Le sale del Museo Paolucci ospitano una parte dei reperti tratti dalle collezioni dell'insigne studioso naturalista anconetano (1849-1935) . Laureato in Veterinaria, Paolucci fu brillante insegnante e poi Preside del Regio Istittuto Tecnico di Ancona, presso il quale, dopo anni di direzione del Gabinetto di scienze, organizzò e costituì il Museo Regionale Marchigiano di Storia Naturale.
Il Paolucci ci ha lasciato numerose ed importanti collezioni (paleontologiche, mineralogiche, zoologiche e botaniche) frutto di una intera vita di ricerche e di studio. Riproponendo il senso storico delle collezioni, nate a scopo didattico, esse tornano oggi a costituire un vivo ed attuale strumento di studio. Attraverso la ricollocazione dei reperti, si prende contatto e visione delle diversità e specificità degli ambienti naturali marchigiani, in un mosaico ricco di elementi visuali, didattici e scientifici che ricompongono in conclusione l’ambiente di oggi e dei tempi di Luigi Paolucci.
Le sale davisitare sono sette e si sviluppano nell'ordine: lo Studio del prof. Paolucci – il Laboratorio didattico – l’ Ambiente costiero – l’ Ambiente fluviale – l’ Ambiente collinare – gli Ambienti carsici e le gole calcaree – l’ Ambiente montano. Il percorso museale è costituito da pannelli didattici e da teche espositive. Attraverso la lettura dei testi e l'esposizzione dei reperti viene descritto l’ambiente naturalistico delle Marche e più in genrale, l'origine, gli equilibri e gli ecosistemi dei cinque ambienti. Reperti unici di specie ormai scomparse costituiscono testimonianze preziose che ci aiutano a ricostruire e capire l'evoluzione e le modificazioni del territorio.
Il Museo inaugurato il 28 settembre 1996, è di proprietà della Provincia di Ancona ed è stato realizzato grazie alla Amministrazione presieduta dalla Prof.ssa Marisa Saracinelli con l'attiva collaborazione dell'assessorato ai beni culturali (Ass. Ezio Capitani) e con l'apporto dell'Amministrazione comunale di Offagna (Sindaco Santilli) che ha messo a disposizione gli splendidi locali che lo ospitano.
fonte: www.offagna.org