“Guardati dalle Idi di Marzo!” è l’annunzio di Calpurnia moglie di Cesare che aveva avuto un presentimento di quanto stava per accadere al marito Giulio Cesare. “Beware the Ides of March” echeggia dopo secoli Shakespeare.
Le Idi di marzo equivalevano al 15 di tale mese, giorno fatale per Caio Giulio Cesare ucciso a Roma davanti alla statua di Pompeo. Le Idi di marzo: uccisione di Giulio Cesare!
Ma il vincitore dei Galli, l’autore del De Bello Gallico e del De Bello Civili, che ci hanno fatto penare sui banchi di scuola, non era del Piceno e l’avvenimento non ebbe luogo in questa Regione ma molte furono le relazioni di Cesare con la nostra Regione, a cominciare da Tito Labieno suo braccio destro ripetutamente nominato nel De Bello Gallico. Labieno era di Cingoli e ce lo dice lo stesso Giulio Cesare: “…anche da Cingoli città che Labieno aveva costruito a sue spese” (sua pecunia aedificaverat recita il testo).
Ma Cesare ha un grande merito quello di avere per primo descritto la geografia delle odierne Marche. Infatti allora erano costituite dal Piceno che dall’Esino si estendeva fino al Salino; a Nord dell’Esino v’era l’Umbria di cui facevano parte Camerino, Matelica, Fossombrone, Jesi, Senigallia, Fano, Pesaro e Urbino. Cesare nel 49 a.C. dopo aver superato il Rubicone “invade” il territorio delle attuali Marche e ce ne descrive la geografia, comprendendovi anche Gubbio che del resto fece parte delle Marche fino al 1860.
“Cesare occupa Pesaro, Fano, Ancona ognuna con una coorte (De Bello Civili XI). Si porta poi a Osimo. Da Osimo percorre tutto il territorio piceno… si dirige su Ascoli che viene abbandonata da Lentulo Spinter (Lib. XV) prende Fermo occupa Ascoli e vi si ferma un giorno per fare rifornimento di frumento”. In altri capitoli parla di Camerino (XV) di Cingoli (XV); di Gubbio.
Della venuta di Cesare nelle Marche fa fede anche Cicerone (Lettere ad Attico, VIII) il quale afferma che Giulio Cesare si fermò anche a Castro Truentino località allora molto famosa che grosso modo corrisponde alla odierna Porto D’Ascoli.
E così nel De Bello Civili abbiamo l’elencazione delle città delle Marche, descrizione in assoluta anteprima fatta da Caio Giulio Cesare di cui nelle Idi di Marzo, cioè il 15 Marzo, ricorrono 2046 anni dell’uccisione.
“Amici Romani, compatrioti! Io vengo a seppellire Cesare non a lodarlo”. Così Shakspear nel Giulio Cesare.
Noi marchigiani lo lodiamo per aver descritto, primo nella storia, la configurazione geografica della nostra Regione.
Gabriele Nepi