Oltrepassata la loggetta rialzata di linguaggio quattrocentesco (anche se compiuta nel 1560)
è l’elaborato altar maggiore della prima metà del Seicento in legno dorato e laccato con
grandi colonne salomoniche e la tavola firmata “THIMOTHEI DE VITE URBINAT. OPUS” raffigurante il Noli me tangere.
Si tratta del più importante lavoro di Timoteo Viti (allievo del Francia) insieme all’opera realizzata per il mausoleo dei duchi d’Urbino.
Il dipinto con una cromia che assume una profondità gemmea e tonalità quasi smaltate e figure dagli evidenti influssi raffaelleschi è definito da Vittorio Sgarbi “un capolavoro sublime” che “appare in questo oratorio non grande come una visione”. Quest’opera del Viti (che affianca Raffaello in importanti imprese) è stato datato (da Cuppini Sassi) all’anno 1504.
Fonte: www.cagliturismo.it