Biagio Biagetti e altri

Porto Recanati è una delle più belle località balneari situate tra il Monte Conero e il Tronto. Conosciuta per la spiaggia a misura di famiglie e per il gustosissimo brodetto di pesce, Porto Recanati è meno nota per aver dato i natali ad artisti di fama e anche per essere sede di una bella Pinacoteca, le cui opere furono donate al Comune da un grande intenditore e collezionista d’arte, Attilio Moroni.

Biagio Biagetti

L’opera artistica di Biagio Biagetti, nato a Porto Recanati nel 1877, pittore di cicli di affreschi di grande formato di soggetto sacro e, dal 1921 primo direttore dei Musei Vaticani, è una delle più interessanti della prima metà del Novecento. Gli inizi della carriera artistica di Biagetti sono legati al suo rapporto con Ludovico Seitz, pittore impegnato ad affrescare, negli anni di fine Ottocento, la grande Cappella tedesca del santuario di Loreto. Seitz, che alloggiò per diversi periodi in una pensione di proprietà del padre di Biagetti, scoprì ben presto il talento artistico del giovane Biagio e lo incoraggiò ad iscriversi all’Istituto di Belle Arti di Roma. Nel 1900 Biagetti si diplomò brillantemente e, tornato nella sua cittadina, incominciò a ottenere incarichi da famiglie di rango della zona, come i conti Leopardi e Massucci di Recanati e gli Emiliani di Montelupone, per i quali dipinse un ciclo di affreschi intitolato La storia del pane. Nel 1906, ottenuto un incarico di insegnamento a Roma, tornò a vivere nella capitale, dove diventò anche direttore artistico della “Rivista Marchigiana Illustrata”, collaborando con personaggi come Adolfo De Carolis, Lauro De Bosis e Gabriele Galantara. I rapporti con Seitz non si erano mai interrotti e alla morte di quest’ultimo nel 1908 ricevette l’incarico di completare gli affreschi nella cappella di S. Stefano della Basilica di S. Antonio a Padova. Nel 1921 papa Benedetto XV lo nominò direttore dello Studio Vaticano del Mosaico e commissario permanente per la tutela dei monumenti storici della Santa Sede. Ben presto Biagetti istituì il Laboratorio Vaticano per il restauro applicando in questo campo una filosofia innovativa. Mentre in passato il restauratore si metteva in competizione con l’originale sovrapponendovi il proprio stile, Biagetti impose il rispetto dell’opera originaria, che il restauro non doveva alterare ma solo conservare. Egli stesso fu impegnato negli anni Trenta nel difficile restauro del Giudizio Universale di Michelangelo nella Cappella Sistina. Nel 1931 papa Pio XI lo mise a capo della Pontificia Commissione di Arte sacra e lo incaricò di realizzare la nuova sede della Pinacoteca Vaticana.

Biagetti e le Marche

Dopo la Seconda guerra mondiale Biagetti riprese il proprio impegno nelle Marche: a Loreto restaurò gli affreschi del Maccari nella cupola della Basilica e realizzò la Cappella del Crocifisso dove mise in atto nuove tecniche ottenendo grandi effetti luministici e forti toni emozionali. Già nel 1912-13 egli aveva realizzato gli affreschi con scene della vita dei santi Cirillo e Metodio nella Cappella slava del santuario mariano. Ma nella sua regione Biagetti aveva sempre lavorato: si pensi al ciclo di affreschi nella Basilica della Madonna della Misericordia a Macerata (dove tra il 1922 e il 1924 curò la decorazione dell'ambulacro con episodi della vita di Cristo e della Vergine) e a quello della collegiata di S. Biagio a Pollenza (affreschi nella Cappella del Crocefisso e dell’Addolorata, 1909), a quadri e pale di altare presenti a Jesi (sulla conca absidale del Duomo egli dipinse nel 1939 una maestosa figura del Cristo Pantocratore affiancato da santi), e nella Pinacoteca “A. Moroni” di Porto Recanati. Biagio Biagetti si spense a Macerata nel 1948. A lungo quasi dimenticato, ha conosciuto in tempi recenti una notevole rivalutazione. Come ha osservato il suo biografo Paolo Ondarza, egli “intese il proprio mestiere come uno strumento di apostolato”. Esperto conoscitore delle tecniche artistiche e di conservazione, fu sempre un pittore cattolico, anche quando non si dedicò a tematiche sacre. Senza conformarsi ai revival artistici ottocenteschi, seppe elaborare un linguaggio nuovo in linea con la tradizione.

Attilio Moroni

La figura di Attilio Moroni, sacerdote e docente universitario, è anch’essa legata all’arte. La sua collezione di 150 dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento, oggi ospitata nelle sale superiori del Castello Svevo di Porto Recanati, ha dato vita a una delle più importanti raccolte di arte moderna delle Marche. Essa comprende dipinti di pittori come Giovanni Fattori, Domenico Morelli, Giovanni Costa, Silvestro Lega, Giulio Severini Filippo de Pisis, Ottone Rosai. Attilio Moroni nacque a Porto Recanati nel 1909. Figlio di un emigrato morto in Argentina, in più occasioni avrebbe speso le proprie energie in favore degli emigrati italiani. Dopo essere stato ordinato sacerdote conseguì anche la laurea in giurisprudenza all’Università di Macerata, ateneo in cui dal 1955 avrebbe insegnato diritto canonico. Dal 1977 all’85 vi ricoprì l’incarico di rettore, spegnendosi nel 1986. Alla sua morte lasciò al Comune di Porto Recanati non la sua raccolta di quadri, ma anche i 7000 volumi della propria biblioteca privata, che andarono a formare il nucleo della Biblioteca comunale della cittadina rivierasca.

Cecco Buonanotte

Tra i portorecanatesi contemporanei spicca uno scultore, Cecco Buonanotte, nato nel 1942, interessatosi alla scultura già nella bottega del padre Tobia, mobiliere, studia all’Istituto d’Arte di Macerata dove è allievo di Peschi, Ferrajoli e Diamantini. A sedici anni si reca a studiare a Roma all’Accademia di via Ripetta. Viene apprezzato già negli anni Settanta negli ambienti artistici della capitale, trovando presto attenti estimatori anche in Giappone. Risentendo della lezione di Brancusi, Buonanotte si muove nell’ambito della scultura figurativa creando forme leggere, di plastica eleganza. Presto riceve importanti committenze da istituzioni, come la Scultura polimaterica per il Museo-casa natale di Michelangelo a Caprese, il Portale in bronzo per il nuovo ingresso dei Musei Vaticani, inaugurato nel 2000, quello per la Nunziatura Apostolica di Berlino del 2001 e quello per il Museo di Lussemburgo a Parigi del 2006, nonché la scultura Colloquio realizzata nel 1988 per il nuovo Parlamento australiano a Canberra. A Porto Recanati Bonanotte ha realizzato le porte bronzee della chiesetta del Preziosissimo Sangue, il pannello bronzeo L’uomo e il mare all’interno della Banca delle Marche, la bella scultura che decora il centro della fontana di piazza Brancondi, la Cappella dedicata ai Caduti di tutte le guerre (uomini e donne quasi disarticolati, scheletriti, a simboleggiare l’offerta estrema), infine la piccola “tavola” apposta nella cappella funeraria della propria famiglia nel locale cimitero. Cecco Buonanotte è considerato uno dei massimi scultori italiani viventi.


Informazioni aggiuntive

  • citta: PORTO RECANATI
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