Non si arriva a Smerillo facilmente: le plurime strade delle cinque contrade limitrofe che lo circondano sono curvose ed in salita. Ma quando mai uno scrigno prezioso ha avuto facile accesso? Bisogna rallentare e prestare attenzione mentre si sale per arrivare su, in cima al paese. Un cammino sorprendente quello che porta a Smerillo e che già dalla vallata preannuncia di poter essere un’esperienza di meraviglia.
Man mano che si avanza tutti i sensi vengono conquistati dalla vivida naturalezza di questo fazzoletto di terra: la vegetazione variopinta, a seconda della stagione, riempie lo sguardo di minuziose sfumature che generano odori inebrianti, i versi degli animali non sempre visibili, alternandosi al silenzio della montagna, accompagnano nel percorso coloro che ormai diventano o ridiventano parte di quel mondo da cui discendono. Senza tralasciare di includere tra le eccellenze di questa terra le sue primizie e le sue specialità culinarie, che attraggono sempre più un turismo culturale legato alla cultura enogastronomica, ciò che seduce ogni volta chi arriva a Smerillo è il sorriso della gente: un benvenuto cordiale e umano dal sapore d’altri tempi, che in tutta la sua semplicità e spontaneità fa sentire anche il turista straniero parte integrante della comunità.
Impossibile dunque non sentirsi a proprio agio, impossibile non ritrovarsi in questo ambiente che sembra divenire l’unico habitat naturale possibile per chiunque.
I molti percorsi naturalistici fanno da ulteriore scenario per escursioni e passeggiate indimenticabili e pertanto consigliabili ai curiosi e ai viaggiatori di tutte le età. Ogni anno Smerillo organizza soggiorni settimanali per adulti e scolaresche che vogliono imparare a vivere, conoscere ed orientarsi nella natura, assecondando una lungimirante vocazione alla promozione ed alla valorizzazione della propria terra. E grazie agli agriturismi e ai ristoranti smerillesi si possono anche gustare prodotti genuini e biologicamente sani nelle ricette di succulenti piatti legati alla tradizione autoctona, rigorosamente “fatti a casa”: il tartufo bianco e nero, le castagne, il miele, i funghi, i frutti di bosco, legumi e graminacee, e soprattutto la caratteristica mela rossa, donata nella leggenda ai pacifici smerillesi dalla mitica Sibilla dell’Appennino.
L’agenda degli eventi di Smerillo detiene un’unica protagonista, la sua terra, ed in sintonia con questa inclinazione aderisce al progetto denominato “Chi mangia la foglia”: un circuito di ristoranti che prevedono nel menù piatti a base di erbe spontanee. Speciali diventano quelle serate in cui si può riscoprire o conoscere questa risorsa naturale, che oltre ad esaltare qualsiasi tipo di pietanza, dalla più antica alla più innovativa, diventa strumento per raccontare il territorio.
Smerillo, nella Comunità Montana dei Sibillini, è meta di un turismo meditativo ed elitario, che pare sospendersi nel tempo. Un tempo in cui l’anima ritrova un primordiale ristoro ed i sensi tutti vengono risvegliati.
Mariateresa Ferroni