Il giardino delle macchine è uno sguardo sull’umanità ispirato alla cibernetica e a un originale studio della filosofa Brunella Antomarini. In un futuro distopico dove l’umanità è estinta e vive in giardini protetti, le macchine valutano il progresso dell’umanità dal loro punto di vista, svelando alcuni lati nascosti del comportamento della nostra specie, assonanze possibili fra macchine e organismi e un finale inatteso che rimette in gioco tutte le nostre certezze.
La scrittura scenica originale si sviluppa attraverso il corpo e la voce dell’attrice, l’impiego di costumi-macchina, l’uso di video proiezioni, voice over e giochi di luce. Le figure-macchina evocate sulla scena ricordano invenzioni tecnologiche passate e presenti o creazioni artistiche ispirate a mondi futuri. Attraverso dialoghi distopici, attraversamenti temporali e approfondimenti scientifici, le figure-macchina si interrogano sull’origine della creazione tecnologia nel corso dell’evoluzione umana e sul pensiero dominante che ha sfruttato il sistema binario come meccanismo sociale di potere, misconoscendo il processo del feed back e dell’autocorrezione, tipico dell’approccio cibernetico, come processo comune sia alle macchine che agli organismi. La specie umana, radicalmente trasformata e a rischio di estinzione, rimane sullo sfondo e dal suo spazio protetto ci interroga sul senso del nostro progresso tecnologico. Ma come il clinamen sorprende la routine della caduta degli atomi nella filosofia epicurea, una nota di speranza sembra affiorare dall’elemento di sorpresa che la vita sempre riserva.
Di e con Isabella Carloni scrittura scenica Isabella Carloni creazioni video Andrea Marinelli drammaturgia sonora Paolo Bragaglia costumi Stefania Cempini produzione Rovine circolari