La Basilica
insigne complesso architettonico del Rinascimento, fu costruita a partire dal 1468 con l’apporto dei più famosi architetti dell’epoca: Giovanni Alberti, Marino di Marco Cedrino, Giuliano da Maiano, Baccio Pontelli, Giuliano da Sangallo, Francesco di Giorgio Martini, Bramante, Andrea Sansovino e Antonio da Sangallo il Giovane.
La Santa Casa
è una piccola costruzione di metri 9,50 x 4 che si trova nell’interno della Basilica, sotto la cupola. La S.Casa, nel suo nucleo originario, è costituita solo da tre muri, perchè la parete orientale, ove sorge l’altare, a Nazaret non esisteva. I tre muri originari - senza fondamenta proprie e poggianti su un’antica via - si innalzano da terra per tre metri appena. Il materiale sovrastante, costituito di mattoni locali, è stato aggiunto in seguito, compresa la volta (1536), per rendere l’ambiente più adatto par culto. All’interno della Santa Casa troviamo la statua della Madonna ricoperta dalla caratteristica "dalmatica"; resti di affreschi di scuola riminese e umbra del secolo XVI e crocifisso ligneo del sec. XIII.
La facciata fu iniziata nel 1571 da Francesco Boccalini e terminata nel 1587 da Lattanzio Ventura.
La cupola, dal diametro di 22 metri, la terza in Italia dopo quella di San Pietro a Roma e di Santa Maria del Fiore a Firenze, fu portata a compimento da Giuliano di Sangallo in soli nove mesi, dal settembre 1499 "alle ore XV del 23 maggio" del 1500, come l’architetto annota nel suo diario. Era sabato e "io Giuliano di Francesco di Sangallo fiorentino, con grandissima solennità e devozione e precisione, murai l’ultima pietra".
Il campanile, alto m.75,60, è opera di Luigi Vanvitelli, innalzato tra il 1750 e il 1755.
La statua di Sisto V, sul sagrato della basilica, è opera di Antonio Calcagni.
Le porte di bronzo furono progettate per il Giubileo del 1600. Rappresentano scene del Vecchio Testamento e sono opera:
- la porta centrale di Antonio di Girolamo Lombardo;
- la porta destra di Antonio Calcagni;
- la porta sinistra di Tiburzio Vergelli.
Entriamo nel Santuario:
L'interno è a croce latina a tre navate. Il battistero in bronzo di Tiburzio Vergelli si trova nella navata sinistra. Sulla volta vi sono dipinti di Pomarancio. Sotto la cupola, opera di Giuliano da Sangallo, si trova la Santa Casa.
All'interno della Santa Casa si trova la statua della Vergine Lauretana.
Il rivestimento marmoreo della Santa Casa costituisce senza dubbio l’elemento più spettacolare del santuario.
Il Bramante aveva concepito questo rivestimento come un baldacchino, sorretto da colonne e arricchito di molti ornamenti; questo progetto iniziale fu rivisto da Antonio Pellegrini e, nel 1513, affidato da Leone X ad Andrea Sansovino fino alla morte di costui (1526). In seguito fu inviato come sovrintendente Antonio Sangallo, mentre Raniero Nerucci ingaggiava una trentina di artisti, tra i quali Raffaello di Montelupo, Nicolò Tribolo e Francesco di Sangallo. Ma per completare l’opera ci vollero settant’anni ed altri nomi di artisti si aggiunsero. Si tratta di 610 metri quadrati di sculture che qualcuno ha giudicato "l’espressione più complessa della scultura cinquecentesca" e " uno straordinario esempio di lavoro di gruppo".
Peculiari sono i due solchi paralleli che si trovano sulla base, causati dai pellegrini che, per secoli, hanno percorso in ginocchio il perimetro del rivestimento.
Gli artisti, che con i loro affreschi hanno arricchito il santuario sono une schiera e non è possibile dare notizia di tutti. Ci limitiamo a darvi queste brevi indicazioni:
- nel transetto destro, nella sacrestia di San Giovanni, gli affreschi di Luca Signorelli;
- nella sacrestia di San Marco, sulla destra prima della Santa Casa, le magie prospettiche e cromatiche di Melozzo da Forlì coi suoi angeli; desta meraviglia la capacità di questo pittore di produrre effetti "tridimensionali", da vero maestro della prospettiva.
- nella Cappella dei Duchi di Urbino, in fondo alla navata destra, gli affreschi di Federico Zuccari;
Il ciclo pittorico della cupola, eseguito tra il 1890 e il 1907, in sostituzione degli affreschi del Pomarancio gravemente deteriorati, è di Cesare Maccari. Si tratta di un’opera per la quale si sono spese parole come "monumentalità - suprema maestria - rara sicurezza di disegno - concezione dantesca - forse l’opera d’arte sacra più grandiosa impegnativa di tutta Europa fra Otto e Novecento".
Godetevi poi pitture e mosaici delle tante cappelle, in particolare quelle delle nazioni, tutte splendide, e passate poi nella Sala del Tesoro, presso la sacrestia, a estasiarvi nella contemplazione della Vita della Madonna, dei Profeti e delle Sibille, che costituiscono il capolavoro del Pomarancio.
La Madonna Nera
La Madonna di Loreto, detta anche Madonna nera o Vergine Lauretana, è la statua venerata nella Santa Casa ed è stata scolpita da Manrico Marinozzi. La sua particolarità è il volto scuro, comune alle icone più antiche, dovuto al fumo delle lampade ad olio e delle candele. La statua, risalente al XIV secolo fu distrutta in un incendio nel 1921: quella attuale risale al 1922, opera di Leopoldo Celani, è in legno di cedro del Libano.