L'Abbazia romanica di Santa Maria delle Moie fu fondata probabilmente all'inizio delll'XI sec. dalla famiglia Attoni-Alberoni-Gozoni come monastero privato.
L'abbazia si trovava in una pianura nei pressi di un'antica zona paludosa che si estendeva lungo l'Esino chiamata molie da cui derivò il nome: in un documento del 1219 viene infatti chiamata Molie S. Mariae plani, con riferimento anche alla zona pianeggiante dov'era dislocata.
Fino al 1400 L'Abbazia ebbe un notevole sviluppo, ma agli inizi del XIV secolo iniziò un periodo di decadenza che si durò anche per tutto il secolo successivo. Nel 1600 il vescovo di Jesi elevò a parrocchia la chiesa di Santa Maria delle Moie decretando la fine dell'abbazia benedettina.
L'Abbazia è stata più volte sottoposta a restauri. Il primo avvenne nel 1524, come testimonia l'epigrafe sopra l'arco dell'atrio; nel 1788 venne spostanto l'altare dietro la porta principale che venne chiusa, e venne aperto il nuovo ingresso nell'abside centrale.
Gli ultimi importanti restauri furono eseguiti nel 1919 e nel 1924 con la ricostruzione della parte del monastero crollato in passato. Così l'Abbazia è entrata a far parte della "lista dei monumenti italiani di importanza nazionale".
ARCHITETTURA: si tratta di una costruzione romanica composta dalla chiesa e dall'avancorpo.
E' costruita con blocchi regolari di pietra calcarea ed ha una pianta a croce greca con 4 pilastri al centro e 5 absidi (3 in fondo, 1 per ciascun fianco). La chiesa è suddivisa in 3 navate concluse da absidi: la navata centrale è coperta da una volta a botte ogivale, mentre quelle laterali da volte a crociera.
L'avancorpo è dotato di un terzo piano suddiviso in varie stanze e davanti ad esso si eleva il campanile quadrangolare cinquecentesco. La parte esterna del portale è stata completamente restaurata e presenta tre archivolti poggianti su semi pilastri e semicolonnine laterali decorate con temi ad intreccio e vegetale.
Del monastero rimangono solo due ambienti: uno rettangolare con volta a botte collegato ad una stanza sotterranea da una scala; l'altro, comunicante con il primo e accessibile anche dal cortile, a pianta quadrilatera e con volte a crociera.