dal 15 Luglio al 07 Gennaio 2024 luglio e agosto venerdì 21-24, sabato e domenica 16,30-19,30. Settembre sabato e domenica 16,30-19,30Centro Studi e Casa Museo Osvaldo Licini Monte Vidon Corrado (FM)334.9276790www.centrostudiosvaldolicini.it
dal 15 Luglio al 07 Gennaio 2024 luglio e agosto venerdì 21-24, sabato e domenica 16,30-19,30. Settembre sabato e domenica 16,30-19,30Centro Studi e Casa Museo Osvaldo Licini Monte Vidon Corrado (FM)334.9276790www.centrostudiosvaldolicini.it
Descrizione
a cura di Daniela Simoni e Franco Tagliapietra, con la collaborazione di Arianna Ghilardotti La mostra è dedicata alla ricostruzione della figura e del percorso di Oreste Bogliardi (Portalbera, Pavia, 1900 – Rapallo 1968), artista di rilievo soprattutto in relazione agli esordi dell’astrazione in Italia, non abbastanza conosciuto e valorizzato. L’esposizione, curata da Daniela Simoni e da Franco Tagliapietra, con la collaborazione di Arianna Ghilardotti, nipote dell’artista, è allestita nella Casa Museo Licini e nelle sale espositive del Centro Studi Osvaldo Licini dal 15 luglio 2023 al 7 gennaio 2024. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera, Bogliardi alla metà degli anni Venti soggiorna a Parigi; nella fase giovanile dipinge pitture “novecentesche con accenni a sintesi di tipo puristico e metafisico, ma con una supremazia del colore e del disegno” (P. Fossati, 1971). Negli anni Trenta condivide le esperienze d’esordio di arte non figurativa del gruppo milanese, col quale ha esposto nelle prime mostre a Milano, Roma, Torino. Firma nel 1934 con Ghiringhelli e Reggiani, in occasione della prima Mostra di Arte Astratta Italiana del Milione, una Dichiarazione degli espositori ritenuta il “manifesto” dell’astrattismo italiano e nel 1935 – con De Amicis, D’Errico, Fontana, Ghiringhelli, Licini, Melotti, Reggiani, Soldati, Veronesi – sottoscrive la presentazione-manifesto per la Prima collettiva di pittori astratti tenutasi a Torino, nello studio di Casorati e Paolucci. Espone alla seconda Quadriennale romana del ’35 in una sala dedicata al gruppo e nello stesso anno con gli amici del Milione appare nel Cahier n. 4 di “Abstraction-Création”. L’ambito di ricerca della mostra verte su quella feconda stagione espositiva del Milione che ha visto in Italia l’affermarsi dell’arte astratta, passaggio che ha coinvolto in modo incisivo anche il percorso di Licini. L’artista, che aveva già maturato per proprio conto all’inizio degli anni Trenta un’evoluzione in senso astratto, riconosce nel gruppo del Milione dei “fratelli in spirito” dopo la condivisione della nona saletta alla Quadriennale del 1935, a cui seguì, pochi mesi più tardi, la prima personale nella galleria milanese. Carlo Belli, teorico del gruppo e autore di quella sorta di “bibbia” dell’arte astratta italiana che fu Kn, ricordava: “Vidi Licini una prima volta sulla porta del Milione in via Brera, nella primavera del ’34. Usciva dalla Galleria insieme con qualcuno che me lo presentò. Ma io non sapevo chi fosse. Mi parve di udire che era un ‘morandiano’ e che aveva una moglie svedese. Qualche tempo dopo Maria Ghiringhelli mi scrisse una lettera esaltante, per dirmi che alla compagnia di Bogliardi, De Amicis, Fontana, Ghiringhelli, Melotti, Reggiani, Soldati, potevamo aggiungere una nuova recluta: Osvaldo Licini, il quale aveva mandato al Milione alcune sue cose splendide e finissime”. L’esposizione presenta la parabola pittorica di Bogliardi dal periodo figurativo alla fase astratta degli anni Trenta, alla produzione più tarda in cui astrazione e figurazione si alternano: sono esposti quarantacinque dipinti, prevalentemente di collezione privata, molti dei quali inediti. Il percorso espositivo comprende anche un focus sul Milione con opere esposte da Bogliardi, Ghiringhelli, Reggiani nella prima mostra d’arte astratta del 1934. Questa sezione include anche dipinti e disegni di Licini, Fontana, Melotti, Soldati, De Amicis. Lo scopo è quello di ricreare l’atmosfera di quegli anni offrendo al visitatore l’opportunità di cogliere le diverse interpretazioni dell’astrazione. In questo segmento di mostra figurano opere del Museo di Villa Croce, che custodisce la collezione di Maria Cernuschi Ghiringhelli, e della Fondazione Fausto Melotti. Cristoforo De Amicis in particolare era legato da profonda amicizia con Bogliardi, così le opere dei due dialogano in diversi passaggi del percorso espositivo. La mostra, che comprende anche una sezione documentaria con lettere, immagini, cataloghi, prevede un catalogo con saggi dei curatori Daniela Simoni e Franco Tagliapietra, di Stefano Bracalente e la biografia di Arianna Ghilardotti. Promossa dalla Regione Marche, organizzata dal Comune di Monte Vidon Corrado in continuità con l’attività di ricerca ed espositiva del Centro Studi Licini, supportata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e dal Rotary Alto Fermano Sibillini, patrocinata dall’Accademia di Brera e dalla Galleria Il Milione di Milano, l’esposizione costituisce l’esito di un percorso di ricerca ma ha un taglio divulgativo che la rende fruibile non solo da studiosi, storici dell’arte, artisti ma anche dal grande pubblico.
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