Sabato 12 luglio si entra nel vivo di Civitanova Danza, vetrina dell’arte coreutica giunta alla 32° edizione e realizzata su iniziativa della Città di Civitanova Marche, dell’Azienda Teatri di Civitanova e dell’AMAT con il contributo di MiC e Regione Marche.
Per il festival dedicato al maestro Enrico Cecchetti e diretto da Gilberto Santini un vero e proprio Festival nel festival, maratona di danza che da anni contraddistingue la forte progettualità di Civitanova Danza.
Alle ore 20 al Teatro Cecchetti l’avvio è con l’anteprima nazionale di Pas de Cheval, duetto coreografato da Andrea Costanzo Martini e da lui interpretato con Francesca Foscarini sulle musiche di Angelo Badalamenti ed Ennio Morricone. Pensato per due performer non più giovanissimi e ispirato alla figura del cavallo, simbolo di grazia, forza e libertà, il lavoro indaga il parallelismo tra l’animale e il danzatore-performer: entrambi creature ammirate, plasmate da un immaginario che cela realtà di fatica, disciplina estrema e discutibili dinamiche di potere. Con leggerezza e ironia, Pas de Cheval svela le contraddizioni dello spettacolo dal vivo, interrogandosi sul prezzo che un performer è disposto a pagare per ottenere l’amore del pubblico e per la propria sopravvivenza, anche economica, nel sistema. Attraverso un linguaggio fisico essenziale, voci sussurrate e un immaginario che alterna pratica e rappresentazione, il duetto esplora i confini tra addestramento e libertà, obbedienza e desiderio, virtuosismo e vulnerabilità.
L’appuntamento centrale alle ore 21 al Teatro Rossini è con Brother to brother. Dall’Etna al Fuji di Roberto Zappalà, coreografo che da più di trent'anni è riuscito a mettere a punto uno stile unico con la sua compagnia. Lo spettacolo proposto a Civitanova Danza in anteprima nazionale. I fratelli del titolo sono il Fuji e l’Etna, i due vulcani per eccellenza della storia e dell’immaginario simbolico del mondo. La nuova creazione pone l’attenzione in maniera forte e vigorosa sul rapporto tra la performance dei danzatori della Compagnia Zappalà Danza e quella dei Munedaiko, musicisti consacrati alla pratica e valorizzazione del tamburo tradizionale giapponese “Taiko” (? tai ? ko: grande tamburo) dove la postura, il movimento e la concentrazione sono fondamentali. Così come i vulcani sono all’origine dell’attuale conformazione del pianeta, la percussione è all’origine dell’arte musicale e culturale creata dall’uomo, a partire dal ritmo del battito cardiaco. I tamburi provocano bolle di suoni, di ritmi che “scoppiano” nelle orecchie e nel cervello degli spettatori; ritmi che i danzatori seguono e provocano allo stesso tempo in un fluire incessante, un respiro comune che armonizza i corpi. Tra ogni battito e ogni movimento si cela una pausa naturale, simile alla quiete che segue un’eruzione vulcanica Questo equilibrio tra movimento e immobilità, tra suono e silenzio, riflette l’armonia presente in natura. Musica originale & soundscape di Giovanni Seminerio.
Il Festival nel festival volge al termine alle ore 23 al Teatro Annibal Caro con Asteroide di Marco D’Agostin, progetto di residenza nell’ambito di RAM_Residenze Artistiche Marchigiane finanziate da MiC e Regione Marche. Un omaggio al musical, alle sue travolgenti e paradossali logiche, alle storie d'amore che finiscono improvvise come un asteroide e alla nostra umana, intollerabile finitezza. Con la consueta ironia, Marco D'Agostin costruisce una partitura per voce e corpo che muovendosi tra paleontologia, danza e sentimento racconta gli infiniti modi coi quali la vita trova sempre il modo di resistere. La geologia e il romanticismo hanno una cosa in comune: raccontano che le cose durano a lungo. L’assurda ipotesi di un asteroide che avrebbe portato all’estinzione istantanea di tutti i dinosauri ha sconvolto la comunità scientifica negli anni ‘80: nessuno poteva accettare una storia così terribilmente affascinante ma insieme troppo inverosimile. In un corpo a corpo con Broadway, il divulgatore/performer dà vita a un inedito duetto che ha per coppie di protagonisti la scienza e l’amore, l’intrattenimento e l’informazione, la vita e la morte, la danza e il teatro. Tra tradimenti, ossa di dinosauro e misteriose grotte piene di iridio, Asteroide racconta la straordinaria capacità della vita – e dunque dell’arte – di ripresentarsi sempre, in nuove forme, senza soccombere mai.
Informazioni e biglietteria presso Teatro Rossini 0733 812936, AMAT 071 2072439 e circuito vivaticket, anche on line. Carnet 3 spettacoli da 22 a 30 euro, sono disponibili anche i biglietti per i singoli spettacoli. Previsto servizio bus navetta gratuito dal Teatro Rossini per il Teatro Annibal Caro, andata e ritorno.