Cartoteca Storica delle Marche

 

Allestita in alcune sale restaurate del complesso monumentale di Santa Lucia, del XVIII secolo, nel centro di Serra San Quirico, la Cartoteca Storica delle Marche, è una raccolta dedicata alla cartografia storica della regione.
Le antiche carte geografiche che vi sono conservate, incise e stampate a partire dal XVI secolo, documenti di grande raffinatezza artistica, consentono anche di "leggere" storicamente il territorio delle Marche nella sua evoluzione amministrativa e geografica: l'antico Ducato di Urbino, la Marca Anconitana e Fermana per arrivare alle prime carte geografiche "moderne" dello Stato Pontificio del XVIII secolo e del nuovo Stato Unitario prodotte dall' "infallibile compasso degli eserciti".
Una sala ospita la fedele riproduzione di un globo terrestre del grande cartografo veneziano Vincenzo Coronelli (1650-1718) che aveva lavorato come cosmografo alla corte del Re Sole e fu anche Generale dei Frati Minori.

Le prime rappresentazioni cartografiche della regione marchigiana

L'interesse della nascente arte tipografica per la geografia è molto forte e le origini della cartografia moderna si intrecciano profondamente con le origini dell'arte tipografica, nei secoli XV-XVI, che offre una risposta alla curiosità per la geografia sviluppata dalle scoperte geografiche e consente di riprodurre in forma omogenea e corretta, senza la mediazione del copista, come avveniva nella tradizione manoscritta, documenti di una certa complessità e precisione come le carte geografiche.
I primi cartografi sono infatti editori di libri illustrati che si avvalgono della collaborazione di valenti incisori su legno e poi su rame per pubblicare stampe o carte sciolte nelle quali compare la rappresentazione di territori "regionali" per i quali si erano nel frattempo reperite nuove documentazioni: Si tratta delle ‘"Tabulae Novae" che costituiscono i primi documenti della storia della cartografia moderna.
Le regioni marchigiane del tempo (sec. XVI), cioè la "Marca di Ancona" (corrispondente alle attuali province di Ancona, Macerata e di parte dell'Ascolano) e il "Ducato di Urbino" (corrispondente all'attuale provincia di Pesaro, insieme con parti del territorio oggi umbro), costituiscono alcune delle aree rappresentate da queste Tabulae Novae. La prima carta conosciuta è la Marcha de Ancona nova del geografo piemontese ma operante a Venezia, Giacomo Gastaldi (1548). Da questo documento derivano probabilmente altre carte, come quella pubblicata da Girolamo Ruscelli nella sua edizione della Geografia di Tolomeo (Venezia 1561).
Nella prima metà del Cinquecento gli editori e i cartografi italiani, per i loro rapporti con l'ambiente umanistico, ebbero in Europa grande considerazione, e Roma e Venezia furono i centri di maggiore produzione cartografìca. A partire dalla seconda metà del Cinquecento furono invece i cartografi olandesi ad ereditare la leadership del mercato. A Roma troviamo Ferando Bertelli, che mantiene rapporti commerciali anche con Venezia, che è autore del Novo et vero Dissegno della Marca di Ancona, il rame della quale, cioè la forma incisa utilizzata per la stampa, viene a volte riutilizzato secondo un‘abitudine diffusa tra gli stampatori del tempo, con modifiche di data e di autore.
Sempre a Roma opera Vincenzo Luchini che stampa una Marca d'Ancona nel l564 che fu usata come fonte da Egnazio Danti per il suo Picenum, dipinto che fu eseguito per la Galleria Vaticana delle carte geografiche (ampia rappresentazione pittorica dei territori dello stato della chiesa eseguita tra il 1580 e il 1583), dove si trovano anche un Anconitanus Ager ed un Urbini Ducatus per il quale si e invece ipotizzata come fonte la carta manoscritta del Ducato di Giovanni Battista Clarici, ingegnere e pittore urbinate (1542-1602) prevalentemente vissuto a Milano.
Si tratta per lo più di carte sciolte che venivano raccolte insieme e rilegate a seconda degli interessi del cliente, confezionando in questo modo degli atlanti avanti lettera. Della seconda metà del Cinquecento, per quanto tratte da originali forniti dai colleghi italiani, sono le carte pubblicate da Abramo Ortelio (theatrum Orbis Terrarum, Anversa 1570, l'atlante geografico più diffuso e celebrato del XVI secolo) e dal grande Mercatore (Atlas sive Cosmographicae Meditationes, Duysburg 1595), appunto due geografì e cartografi dei Paesi Bassi, ad avere la maggiore diffusione in Europa.
Alla metà del Seicento la cartografia delle regioni italiane, grazie all'uso di fonti riservate ed al confronto critico dei documenti, viene notevolmente migliorata dal grande matematico, geografo ed astrologo padovano Giovanni Antonio Magini, docente all'Università di Bologna, del quale fu pubblicato postumo, nel 1620, un atlante dell'Italia con il sostegno ed il patrocinio dei duchi Gonzaga di Mantova. Le carte del Magini, il Ducato di Urbino e la Marca di Ancona, furono per molto tempo utilizzate come fonte dai grandi atlanti olandesi di Hondt-Jansson, eredi di Mercatore, e di Blaeu, che dominarono il mercato cartografico europeo del XVII secolo.


L'evoluzione della rappresentazione cartografica

Con le rappresentazioni cartografiche di Magini, la Marca di Ancona e il Ducato di Urbino prendono la forma che rimarrà inalterata per un secolo; viene dettagliato il disegno della costa adriatica, la proiezione precisata, nonostante l'inclinazione della penisola resti erroneamente molto spostata verso est (e lo sarà almeno fino al primo Ottocento).
Fanno parte di questa stagione anche altri documenti provenienti dall‘ambiente dello stampatore romano De Rossi, tipografo dell'Arcadia, che pubblica, tra il 1669 ed il 1703, un atlante, il Mercurio Geografico, dal quale provengono due tra gli esemplari più belli della storia cartografica marchigiana la Marca Anconetana e Fermana del fabrianese abate silvestrino Amanzio Moroncelli, noto anche come abile costruttore di gIobi, e la Legazione del Ducato di Urbino di Filippo Titi di Città di Castello.
Anche i territori subregionali cominciano ad essere rilevati nel dettaglio, come nel caso del Territorio di Ascoli dell'ingegnere militare Odoardo Odoardi dei Catilini di Ascoli, carta forse messa a punto per una campagna contro il brigantaggio, che viene pubblicata sullo Stato Ecclesiastico (1706-09) del Veneziano abate Vincenzo Coronelli, uno dei più grandi geografi del suo tempo, famosissimo per i suoi globi, nel quale compaiono anche altri territori delle Marche (Ancona, Fano, Pesaro, Urbino, Sant'Angelo in Vado, Cagli, Fossombrone, Fermo).
Dal 1750 al 1754 fu compiuta nel territorio del lo Stato Pontificio la prima spedizione scientifica che aveva l'obiettivo di calcolare, attraverso una serie di triangolazioni, la misura dell'arco di meridiano di due gradi che attraversava lo stato, al fine di rettificare la carta dei territori della Chiesa. La spedizione fu compiuta da due gesuiti, l'inglese Cristoforo Maire e il dalmata Ruggero Boscovich, con l'autorizzazione di papa Benedetto XIV; essa produsse, utilizzando anche i calcoli in precedenza messi a pulito da Francesco Bianchini per il territorio di Urbino, il primo documento cartografico dello stato pontificio fondato su rilevazioni di rette, la Nuova carta geografica dello Stato Ecclesiastico (1755), più volte utilizzate in seguito in diverse edizioni. Tutte le carte successive di questi territori, quella del Cassini, dello Zatta e del Santini, sono infatti derivate da questo documento.


Il periodo napoleonico

Durante il Regno d'Italia napoleonico (1813-1818) fu rivoluzionata l'organizzazione amministrativa delle province marchigiane adottando, sul modello francese, il criterio "rivoluzionario" del bacino fluviale. Nei pochi anni di esistenza de] nuovo stato fu quindi attivata la pubblicazione di carte delle nuove province, chiamate Dipartimenti, in genere fondate sui rilievi dei padri Maire e Boscovich.
Le carte prodotte dai napoleonici, alcune delle quali restarono manoscritte per la breve durata di questi organismi politici, presentano una particolare attenzione per la rappresentazione del reticolo stradale, strumento strategico della tecnica di "guerra veloce" adottata dai francesi.


La cartografia moderna

Con lo svilupparsi dello stato moderno e delle sue funzioni, come per esempio il rilevamento censuario catastale, legato all'esigenza di una pressione fiscale più articolata e diffusa (nel 1816 vienecostituita nello Stato della Chiesa, da Pio VII, la Congregazione dei Catasti con lo scopo di mappare il territorio nella scala 1:2.000), la cartografia comincia a disporre di documentazioni sistematiche che consentono di giungere a un disegno del territorio di grande precisione.
I militari, da sempre depositari dei segreti del sapere geografico, diventano, dalla metà del Settecento, i responsabili tecnici della realizzazione delle carte.
Nello Stato della Chiesa, dopo il lavoro scientifico e statistico dello Zuccagni-Orlandini, professore a Firenze, che pubblica nel 1844 il primo Atlante degli stati italiani, è lo Stato maggiore austriaco a Milano a curare l'edizione della Carta topografica dello Stato Pontificio e del Granducato di Toscana (Vienna 1851), che si caratterizza per la grande precisione topografica e che costituisce il diretto precedente della cartografia ufficiale italiana, prodotta, a partire dal 1872, dall'istituto Topografico (poi Geografico) Militare di Firenze, tuttora responsabile della materia per la Repubblica Italiana.


Con la costituzione dell'Istituto fu attivata la prima rilevazione per la Carta d'Italia in centodiciotto fogli nella scala 1:100.000 (nella scala 1:25.000 limitatamente ai dintorni del le grandi città, per la pianura del Po e per le regioni militarmente più importanti). Da questi rilievi furono poi realizzate carte nella scala 1:50.000 e 1:25.000 per tutto il territorio nazionale.
Con l'istituzione della Regione Marche (1970) un nuovo impulso è stato impresso alla diffusione della rilevazione cartografica dei territorio ad uso arnministrativo, urbanistico e turistico. Le nuove carte vengono messe a punto con l'ausilio delle nuove tecnologie, sulla base di riproduzioni fotografiche aeree e via satellite e periodicamente aggiornate.

Foto e testo da  www.serrasanquirico.com

Informazioni aggiuntive

  • citta: SERRA SAN QUIRICO
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