Santa Maria dei Monti: interno (XVII sec.)
Storia
La struttura oggi visibile risale agli inizi del XVII secolo e si deve a padre Nicola da Monteprandone, dell’ordine dei frati minori riformati, che propose l’insediamento di una comunità religiosa nel luogo dove sorgeva un piccolo santuario mariano, eretto tra il XIV e il XV secolo, come protezione dalla peste e dedicato alla Madonna dei Monti. L’area risulta inoltre di notevole interesse archeologico, come è documentato da alcuni ritrovamenti.
Padre Nicola poté prendere possesso della chiesetta e del terreno circostante il 14 luglio 1614. A lui fu affidata la direzione dei lavori e fu subito costruita una parte del convento, dove i religiosi si stabilirono, iniziando a officiare nella chiesetta esistente. Completato il monastero, fu costruita la nuova chiesa, facendo in modo che l’immagine della Madonna dipinta sul muro dell’antico santuario potesse essere conservata.
Oggi di tale affresco votivo è visibile solo un lacerto con la Madonna e il Bambino, collocato nell’abside sopra il coro ligneo, che è il frammento salvato da un incendio che distrusse gran parte del dipinto.
L’intera struttura, compresi gli orti, il prato e l’ampio giardino, fu cinta da un muro.
Nell’Ottocento il complesso subì alterne vicende, in seguito alla conquista napoleonica, la restaurazione e l’unificazione dell’Italia.
In seguito alle soppressioni napoleoniche la chiesa venne annessa alla parrocchia e il convento fu messo all’asta e acquistato da Giambattista Giammarini. Con la Restaurazione il complesso fu restituito ai frati, che vi tornarono nel 1816.
Dopo l’Unità d’Italia venne estesa dallo Stato piemontese a tutta l’Italia la legge Rattazzi del 1855, che decretava la soppressione delle corporazioni religiose, colpendo in particolare i conventi agostiniani e francescani.
Nel 1864, in seguito a questa legge, il monastero venne soppresso, i frati lasciarono il convento e i beni vennero assegnati al comune di Grottammare. Tra i possedimenti del convento c’era un organo costruito dall’organaro Gaetano Callido nel 1784, per questa chiesa. In seguito alla soppressione l’organo venne trasferito nel 1864 nella Chiesa di San Pio V, a Grottammare, dove è possibile vederlo tuttora.
Nel 1879 il convento divenne sede del collegio-convitto Peretti, che rimase aperto fino al 1918.
Nel 1935 i frati chiesero al comune di Grottammare di poter tornare nel convento, che fu loro venduto con le sue pertinenze per £ 35.000. In questa occasione il complesso venne risistemato.
Dagli inizi degli anni Cinquanta la struttura ha cambiato il nome in Oasi di Santa Maria ai Monti dei Frati Minori Riformati ed è diventato meta di riunioni e soggiorno per associazioni, sacerdoti, suore, privati cittadini. Il complesso presenta due corpi di fabbrica, risalenti al secolo scorso, posti a ovest e a nord della chiesa.
Descrizione
Il fronte principale del complesso presenta due ali di minore altezza che affiancano la chiesa. La facciata della chiesa è realizzata con uno stile essenziale, con mattoni a faccia a vista, conclusa da un timpano triangolare sorretto da quattro lesene, che inquadrano il portale d’ingresso ornato da una cornice architettonica conclusa da un timpano curvilineo e sormontata da un’apertura rettangolare.
L’edificio conventuale è costituito da un corpo di recente costruzione, a ovest e a nord della chiesa, e da un’ala originaria, a est. La struttura antica si sviluppa intorno a una corte chiusa sul lato settentrionale dall’attuale muro di cinta. La corte è quadrata, con pozzo centrale, e presenta portici con volte a crociera e a botte ed è delimitata da prospetti a due piani.
L’interno della chiesa è arricchito da varie opere d’arte. Sulla destra di chi entra è collocato un dipinto raffigurante San Giacomo della Marca di Monteprandone, San Bonaventura da Bagnoregio, San Diego e Sant’Antonio abate.
Secondo una diversa interpretazione i santi rappresentati non sarebbero San Diego e Sant’Antonio abate ma San Pacifico da San Severino e San Benedetto Scativoli (vescovo di Osimo). Il dipinto deve essere datato in un anno successivo al 1780.
Subito dopo l’altare si può ammirare la Madonna della Pace, scultura lignea realizzata da Francesco Santori, sopra la quale si trova un quadro di notevole pregio rappresentante San Francesco, un tempo attribuito al celebre pittore Guercino da Cento (1591-1666), oggi a un pittore della sua scuola.
Vicino all’abside si trova l’altare con la pala raffigurante la Madonna con Bambino, San Nicola da Tolentino e anime purganti. Nell’abside, sopra il coro ligneo, si può vedere l’antico affresco della Madonna col Bambino (XVI sec.).
Proseguendo lungo il perimetro della chiesa, troviamo la pala con la Madonna con Bambino e Sant’Anna e i santi Francesco, Elisabetta e Luigi IX. Subito dopo l’altare, in alto è collocata un’opera raffigurante una Pietà. L’alatre immediatamente a sinistra dell’ingresso presenta un crocifisso.
Nella chiesa si trova anche la tomba della Beata Lavinia Sernardi, nata a Grottammare il 2 giugno 1588, di cui Padre Nicola fu padre spirituale.
A seguito di alcuni restauri, la chiesa ha subito una radicale trasformazione e sono scomparsi l’antico oratorio, le epigrafi sui muri e i dipinti di frate Lorenzo Bonomi che nel XVII secolo aveva affrescato il chiostro con episodi della vita di San Francesco. Nel complesso sono state collocate le stazioni della Via Crucis opera di Ubaldo Ferretti.
Nel 1750 i frati impiantarono una fitta lecceta che doveva diventare luogo di ristoro dalla calura estiva e momento di meditazione. Ancora oggi questo bosco è presente all’interno del convento.