Per lungo tempo i mulini ad acqua hanno caratterizzato il territorio marchigiano e hanno assunto un ruolo centrale nell’economia delle comunità, essendo strettamente legati alla pratica agricola e costituendo un ottimo investimento.
Erano disposti lungo il corso dei fiumi, che alimentavano canali artificiali, i vallati, in grado di attivare le macine. Tale situazione è presente nella valle del Chienti dove fin dal Medioevo si sviluppò un articolato sistema di mulini ad acqua. Con l’arrivo della meccanizzazione molti mulini sono stati dismessi e successivamente riconvertiti o ristrutturati anche a fini turistici o abbandonati. Anche i vallati hanno quindi perso la loro principale funzione, ma molti non sono stati interrati e sono utilizzati per la produzione di energia idroelettrica o per irrigare i vicini campi coltivati.
A prescindere dalla destinazione attuale, i mulini e i vallati rappresentano i segni di un’omogenea base culturale ed economica di un ampio territorio che presenta anche una continuità e contiguità di musei. Ciò ha sollecitato un progetto di valorizzazione congiunta delle strutture museali, e di riflesso dell’intero territorio, di tre comuni del basso Chienti, Morrovalle, Corridonia e Monte San Giusto, denominato Sistema Museale Terre dei Vallati.
Il restauro del medievale Palazzo Lazzarini a Morrovalle e la sistemazione al suo interno del Museo-Pinacoteca hanno costituito le ragioni fondanti del progetto di valorizzazione. Il palazzo, al quale si accede attraverso il pregevole portale gotico, ospita nel Museo-Pinacoteca le opere pittoriche provenienti per lo più dalle locali chiese di Sant’Agostino e San Francesco: si segnalano la Madonna in trono con Bambino e santi, attribuita a C. Ridolfi (1570-1644), la Galleria di uomini illustri e la Madonna del Soccorso di tradizionale iconografia centro-italiana. Da vedere è anche il Cristo Crocifisso e santi (1781) di Filippo Ricci nella Chiesa di S. Agostino e il Museo Internazionale del Presepio che conserva circa 870 presepi provenienti da tutto il mondo.
A Corridonia è possibile visitare il Palazzo Persichetti Ugolini, un tempo parte del convento francescano e dall’Ottocento dimora patrizia. L’interno, decorato da numerose pitture murali, ospita la Pinacoteca Civica e Raccolta d’arte sacra, dove si possono vedere opere di numerosi artisti, tra i quali si segnala F. Trevisani. Molto interessante è la Pinacoteca parrocchiale, che ospita una piccola ma preziosa raccolta di dipinti di soggetto sacro: la Madonna dell’Umiltà (1372) di Andrea da Bologna, sei scomparti di un polittico smembrato (1462) dei fratelli Antonio e Bartolomeo Vivarini, una Madonna del latte (1474) di C. Crivelli, un trittico del 1481 di Lorenzo d’Alessandro e la Madonna del Carmine del Pomarancio. Si può vedere anche la Casa Museo di Filippo Corridoni, allestita nella casa natale del sindacalista per il quale l’antica Pausola mutò il nome nel 1931.
Questi tre luoghi rappresentano i vertici di un itinerario cittadino che è possibile percorrere con una guida abilitata, che mostra la stratificazione storica evidente nel tessuto urbano e che tocca la trecentesca Chiesa di S. Francesco (foto), Piazza Corridoni del 1936, importante esempio di architettura razionalista italiana, e la Sala Consiliare, con l’immagine di Mussolini a cavallo con il volto scalpellato, documento del destino di damnatio memoriae.
A Monte San Giusto il percorso comprende la Chiesa di S. Maria della Pietà, documento del periodo di maggiore splendore della cittadina, legato al vescovo Niccolò Bonafede che la fa restaurare e abbellire con la famosa Crocifissione (1531) di Lorenzo Lotto, conservata con la cornice originale disegnata dallo stesso pittore. Ancora al vescovo si deve la costruzione del Palazzo Bonafede, oggi sede della Collezione Alessandro Maggioni. Dell’ampia raccolta originaria andata dispersa, qui è esposto un nucleo consistente, che comprende disegni antichi dal XVI al XIX secolo eseguiti da artisti di scuola romana, emiliana, bolognese, veneta e napoletana. Tra i principali si citano Guercino, Reni, Vasari e D'Arpino. Qui si trova anche il "Fondo Cantalamessa", donato al comune nel 1998 da Dino e Livia Brillarelli. Conserva medaglie, targhe e disegni realizzate dallo scultore Carlo Cantalamessa, autore anche del Monumento ai caduti dei giardini pubblici di Monte San Giusto.
Monia Marzetti