il doppio patrimonio faleronese

Sono molteplici i motivi per visitare questo Comune dell’entroterra fermano che racchiude e fonde gli aspetti archeologico culturali della città romana di Falerio Picenus e le caratteristiche medievali di Falerone capoluogo.

Con la Legge Regionale 16/94 la Regione Marche ha istituito il Sistema Archeologico Marchigiano individuando sette aree ben definite e delimitate dove sono presenti importanti elementi archeologi-ci. I Parchi Archeologici così definiti, tra cui Falerio Picenus, hanno la doppia finalità della conser-vazione e tutela dei beni ambientali, monumentali ed archeologici in essi contenuti e della loro frui-zione al pubblico secondo una nuova forma di turismo culturale. Passeggiare nel Parco Archeolo-gico di Falerio Picenus, a Piane di Falerone, allora, è come fare un salto indietro nel tempo per stupirsi continuamente di quello che la natura ed il lavoro dell’uomo ci propongono.

Il Teatro è l'edificio più importante di tutta l'area archeologica: costruito in età augustea con una capienza di circa 1600 posti è il meglio conservato delle Marche. All'altra estremità del decumano è possibile vedere invece i resti delle mura esterne dell’Anfiteatro, risalente al I secolo d.c. e che po-teva contenere circa 6000 spettatori. Nel Parco dal perimetro di due miglia con un’estensione di cir-ca 30 ettari, è ancora visibile un serbatoio che attraverso delle tubature sotterranee riforniva di ac-qua tutta la città, chiamato impropriamente Bagno della Regina, oltre a monumenti sepolcrali e fu-nerari di pianta quadrata, pozzi, tratti di muri e resti di lastricati stradali.

Per il percorso medievale invece occorre spostarsi verso la parte alta del Comune, nel borgo storico. Dalla piazza della Concordia, in cui si affacciavano i palazzi signorili, si scorge la Chiesa matrice di San Giovanni che demolita nel 1573, fu ricostruita più grande per riunirvi tutte e tre le altre chiese del paese. In essa sono contenute: la pala d’altare raffigurante S. Ignazio di Loyola e S. Fran-cesco Saverio attribuita al Van Dick, discepolo di Rubens, un dipinto presente nell’altare di San Paolino che mostra il Beato Pellegrino con San Paolino da Nola e Santa Lucia ad opera di Filippo Bigioli, e una statua del Beato Pellegrino, lavorata con buona mano, commissionata dal Prevosto Don Angelo De Minicis all’artista sanseverinate Venanzo Bigioli.

Dirigendoci verso Piazza della Libertà sulla sinistra a metà di Corso Garibaldi incontriamo una pic-cola casetta chiamata di San Paolino perché residenza del Prevosto dell’omonima parrocchia dopo l’inurbamento nel centro storico, con la porta d'ingresso ornata da un arco di stile gotico arricchito da bassorilievi scolpiti in pietra.

Giunti in Piazza della Libertà, appoggiate alla Chiesa di San Sebastiano si incontra uno stupendo portico quattrocentesco a due ordini: le Loggette dei Mercanti accoglievano i pellegrini e erano luogo di fiere e mercati.

La chiesa di San Sebastiano, risalente alla I metà del XVI secolo, venne eretta dalla comunità fale-ronese in seguito ad una pestilenza che in quel tempo mieteva molte vittime nella Marca Anconeta-na, per questo motivo San Sebastiano fu eletto comprotettore di Falerone insieme a San Fortunato.

Dopo essere stata sede della Compagnia del S.S. Sacramento e monte frumentario, la chiesa a causa della fatiscenza della struttura non è più adibita al culto da quasi 80 anni.
In seguito al restauro dell’immobile nell’aprile del 2005 nella ex chiesa di San Sebastiano è stata allestita una aula multimediale dotata di impianto audio e video e postazioni multimediali interattive per la fruizione da parte delle scuole e dei gruppi di visitatori oltre ad assolvere la funzione di centro convegni e pinacoteca.

Dirimpetto a questa si trova la chiesa di San Francesco, di proprietà comunale, risalente alla fine del XIII secolo e riconsacrata in seguito in onore di San Fortunato patrono di Falerone. Di origine romanica, con l’abside poligonale e ai piedi del campanile un arco con decorazioni in cotto di un portale rinascimentale del 1440, conserva gelosamente nell'altare dell’Immacolata Concezione una tavola di Vittore Crivelli raffigurante la “Madonna stante che adora il Bambino, tra due Angeli musicanti” (1479).

Nei locali dell’ex convento di San Francesco di cui fa parte anche la chiesa di san Fortunato, dopo importanti lavori di restauro terminati con l’inaugurazione del giugno 2003 si può tornare a visitare il Museo Archeologico Antiquarium dotato di numerosi ed importanti reperti provenienti da Fale-rio Picenus, come statue, urne funerarie e suppellettili.

Presso un’ala dello stesso complesso monastico nel maggio del 2009 è stato aperto alla fruizione pubblica il Museo Laboratorio di Scienze Naturali, storia dell’uomo e del paesaggio.

Vale la pena addentrarsi nella campagna faleronese per ammirare le due chiesine rurali di Santa Margherita lungo la strada provinciale che porta a Sant’Angelo in Pontano e di San Paolino a metà strada tra Falerone capoluogo e la frazione Piane.

Esistente sin dal XIII secolo, la chiesa di Santa Margherita è edificata con pietra degli Appennini in stile romanico a navata unica e facciata ornata da un rosone protoromanico; nel tempo ha subito diversi rimaneggiamenti che ne hanno mutato l’impostazione originale, il parroco di questa chiesa gode del titolo di Priore.

Adagiata su una dolce collina immersa nel verde, la chiesa di San Paolino fu edificata tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo probabilmente sulle rovine di una precedente costruzione, in stile romanico gotico con facciata a capanna in laterizio con inserimenti di pietre di fiume e materiali di recupero provenienti da Falerio Picenus, presenta sul fianco nord un campanile a vela ornato nel terzo livello con una graziosa bifora.

Sembra essere stata residenza dei Vescovi di Falerio fino a quando la cattedra vescovile non venne unita alla chiesa fermana nel XVI secolo; il parroco di San Paolino gode del titolo di Prevosto.

Inoltre:

- Chiesa di Santa Margherita (XIII sec.), che ha subito molti rimaneggiamenti, ha sulla facciata un rosone gotico e una torre campanaria.
- Chiesa di San Paolino, di origine longobarda, è realizzata con pietre di fiume e con materiale proveniente da edifici romani in rovina. Ha caratteri romano-gotici con torre quadrangolare ad uno spiovente (nella zona absidale è stato scoperto un tratto di muro probabilmente appartenente ad una costruzione romana da dove è sorta poi S. Paolino). Nella stessa zona sono state rinvenute delle tombe, tra cui alcune di epoca longobarda.

Informazioni aggiuntive

  • citta: FALERONE

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