Il museo del Rame a Force ha un suo primo antecedente importante nella “Mostra del rame e del farro battuto” in svolgimento nei mesi estivi a partire dal 24 agosto 1969. Altro precedente è l’allestimento del “Centro per l’esposizione del rame e dei manufatti dell’artigianato di tradizione delle aree interne picene”, avviato alla fine degli Anni 80 e poi destinato ad altro uso. Nel suo proporsi come raccolta di testimonianza in spazi di conservazione, vissuti e fruiti dalla popolazione, dai visitatori, dagli studiosi, il Museo del Rame è, invece, un evento attuale, che risale alla fine del 2005.
Le strutture museale occupa le sale di due significativi edifici, nel centro storico di Force: il palazzo Canestrari e la ex-chiesa di San Biagio. Queast’ultima, da considerarsi sede principale, nonché punto di riferimento importante per quanto concerne l’artigianato forsece del rame, è collocata sul tratto iniziale di Via del Monte, presso la piazza principale del paese dedicata a Vittorio Emanuele II. Sulla piazza si affaccia il Palazzo Municipale, dotato di torre civica, del XVIII secolo e realizzato sui resti di un’antica roccaforte. Proprio ai piedi dell’ingresso al Municipio, in una fontana monumentale sono inserite due “conche” in rame, quasi emblemi della città. L’edificio della ex-chiesa di San Biagio, la cui esistenza è accertata a partire dal 1750, quando è presente nei registri della visita pastorale a Force del vescovo di Montalto Leonardo Lecconi, è dotata di bella facciata impostata su un disegno composto a lineare. I recenti restauri hanno restituito all’intero edificio un aspetto armonico e di essenzialità funzionale.
L’intera navata della chiesa, trasformata in una sala multimediale, capace anche di ospitare conferenze e convegni, offre la possibilità di consultare materiale documentario, didattico e divulgativo sull’artigianato del rame. Lungo le pareti i più caratteristici manufatti in rame fanno bella mostra di sé, anticipando, grazie anche all’ausilio dei pannelli esplicativi appesi al muro, l’esposizione di palazzo Canestrari, dive è stato allestito anche un laboratorio didattico che consente di fare esperienza diretta della lavorazione del rame.
Il palazzo Canestrari, in Via Beata Maria Assunta Pallotta, a poche decine di metri dal Municipio, ospita nei suggestivi locali sotterranei, i più tipici manufatti della lavorazione artigianale del rame a Force. La presentazione è efficacemente finalizzata a un’osservazione attenta con l’obiettivo di consentire la comprensione della qualità dell’esecuzione dei lavori, della raffinatezza delle tecniche, degli usi degli oggetti nell’ambito dell’arredo domestico e del lavoro contadino. L’insieme consente un’ampia visione sull’intera produzione quale si manifesta in uno svolgimento che occupa più secoli e che risulta sostanzialmente legata a modelli antichi o, piuttosto, senza tempo, per loro valenza duratura a servizio di più generazioni. Si tratta do oggetti, infatti, che soddisfano esigenze fondamentali dell’uomo, quali quelle del cibarsi, del riscaldarsi, di avere a disposizione attrezzi per lo svolgimento del proprio lavoro. L’incontro con il materiale esposto rimanda al lavoro e alla produzione delle botteghe del luogo, a quelle di ieri come a quelle di oggi.
Per capire ciò che il Museo è e vuole rappresentare, è opportuno completare la visita con il sopralluogo in alcune, almeno una, delle botteghe che i ramai, con entusiasmo e tanto sacrificio, tengono ancora in vita. Se poi si vuole avere un contratto ancora più ampio con la documentazione disponibile sul territorio dei dintorni è consigliata la visita a ciò che resta del “vecchio maglio” il località Ponte Maglio, nel limitrofo comune di Santa Vittoria in Matenano.
A Comunanza, altro comune confinante con Force, è ancora presente una fonderia con tre “magli” che può capitare di vedere in funzione. Allora si può ammirare lo spettacolo affascinante dei rottami, dei ritagli e dei fili immessi nel forno di fusione ad altissime temperature, poiché, come noto, il punto di fusione del rame è a 1048 C°. Con grandi cucchiai il risultato della fusione viene trasferito in “forme” dalla diversa grandezza. E’ qui che i colpi energici dei “magli”, quasi degli enormi martelli, oggi azionati dall’elettricità, un tempo dall’energia idrica, modellano il rame secondo il caratteristico disegno della “cava”, pronta per essere lavorata dal “calderaio”. Non rari i ramai forcesi che hanno dato il loro contributo di lavoro alle attività connesse con la fonderia. La presenza del Museo, con la sua raccolta di memorie, aiuta a capire che Force e i suoi immediati dintorni racchiudono testimonianze importanti sul rame battuto, un’arte che tuttora continua.
fonte: www.comune.force.ap.it