Sant'Angelo in Lizzola, la storia

L'abitato di Sant'Angelo in Lizzola prende origine intorno all'anno 1000 dall'unione di due castelli preesistenti, quello di Monte S. Angelo e quello di Liciole (Lizzola). Nel corso del medio evo il territorio di Sant'Angelo si amplia verso il fiume Foglia, annettendosi il piccolo borgo di Montecchio nel 1389.

Durante il 1400 Sant'Angelo in Lizzola entrò nella sfera di influenza degli Sforza, signori di Pesaro; seguì poi le vicende del Ducato di Urbino, quando il Papa Giulio secondo cedette i territori sforzeschi al Duca Francesco Maria della Rovere nel 1513. Fu proprio il Duca di Urbino ad elevare a contea il castello di Sant'Angelo in Lizzola e a cederlo in feudo alla famiglia Mamiani.

Tra i cittadini illustri non si può dimenticare di citare Giovanni Branca, che nacque a Sant'Angelo nel 1571. Fu architetto della Santa Casa di Loreto, lasciando in quella città opere importanti, come il consolidamento delle mura e l'edificazione della Porta Marina oltre ad averne ripristinato l'acquedotto. Ma il suo ingegno non si limitò all'edilizia, infatti fu il primo che pensò ad utilizzare il vapore come forza motrice: nel trattato "Le Machine" spiega come possa essere utilizzata la sua invenzione e quali benefici se ne potevano trarre.

Le vicende di Sant'Angelo, da questo momento in poi, furono per lunghissimo tempo legate ai conti Mamiani, fino al 1885, quando morì l'ultimo rappresentante della famiglia, il celebre Terenzio Mamiani. L'altra famiglia nobile che legò indissolubilmente il suo nome a quello di Sant'Angelo in Lizzola, è quella dei Perticari. Soprattutto tra la fine del diciottesimo secolo e l'inizio del diciannovesimo, a Sant'Angelo, grazie all'opera del conte Giulio Perticari, convenivano i migliori ingegni dell'epoca: da Vincenzo Monti a Rossini, da Leopardi al Giordani al Cassi.

L'atmosfera culturale era talmente vivace che nel 1851 fu inaugurato il teatro (andato oggi completamente distrutto); i preziosi scenari dei fratelli Liverani di Faenza, che facevano parte del corredo scenico del teatro, sono scampati alla distruzione. Attualmente, dopo un lungo restauro, sono custoditi dall'ultimo rappresentante della famiglia Perticari.

fonte: www.comune.santangeloinlizzola.pu.it

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  • citta: VALLEFOGLIA
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