo degli affetti e rifugio emotivo, e! il filo conduttore dello spettacolo. Essa può essere interpretata non solo come un luogo fisico, ma anche come simbolo di appartenenza, radici e sicurezza emotiva. Il concetto di casa nelle culture africane (e non solo) è spesso strettamente legato a identità, legami familiari e comunitari. La perdita della casa o delle proprie radici può causare un senso di smarrimento e alienazione per chi è stato allontanato da essa o non ha più un riferimento stabile. Questa idea si riflette nei temi dello spettacolo, dove la casa è rappresentata come punto di equilibrio emotivo e luogo da cui partire per un viaggio di scoperta e affermazione di sé.
 
GLI INTERPRETI
Cinque interpreti, tutti under 33, che rappresentano varie storie. Ogni coreografia racconta un momento chiave della loro vita, con stili di danza afro, hip hop e urban dance contaminate in chiave teatrale.
La regia musicale è sul palcoscenico e i danzatori stessi creano la colonna sonora della propria performance, utilizzando anche la body percussion e quindi il proprio corpo e quello degli altri come strumento di propagazione sonora e come bordone e tappeto acustico.
La scenografia è scarna ed essenziale, fatta di fondali e quinte colorate dove le luci creano ombre che evocano incerte figure, che si riflettono anche sul pavimento o sul corpo degli interpreti.
Carlos Kamizele con il progetto Descendants è affiancato dalla giovanissima Carolina de Almeida, 20 anni, come co-coreografa di nuova generazione.
 
DESCENDANTS è una compagnia di ballo che racchiude alcuni degli elementi più talentuosi del panorama internazionale di danza Afro e Hip Hop, riuniti attorno alla figura di Carlos Kamizele, coreografo afrodiscendente.
La compagnia presenta non solo un altissimo livello artistico e un’ampia proposta di stili e generi, ma anche un grande valore sociale. L’intento dichiarato infatti è quello di accendere una luce su quella porzione di italiani di origini straniere, di prima o seconda generazione, ancora così poco rappresentati nel mondo dell’arte. Un progetto che intreccia integrazione e identità, dove le differenze non si annullano, ma si fanno forza e armonia. Una celebrazione delle radici che si incontrano, si contaminano e crescono insieme, dando vita a un dialogo vibrante e ricco di sfumature.
Una storia fatta di molte storie: percorsi d’arte e di vita, segnati da passi spesso silenziosi me in salita. Storie che il mondo non ha visto o non ha voluto ascoltare, ma che ora prendono forma sul palco, brillanti nella loro unicità.
È il racconto di esistenze che si fanno danza, di anime che trovano rifugio e riscatto nell’espressione creativa. Ogni gesto, ogni parola è un atto di riconoscimento e appartenenza, un canto dedicato a chi, nonostante tutto, ha continuato a cercare la propria casa – reale o simbolica – e a costruirla con le sue radici profonde e mai spezzate.
La drammaturgia è di Tahar Lamri, scrittore algerino trapiantato in Italia da oltre 35 anni.
Regia, luci e scene sono di Gerardo Lamattina, regista cinematografico che ha una grande esperienza anche nel mondo del teatro e della danza e che ha vinto il Premio Speciale Scenario con lo spettacolo di teatro danza Tangaz.
 
NOTE DI REGIA
 
Uno sguardo innovativo, che si esprime attraverso un uso creativo delle luci, e con una marcata attenzione alla narrazione visiva: la capacità di costruire una forte estetica iconica e una narrazione simbolica particolarmente utile e necessaria in uno spettacolo che si basa su immagini evocative. Un senso del ritmo cinematografico, con transizioni fluide e un forte impatto emozionale. La gestione della performance dal vivo, particolarmente attenta alle esigenze degli interpreti, alla spontaneità e alle variazioni che emergono durante le improvvisazioni che costituiscono la preparazione e la costruzione dei quadri coreografici e teatrali.
 
COLLABORAZIONE CON TAHAR LAMRI
 
Il tema delle radici e dell’identità è congeniale per Lamri, algerino trapiantato in Italia da oltre 35 anni, che ha sempre trattato temi legati alla migrazione, al senso di appartenenza e al dialogo interculturale. La sua esperienza diretta si allinea perfettamente con il tema centrale dello spettacolo. Lamri è noto per uno stile narrativo intenso, poetico e ricco di simbolismi. Questa capacità di evocare immagini potenti con il testo aggiunge profondità e risonanza emotiva allo spettacolo. La sua sensibilità letteraria e la sua esperienza nell’uso della lingua come strumento di esplorazione identitaria sono ideali per uno spettacolo dove i danzatori stessi recitano brevi testi poetici in più lingue. Un utilizzo della parola come supporto alla narrazione visiva e fisica, con testi poetici ed essenziali, ritmicamente inseriti nelle scene per bilanciare la forza delle parole con l'energia del movimento.

 

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