Offida è un comune di circa 5300 abitanti della provincia di Ascoli Piceno, situato su uno sperone roccioso, a 293 m. sl.m. tra le valli del Tesino e del Tronto. Nel suo territorio sono state rinvenute tombe picene risalenti ai secc. VII-V a.C., e varie altre testimonianze di età romana. Secondo alcuni storici le origini di questo centro risalgono al 578 d.C. quando gli ascolani, in seguito all’invasione longobarda, si rifugiarono su questo come su altri colli, fondandovi dei castelli.
Dai farfensi alla fine del Cinquecento
Le testimonianze storiche diventano più sicure dopo il Mille. Nel 1039 Longino d’Azzone, signore del castello di Offida, donò all’abbazia di Farfa la maggior parte dei suoi possedimenti. La cittadina entrò pertanto nella sfera d’influenza della potente abbazia che nella Marca aveva il suo centro a S. Vittoria in Matenano. Gli imperatori Enrico III nel 1049 ed Enrico IV nel 1084, come il papa Leone IX nel 1051, confermarono ai farfensi i loro possedimenti, tra cui quello di Offida. Sotto l’amministrazione farfense il castello si trasformò in un centro di una certa importanza, dandosi anche le tipiche magistrature dei nascenti comuni, riconosciute da papa Niccolò IV nel 1291. Intorno alla metà del Duecento, per volontà delle suore Clarisse, fu costruito il convento e la chiesa di S. Francesco (attualmente l’edificio ospita l’Enoteca Regionale delle Marche). I francescani invece edificarono nello stesso periodo la chiesa e il monastero di S. Marco. Il complesso subì varie modifiche, la chiesa fu consacrata nel 1359.
Istituito da Urbano IV il Presidato Farfense nel 1261, Offida entrò a farne parte, restandovi compresa fino al 1572, quando fu associata alla diocesi di Ascoli.
Il Palazzo comunale, edificato tra XI e XII secolo, è andato assumendo le forme attuali nel corso dei secoli. Il bellissimo portico colonnato che dà su piazza del Popolo fu aggiunto nel corso del XV secolo, mentre la torre merlata è del secolo precedente.
Nel Trecento Offida era già dotata di un ospedale, intitolato alla SS. Trinità, mentre dal 1450 fu aperto un secondo ospedale detto di S. Antonio abate.
Nel 1330 si iniziarono la demolizione dell’antico castello e la costruzione dell’imponente chiesa di S. Maria della Rocca. L’edificio, di forme gotiche, è composto da una chiesa superiore, il cui interno era interamente affrescato, e di una vasta cripta. Oggi vi si conservano alcuni affreschi, attribuiti al Maestro di Offida. Nel 1338 fu iniziata anche la costruzione del convento e della chiesa di S. Agostino, che si protrasse fino al 1441.
Nelle diverse contese e guerre tra Fermo e Ascoli intrecciate ai conflitti tra guelfi e ghibellini, Offida si schierò dalla parte della prima contro la potente vicina, pagandone lo scotto già nel 1348, quando fu espugnata dagli ascolani dopo un duro assedio. Nonostante ciò, dopo poco tempo Offida tornò alla sua antica alleanza con Fermo. In questo periodo la popolazione ammontava a oltre 2000 abitanti (contro i 27.000 di Ascoli). Le lotte tra fazioni nel XIV e XV secolo videro protagonisti i ghibellini Boldrini, che parteggiavano per Ascoli, e i guelfi Baroncelli, ostili ad essa.
Fu in questo periodo che le mura cittadine furono ricostruite e rafforzate, mentre venne costruita la nuova rocca su progetto di Baccio Pontelli. Delle imponenti fortificazioni restano oggi il torrione a pianta circolare, che si trova all’ingresso della città, e due torri, una quadrata e una cilindrica.
Nonostante le fortificazioni, nel 1497 gli ascolani si impadronirono di Offida, ma appena quattro anni dopo Carlo Baroncelli rientrò in città ripristinandone l’autonomia comunale. Poiché le lotte tra le due famiglie non cessavano neppure nei primi decenni del Cinquecento, si cercò di pervenire a una riappacificazione che sarebbe dovuta avvenire il giorno del Corpus Domini del 1533. Ma invece della riconciliazione ebbe luogo, per mano di Carlo Baroncelli e dei suoi seguaci, un vero e proprio eccidio dei Boldrini. Il Baroncelli dovette fuggire e non poté mai più far ritorno a Offida.
Dal presidato di Montalto a oggi
Con la fine del presidato farfense di S. Vittoria, Offida passò ecclesiasticamente sotto la diocesi di Ascoli (1572) e amministrativamente sotto Montalto, sede di un nuovo presidato istituito da papa Sisto V.
Il Seicento e il Settecento trascorsero senza scosse, anche se non mancavano mai gli attriti con Ascoli, fino all’invasione napoleonica.
Tra le comunità religiose femminili nei monasteri (ad esempio le Benedettine di S. Marco, subentrate alle Clarisse) si diffuse la pratica del merletto a tombolo, le cui origini si fanno risalire già al XV secolo. Neppure le donne dell’aristocrazia disdegnavano questo tipo di lavoro manuale, così che la creazione di merletti, spesso di pregevole fattura, incominciò a caratterizzare l’intera cittadina.
Notevoli realizzazioni del tardo Settecento furono la Collegiata e il nuovo grande Ospedale (1796), opera dell’architetto ticinese Pietro Maggi. La Collegiata, terminata nel 1798, fu realizzata anch’essa dal Maggi, su progetto di Lazzaro Giosafatti. La facciata, sormontata da una balaustra, contiene elementi di vari stili. Nel grande lunettone centrale compare il Mosaico dell’Assunta. Sulla sommità della torre che affianca la facciata si innalza la statua bianca della Madonna.
Nel 1797 le truppe napoleoniche occuparono anche Offida, che l’anno successivo fu inclusa nel Dipartimento del Tronto con capoluogo Fermo. Nel periodo napoleonico non mancarono episodi di insorgenza, cioè di ribellione della popolazione contro i soprusi degli occupanti.
Dopo la Restaurazione Offida ottenne, nel 1831, da papa Gregorio XVI il titolo di città.
Questi anni vedono anche il sorgere della Carboneria, con la partecipazione di molti offidani.
Nel 1861 Offida contava 4300 abitanti, che grazie a una fiorente economia integrata, agricola e artigianale (tabacchifici, piccole industrie del baco da seta), sarebbero gradualmente aumentati a oltre 8000 nel 1951, per poi ridiscendere nei decenni successivi. L’apertura della stazione ferroviaria nel 1886 favorì le comunicazioni e l’accesso ai mercati per i prodotti locali.
Le vicende del Novecento sono strettamente legate a quella della vicina Ascoli Piceno, alla cui economia industriale è connesso anche lo sviluppo di Offida. Fra gli anni ‘70 e ’80, accanto alle aziende vitivinicole, vi sono sorte infatti fabbriche di maglieria, scarpe, pelletteria nonché strutture per la lavorazione di materiale elettrico.
Oggi Offida è un centro turistico di tutto rispetto, con i suoi importanti monumenti, i suoi musei (Archeologico, del Merletto, A. Sergiacomi e la Pinacoteca) e con la sua tradizione del merletto a tombolo. Alle merlettaie è oggi dedicato un monumento. Ad essi si aggiunge il prestigioso Carnevale storico.
Pier Luigi Cavalieri