L’architetto teatrale dell’800

San Severino Marche 1795 – Macerata 1885

In questi anni si sta valorizzando la figura di Ireneo Aleandri, poliedrico architetto fa i più rappresentativi del purismo architettonico dell’800.

Nato a San Severino Marche l’8 marzo 1795, studiò a Macerata e poi all’Accademia di San Luca a Roma, in quegli anni diretta da Antonio Canova, sotto la guida di Giuseppe Camporese e di Raffaele Stern. Tornato in patria, qui svolse alcuni anni di professione privata, dividendo l’attività progettuale con la conduzione, con il fratello, della fabbrica familiare di vetri.

Proprio dei primi anni è il suo progetto più famoso, quello dello Sferisterio di Macerata (1823), che non a torto può definirsi una delle architetture più originali e spettacolari del suo secolo. Del periodo settempedano (1819-1833) restano importanti testimonianze, tutte a San Saverino: il teatro condominiale (oggi “Feronia”), palazzo Mongarducci, palazzo Luzi, la Porta San Lorenzo, la torre dell’orologio nel palazzo del Governatore, le chiese di San Paolo al ponte, di San Michele, Sant’Agostino. A Porto San Giorgio progettò per l’ex re di Westfalia Girolamo Bonaparte villa Caterina.

A partire dal 1833, anno in cui fu nominato ingegnere capo del Comune di Spoleto e poi della Delegazione Apostolica, incentivò l’attività di ingegnere civile, brillando in alcune opere nello Stato Pontificio. Progettò l’ardito ponte sull’Ariccia, l’ultimo grande ponte in muratura della storia viaria, l’acquedotto e il mattatoio di Spoleto, ma soprattutto si dedicò all’ammodernamento della rete viaria, progettando il tratto Foligno-Orte della ferrovia Ancona-Roma e razionalizzando l’intera rete stradale della Delegazione di Spoleto, come pure la viabilità interna della città.

Non tralasciò il disegno di altri monumenti ed edifici. Di quegli anni il progetto dei teatro “Ventidio Basso” di Ascoli Piceno (1839) e “Nuovo” di Spoleto (1853), della collegiata di Santa Maria Assunta a Otricoli (1840), della chiesa di Santa Maria delle Grazie (oggi Santuario di San Pacifico, 1842) ancora a San Severino Marche, di Porta Montana a Cingoli.

Ricevuta l’ingente eredità dello zio materno Nicola Niccolai, nel 1857 l’Aleandri, nel frattempo divenuto architetto fra i più famosi e richiesti dello Stato Pontificio, si trasferì definitivamente a Macerata dove rallentò l’attività professionale, pur non rinunciando ad alcuni incarichi (fu membro per lunghi anni della Commissione dell’ornato, incaricato anche di predisporre il regolamento edilizio della città) ed a vari progetti importanti soprattutto in campo teatrale.

Dopo aver progettato il cimitero monumentale di San Severino con l’annessa chiesa di San Michele, nel periodo 1869-1873 si dedicò ai disegni dei nuovi teatri di Montelupone, Treia, Sant’Elpidio a Mare (qui fu incaricato anche di ampliare il palazzo comunale), Pollenza, solo parzialmente realizzati. Alla sua genialità si deve anche la progettazione nel parco di Villa Luzi di Votalarca dell’originale “carcere di Cajostro” e del monumentale palazzo dei principi Giustiniani-Bandini all’Abbadia di Fiastra.

Ireneo Aleandri morì a Macerata il 6 marzo 1885. Caso emblematico della sua fama, cinque anni prima la città aveva dedicato alla sua attività di architetto e progettista una grande mostra.

Di lui come esponente più significativo del purismo e dell’architettura teatrale dell’800, sono in atto alcune iniziative fra Marche e Umbria, un vero e proprio percorso alla riscoperta di una vasta area riletta attraverso la presenza delle sue grandi opere, tuttora fra le più identificative delle maggiori città delle due Regioni.

Giovanni Martinelli

Informazioni aggiuntive

  • citta: SAN SEVERINO MARCHE
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