La sinagoga sefardita (o di rito spagnolo) si trova nel cuore dell’antico quartiere ebraico e risale alla metà del XVI secolo. Viene costruita in un periodo d’oro per Pesaro quando il suo porto - ampliato da Guidubaldo II Della Rovere - prende il posto di quello di Ancona in seguito al boicottaggio organizzato da Gracia Mendes in risposta alla strage anconetana dei ‘marrani’ (1555).
In città arrivano molti ebrei portoghesi che devono coltivare gli studi mistici ed hanno bisogno di una sede. La struttura più ampia in cui è inglobata la sinagoga ospitava, infatti, la scuola materna, di studi cabalistici e quella di musica.
L’edificio non presenta all’esterno alcun elemento che lo segnali come luogo di culto. Nella facciata si aprono il portone d’ingresso degli uomini e accanto, più piccolo, quello delle donne. Al piano terra si trovano il forno, la vasca per i bagni di purificazione, il pozzo.
Al primo piano, nella sala delle Preghiere, Arca Santa (Aròn) e Pulpito (Tevàh) si contrappongono una di fronte all'altro al centro delle pareti più corte. L’arca santa, armadio in cui si conservano i sacri testi, era in legno riccamente scolpito. La tevah è situata in una galleria sopraelevata in cui si posizionavano l’officiante e i cantori del coro.
I manufatti più pregevoli della sala sono stati rimossi e portati in sinagoghe ancora aperte al culto: l’arca santa a Livorno, il balconcino del pulpito ad Ancona, le grate del matroneo a Talpioth (Gerusalemme).
Il soffitto è decorato a stucco con rosoni e serti di quercia, chiaro omaggio degli ebrei sefarditi ai Della Rovere, signori di Pesaro cui dovevano decenni di benessere e tranquillità.
fonte: Comune di Pesaro (www.pesarocultura.it)