{aicontactsafelink text=Click to contact us|pf=1} In località “La Cuma” di Monte Rinaldo, nell’alta valle del fiume Aso, è situata l’area archeologica di un Santuario di età tardo-repubblicana - ellenistica (II - I sec. a.C.). La documentazione archeologica raccolta è il risultato di due principali campagne di scavi: la prima, del 1957, e la successiva, del 1958-62, le quali portarono all’individuazione e alla parziale messa in luce del santuario e di strutture di età imperiale avanzata: un porticato, un tempio e un edificio rettangolare di incerta destinazione.
Il porticato, a duplice fila di colonne, è lungo 63,50 m e largo 100 m. E’ formato da un muro di fondo in blocchi di arenaria e da due colonnati paralleli di ordine ionico-italico: quello interno, con colonne alte 6,80 m (di cui quattro innalzate) e quello esterno, con colonne alte 4,75 m (di cui sette innalzate).
A sud del porticato si collocano i resti delle fondazioni del tempio probabilmente del tipo a tre celle, con colonne sulla facciata d’ordine tuscanico e datato approssimativamente tra il II e I sec. a.C. Di particolare interesse si rileva la presenza accertata, ma ora non visibile, di un pozzo ubicato tra il tempio e il porticato. In merito alla o alle divinità qui venerate e al culto praticato in questo santuario, si dispone di informazioni e dati certi, anche se l’acqua sembra rappresentare l’elemento naturale costitutivo di questo complesso sacro.
Lo scavo ha restituito inoltre molteplici elementi architettonici in terracotta i quali, oltre a proteggere le travature lignee delle strutture architettoniche, assumevano anche una funzione decorativa. Tali reperti, di indiscusso valore storico e artistico, sono conservati nel Museo Archeologico del Santuario Ellenistico di Cuma, sito presso la Chiesa del Crocifisso, adibita a museo dal 2008. Nel museo si possono ammirare frammenti delle decorazioni architettoniche in terracotta, perlopiù a stampo con ritocchi a mano e policrome, le quali si dividono in vari elementi relativi alla copertura degli architravi, ai rivestimenti degli spioventi, ai rivestimenti delle testate delle travi, agli elementi frontali dell’ultimo coppo spiovente, al rivestimento del telaio di porte e, soprattutto, al frontone.
Il lavoro di ricomposizione e di restauro dei gruppi frontonali è stato ancora più complicato in conseguenza del fatto che i frammenti relativi alle sculture del frontone sono stati recuperati in prevalenza dalla demolizione di muri antichi nei quali erano state reimpiegate come materiale da costruzione. Di tali sculture è stato raccolto un numero imprecisato di teste, sia femminili sia maschili, intere e frammentarie, di frammenti di panneggi, di membra, fra cui gambe e arti, e di sedili. La forte caratterizzazione patetica che le contraddistingue ha fatto sì che venissero avvicinate ad opere del barocco dell’Asia minore.
Area Archeologica del Santuario di Monte Rinaldo
Località Aso, Monte Rinaldo (FM)
Visite: da giugno a settembre su prenotazione