E’ difficile ricostruire con precisione storico-scientifica le origini di Spinetoli ed il significato del suo nome, poichè man mano che si va indietro nei secoli, è sempre più difficile reperire documentazione a riguardo.

Ovviamente nel periodo della preistoria non compare direttamente il Paese di Spinetoli le cui vicissitudini sono ricompresse in quelle dell’intero territorio Piceno. Nel territorio della Vallata del Tronto le prime tracce di presenza umana, risalenti a circa 15000-10000 anni a.c., sono state rinvenute nelle grotte della Montagna dei fiori. Nel Neolitico (5000 a.c.) l’uomo scende a popolare le pianure del Piceno, mentre man mano che che il nomadismo lascia il posto alla vita sedentaria inizia la costruzione di capanne e palafitte, raggruppate in villaggi. Si sviluppano nella Vallata del Tronto, nell’ambito della civiltà Picena, degli insediamenti umani grazie soprattutto ai numerosi fattori che incoraggiavano la permanenza nel territorio quali, il clima mite, la fertilità dei terreni e soprattutto la presenza del Fiume Tronto, via d’acqua dolce collegata al mare e facilmente navigabile.

Tra il 1877 ed il 1879 il Marchese Allevi di Affida fece eseguire egli scavi9 che portarono alla luce una vasta necropoli risalente al VII-V secolo a.C. La Necropoli, apparteneva, per epoca e caratteristiche, al periodo aureo della grande civiltà Picena, destinata poi nei secoli successivi ad essere inglobata dal potere di Roma. Gran parte del materiale della Necropoli scoperta dall’Allevi è andato perduto per sempre. Il popolo dei Piceni, in un primo momento, non ebbe nulla da temere dai Romani, dai quali era stimato e rispettato.

E’ infatti del 299 a.C. un patto di alleanza “FAEDUS AEQUUM” tra Romani e Piceni. Ben presto però, la realtà si rivelò diversa ed i Piceni si trovarono accerchiati dall’Impero Romano e bloccati nei loro scambi commerciali. Nel 269 a.C. ebbe inizio una violenta guerra tra i due popoli che avvenne lungo la vallata del Tronto. I Piceni, secondo la leggenda, vennero sconfitti a causa di un improvviso terremoto che li fece scappare dal campo di battaglia. Dopo la vittoria, il Duce Romano Sempronio Sofo, salì sul colle di Spinetoli e per ringraziare gli dei fece costruire un tempio dedicato alla dea TELLURE. E’ possibile ipotizzare che questo tempio fosse situato sotto l’attuale chiesa di S. Maria Assunta. Un altro evento importante dell’epoca, fu la guerra sociale dell’anno 89 a.C. tra Piceni e Romani che si concluse con la definitiva distruzione della civiltà Picena. La Salaria, durante l’epoca Romana, divenne la spina dorsale del sistema territorio Piceno fungendo da asse di addensamento demografico. Il territorio di Spinetoli, apparteneva in età Romana all’AGER PUBBLICUS ASCULANUS.

Per quanto concerne l’ultimo ritrovamento della necropoli Romana di S.Pio X, avvenuto nel 2006, sarà trattato in un paragrafo a parte. Dopo la caduta dell’Impero Romano, la valle del Tronto, visse un periodo di decadenza, a causa delle continue guerre ed incursioni barbariche ma anche per carestie e calamità naturali. Il Piceno, fu invaso dal V secolo d.C. in poi , dai Visigoti,dagli Ostrogoti, Goti, Longobardi, dai Saraceni, Normanni e dai Franchi. Nel Piceno, come nell’intera penisola, vennero costruite le mura intorno alle città per meglio difendersi dagli attacchi stranieri, mentre le antiche strade romane, subirono un generale decadimento. Così anche la vallata del Tronto, venne abbandonata, perché troppo esposta e quindi insicura, di conseguenza anche le stazioni romane lungo la Salaria vennero abbandonate. Lo spopolamento delle zone vallive nell’alto medioevo, determinò l’avanzata della selva e l’impaludamento dei terreni ed iniziò la tendenza ad occupare i siti montani e collinari, ideali per l’arroccamento difensivo.

Sorsero così tra il 500 ed il 700 d.C. le prime fortificazioni nel Piceno. Anche la costruzione del Castello di Spinetoli, si può dunque collocare tra il VI ed il IX secolo d.C., nel cosiddetto periodo dell’incastellamento. Da segnalare che, nel 774 i Franchi, guidati da Carlo Magno, resero il territorio Piceno una contea indipendente sotto la protezione del Papa che temeva la potenza raggiunta dai Longobardi. Nei primissimi secoli dopo il 1000 d.C., Spinetoli viene citato in diversi e preziosi documenti come ad esempio come le bolle papali. Il territorio di Spinetoli, per la sua posizione strategica, oltre che per il terreno fertile dei suoi campi, fu sempre una concessione ambita e di prestigio. A partire dal mille, il castello spinetolese, compare con una certa regolarità nei registri dei monaci farfensi. Nel 1030 divenne Vescovo di Ascoli un certo Emmone, al quale fu concesso oltre ad altre proprietà anche il castello di Spinetoli. Da alcuni scritti, si evince anche la presenza dal mille della chiesa prepositurale sita all’interno delle mura del castello e dedicata alla Santissima Trinità, mentre già a partire dal 1300 è dedicata a S. Maria Assunta. Con una bolla del 1052, Papa Leone IX, confermava al Vescovo di Ascoli Bernardo II, succeduto al Emmone, il possesso di terre, castelli e beni nell’ascolano tra cui Spinetoli ed il suo circondario. Qualche decennio dopo, è l’imperatore Enrico V a confermare nuovamente al monastero il possesso di Spinetoli. Spinetoli era già quindi nel mille una realtà ben consolidata che rientrava nell’ottica politica religiosa di Ascoli risultando sempre tra le proprietà amministrate dalla Chiesa Ascolana, ma allo stesso tempo soggetta al potere degli Abati Farfensi che qui avevano numerosi possedimenti.

A Spinetoli, coesistevano di fatto due autorità : da una parte il Feudatario nominato dal Vescovo-Conte, dall’altra i potenti monaci Farfensi. A partire dal mille, Spinetoli si trovava vicinissimo alla linea di confine tra i territori governati dal Papa e quelli occupati dai Normanni divenendo un osservatorio privilegiato. I Normanni, con Roberto il Guiscardo, avevano occupato l’Italia meridionale, cercando successivamente di varcare la riva destra del Tronto su richiesta del Papa Gregorio III che cercava alleati contro lo strapotere degli Imperatori Sassoni di Germania. I Normanni, non si limitarono però ad attaccare Spoleto e Fermo, città maggiormente avverse al potere Papale, ma assalirono anche i paesi della valle del Tronto cercando di occupare anche Ascoli ma invano. Il Papa, rotta l’alleanza li fece ritirare al di là del Tronto.

Dopo i Normanni, anche gli Imperatori Svevi nelle loro conquiste, non poterono fare a meno di attraversare e saccheggiare il territorio di Spinetoli. Il castello di Spinetoli, pur appartenendo allo stato di Ascoli, aveva un legame diretto anche economicamente con il Vescovado come confermato da diversi documenti. Il nome del Vescovo Agapito Colonna, si lega a Spinetoli, in quanto, durante il periodo della sua permanenza nel Piceno, oltre ad essere costruita la Chiesa di S. Maria della Carità (detta della scopa), venne da lui stesso consacrata, nel 1367, la Chiesa di S. Maria Assunta. Nel 1348 anche Spinetoli fu colpita dalla peste, una delle più terribili che l’umanità ricordi. Altre epidemie si ripeterono nel 1364, 1383 e 1405. Alla peste seguì una grande carestia dovuta alla siccità, il tutto accompagnato da un devastante terremoto. Ascoli e tutto il suo contado, Spinetoli compresa, nel 1433 erano sotto il dominio degli Sforza.

Probabilmente risale a quel periodo il leone rampante scolpito sulle mura del castello sulla terrazza belvedere. Finita la signoria degli Sforza, il paese di Spinetoli, come tutto lo stato di Ascoli, si trovò nuovamente sotto l’orbita del potere ecclesiastico. Con lo sviluppo dei liberi Comuni, Ascoli tese a riaffermare la sua egemonia nella valle del Tronto. I castelli di Ascoli, vennero divisi in tre classi a seconda dell’importanza. Spinetoli venne classificato come 2° classe ed aveva sotto la sua giurisdizione la frazione di Pagliare di Pantorano. Anche Spinetoli, aveva un proprio Statuto, di cui purtroppo non è rimasta copia, probabilmente stampato nel XVI secolo. Sappiamo comunque che il castello era amministrato dal Podestà, dal Consiglio e da quattro priori. Negli anni tra il 1530 e 1540 furono molto agitati per il Piceno per via della guerra tra Ascoli e Fermo in cui anche Spinetoli, essendo alleata di Ascoli, fu coinvolta. Nel 1543, il castello di Spinetoli, che era stato sottratto agli Ascolani per spoliazione da parte del Papa Paolo III, fu restituito al controllo di Ascoli. Uno degli avvenimenti più importanti nella storia del medioevo, in cui si trovò coinvolto anche Spinetoli, fu la cosiddetta guerra del Tronto tra il papa Paolo IV e gli Spagnoli di Carlo V che dominavano quasi tutta l’Italia.

Il 14 Settembre 1557, venne sancita la pace, il territorio Piceno , evitato il pericolo di una conquista Spagnola, rimase sotto la giurisdizione del governo della Chiesa. La guerra del Tronto che seguiva di due secoli di battaglie tra Ascoli e Fermo, aveva portato a Spinetoli come in tutta la vallata, distruzione e violenze di ogni genere. Passando in rassegna le famiglie che più significative del periodo, non si può non menzionare la famiglia Guiderocchi che determinò gran parte della storia di Spinetoli tra il XV ed il XVI secolo. Nel 1600 a Spinetoli,balzò agli onori della cronaca nazionale per l’avventura di Giacinto Centini( nipote del Cardinale ascolano Felice Centini) che fu giustiziato nel 1635 a Roma per l’accusa di aver attentato alla vita del papa Urbano VIII. Infatti il Centini, per agevolare la nomina a Papa dello zio Cardinale assoldò persone con presunti poteri magici, negromanti, per celebrare dei riti tendenti ad ottenere la morte del Papa. La congiura ed i sui riti, si svolse in una villa di Spinetoli, i piani però fallirono e Centini Giacinto finì come si è detto sopra. Da segnalare che già nel secolo XVI esisteva la villa di pagliare di pantorano, toponimo dovuto alla presenza di case abitate da contadini con mura impastate di paglia e fango.

Il 28 febbraio 1798 i francesi di Napoleone, dichiararono decaduta ogni autorità dello Stato Pontificio e Spinetoli, come tutto il Piceno, si ritrovò a far parte della Repubblica Francese. In seguito alle nuove vittorie Napoleoniche ed alla successiva proclamazione dello stesso a Re d’Italia (17.03.1805), nel 1908 anche le Marche vennero annesse al nuovo Regno d’Italia. In quel tempo, Pagliare faceva parte del Comune di Colli e Spinetoli di quello di Monsampolo. Nel 1811, Spinetoli divenne capoluogo e Monsampolo frazione. Successivamente, Monsampolo tornò ad essere Comune ma senza Spinetoli che rimase autonomo ed assorbì Pagliare. Con la restaurazione del 1815, Pagliare, dal 1816 al 1866) visse sotto il governo pontificio, 50 anni di autonomia politico amministrativa con un proprio Municipio.

Da segnalare che, in questo periodo, la stazione di posta con annessa locanda del bivio Mozzoni sulla Salaria, ebbe la sua massima notorietà, in quanto luogo di sosta per i viandanti ed i loro cavalli. Nel maggio 1857, la stazione di posta, fu testimone del passaggio del Papa Pio IX, durante il suo ultimo viaggio nelle Marche Pontificie, prima dell’annessione della regione allo stato Italiano.

Dopo la restaurazione del congresso di Vienna del 1815 i comuni di Pagliare e Spinetoli, in questi anni divisi ed autonomi continuarono a far parte del governo di Offida, inserito nel distretto di Montalto a sua volta compreso nella delegazione di Ascoli Piceno nello Stato Pontificio. In seguito all’unità d’Italia, nel 1860, Ascoli divenne provincia divisa in due circondari (Fermo ed Ascoli). il circondario di Ascoli era formato da 6 mandamenti . Spinetoli e Pagliare, appartenevano al mandamento di Offida. Paglie e Spinetoli , solo fino al 1866 costituirono 2 realtà comunali poi il comune di Pagliare fu soppresso.

fonte: www.comune.spinetoli.ap.it

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  • citta: SPINETOLI
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