Immersa in un suggestivo contesto naturalistico, sull’ultimo tratto dell’antica via Flaminia che da Pesaro giungeva fino a Rimini, l’area archeologica di Colombarone ha una storia lunga sedici secoli, dal III al XIX.
La prima testimonianza dell'esistenza del complesso archeologico risale 743 d.C., quando papa Zaccaria partì da Roma lungo la via Flaminia alla volta di Ravenna per incontrare il comandante militare dei Bizantini d’Italia e discutere della pericolosa situazione politica e militare del momento che vedeva i Longobardi avanzare verso Ravenna. Prima di recarsi insieme nella capitale bizantina, i due prestigiosi personaggi si incontrarono a cinquanta miglia dalla città, nella basilica di San Cristoforo ad Aquilam. Questo racconta una fonte medievale, il “Liber Pontificalis”, ma nei secoli successivi, della basilica si perse memoria. Mille anni dopo, nel Settecento, l’erudito pesarese Annibale degli Abati Olivieri identificò l’antico edificio grazie a ricerche d’archivio e scavi e lo posizionò prendendo come riferimento una “chiesola” ancora esistente. Dopo la sua morte, però, tutto venne di nuovo dimenticato e la stessa chiesola fu demolita nel 1858. Nel 1980 ripartirono gli studi, con l’identificazione del luogo delle ricerche settecentesche e l’avvio degli scavi. Venticinque anni di ricerche archeologiche hanno permesso non soltanto di riportare alla luce i resti di epoca bizantina, ma anche di scoprire una storia lunga molti secoli, fatta di una ricca villa, di una basilica e di una pieve.
Già in età romana, la zona circostante l'attuale area archeologica vide un alto numero di fattorie e un piccolo villaggio posto lungo la via Flaminia. Ma è verso la fine del III secolo d.C. che nacque una lussuosa villa, la residenza di campagna di un ricco possidente terriero o di un funzionario statale. Sono tuttora visibili molti dei mosaici di carattere geometrico-astratto, databili tra IV e VI secolo, anche se in parte compromessi dagli interventi successivi. La pianta della villa prevede un ingresso articolato attorno ad un cortile porticato, seguito dal settore principale che ha come punti di maggiore interesse due sale da banchetto e da cerimonie. Sono inoltre stati individuati un settore termale, alcune stanze di carattere residenziale e un grande quartiere decentrato.
Nel VI secolo alcuni settori della villa vennero abbandonati, mentre il settore di rappresentanza fu trasformato in chiesa cristiana. La sala da banchetti più grande diventò l’aula di culto con abside, affiancata da una torre campanaria; intorno nacque un’area cimiteriale. Nei secoli successivi (VII-X) la chiesa venne più volte modificata, assumendo dimensioni notevoli. Alla fine del Medioevo (XII secolo) la chiesa più antica venne abbandonata e al suo posto fu costruita la chiesola, ancora esistente ai tempi delle ricerche settecentesche, ma di cui è stato recuperato ed è oggi visibile soltanto un breve tratto di muro perimetrale.
Orari di apertura:
14 giugno-14 luglio: venerdì, sabato e domenica, 17-20
15 luglio-25 agosto: tutti i giorni, 17-20
26 agosto-29 settembre: venerdì, sabato e domenica, 17-20
Altri periodi e giorni su prenotazione