La battaglia del Metauro

3 giugno 207 a.C.:

Ricorre l’anniversario di una battaglia combattuta nelle Marche durante la seconda guerra punica.

Quanti gli eventi succedutisi durante questi 23 secoli! Eppure, la storia di questo scontro bellico, dura perenne e rievoca, a noi, tardi discendenti dei romani, il valore e la gloria di quello scontro. “Tu regere imperio populos, Romane, memento” (Virg, Eneide lib VI) e, quasi per puntualizzare, ecco Orazio che nei Carmina canta:” Quanto tu debba, o Roma, alla famiglia dei Neroni lo attestano il Metauro e Asdrubale sconfitto (testis Metaurum flumen et Hasdrubal…).

Asdrubale, nella tarda primavera di quell’anno, era caduto dalla Gallia nella Valle Padana e da lì si diresse verso la sponda adriatica.

L’esercito romano era comandato dai consoli Marco Livio Salinatore e Tiberio Claudio Nerone (il Nerone di Orazio). Quest’ultimo aveva avuto dai prigionieri, notizia del movimento di Asdrubale che tendeva a ricongiungersi al fratello Annibale nel Centro Italia.

Nerone lascia la Puglia, dove operava, con forze adeguate ed a marce forzate, risale l’Adriatico e si ricongiunge col collega Marco Livio Salinatore sulla destre del fiume non molto distante dall’incrocio tra la Flaminia e l’Adriatica.

I romani erano circa 40mila; i cartaginesi sui 35mila; Asdrubale deciso a ricongiungersi al fratello, si preparò allo scontro. Risalì la sinistra del Metauro mirando a passare il fiume in luogo più agevole; tuttavia seguito ed inseguito dall’esercito romano pose il campo presso l’attuale Monte degli Sterpeti ed attaccò i romani con le truppe iberiche, con quelle liguri e con gli elefanti. Da parte romana erano ingaggiate le truppe del console Livio. Nerone, rimasto forzatamente inoperoso alla destra romana, fece retrocedere le truppe a tergo delle unità combattenti e costeggiando il fiume piombò d’improvviso sulle destra dei cartaginesi sfondandola ed invadendo il campo nemico. Questo attacco di Nerone e lo sforzo rinnovato del centro dell’esercito di Claudio, decisero le sorti della battaglia a favore di Roma.

Asdrubale cadde in battaglia; il suo esercito fu annientato. Nerone, tornato in Puglia a marce forzate ma con le truppe dal morale altissimo perché vincitrici, gettò nel campo di Annibale la testa del fratello Asdrubale sconfitto ed ucciso.

Tale evento dopo 10 anni dalla sconfitta romana al Trasimeno e dopo 9 anni da quella di Canne costituiva la prima vittoria campale nella guerra contro Cartagine dissipando per sempre ogni minaccia ed eventuale possibilità di congiungimento degli eserciti di Annibale e del fratello Asdrubale.

Di tale battaglia oltre ad Orazio parlano Tito Livio (27, 42 ss) e Strabone (4, 227).

 

Gabriele Nepi

 

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